Lo bomba che toglie l'aria di Maurizio Molinari

Lo bomba che toglie l'aria IL DEBUTTO DELL'ARMA PIÙ' SPIETATA Lo bomba che toglie l'aria Brucia o soffoca chi si ripara nei bunker retroscena Maurizio Molinari ROMA Al 48 ore dallo scadere dell'ultimatum lanciato dall'esercito russo agli assediati di Grozny «o la resa o la morte» è scattato l'allarme fra i servizi di intelligence occidentali: Mosca sembra decisa ad usare «armi di nuovo tipo» per stanare i difensori ceceni fra cui un tipo di bomba già adoperata nella guerra del Golfo che esplodendo brucia l'ossigeno e uccide per soffocamento. Il primo ad annunciare una svolta nella tattica contro i ribelli guidati da Shamil Basaiev è stato il generale russo Valéry Manilov, comandante delle forze di spedizione in Cecenia. «Libereremo la Cecenia e prenderemo Grozny senza andare all'assalto» annunciò all'inizio dell'assedio. Il motivo non è un segreto: alla fine della prima guerra cecena nel 1996, Mosca lanciò le sue truppe scelte contro le barricate del comandante' islamico Basaiev a Grozny. Fu una carneficina. Il bilancio ufficiale parlò di 460 vittime ma la cifra reale, secondo stime militari indipendenti, fu assai più alto. I soldati russi morti si contarono a migliaia. Per esorcizzare quell'incubo Manilov e i suoi generali hanno cambiato tattica. Secondo il «New York Times» il modello seguito è la Guerra del Golfo contro l'Iraq: imponente schieramento di mezzi e uomini rispetto ai difensori (100 mila soldati russi sono dentro i confini della Cecenia, contro soli 12 mila ribelli); massiccio uso dell'aviazione, dei carri e delle artiglierie pesanti per tenere inchiodati nelle trincee gli avversari; uso di armi di precisione per raggiungere ed annientare i bunker superprotetti (come fecero gli americani nel tentativo di colpire Saddam Hussein). Negli ultimi giorni il comando militare russo in Cecenia ha avvalorato l'ipotesi dell'escalation, distribuendo migliaia di volantini nei quali si annunciava che sarebbero state impiegate «allo scadere dell'ultimatum» delle «armi di tipo nuovo». L'esperto militare Pavel Feigenhauer è stato il primo a dare dei dettagli, spiegando al «Moscova Times» che si tratterebbe di «bombe comunemente dette aerosol, di tipo Odab, che riescono a perforare tetti e pareti super-blindate per poi esplodere una volta arrivati sul bersaglio sprigionando fuoco, nubi di gaso napalm». Le bombe «aerosol» sono state già impiegate con successo dai russi contro i ribelli di Basaiev durante gli scontri in Daghestan. Il generale Manilov ha pensato di ricorrere a questo tipo di bombe perché consente di eliminare i «banditi» senza devastanti conseguenze anche se si trovano asserragliati nei depositi di scorie atomiche o negli stabilimenti petrolchimici presenti nella zona industriale di Grozny. Giandomenico Picco, già consigliere di fiducia del segretario generale delle Nazioni Unite, così descrive la bomba: «Si tratta di ordigni che penetrano nei sotterranei e ne succhiano via l'ossigeno, facendo morire per soffocazione chiunque si trovi all'interno dei locali». «Tecnicamente si tratta di ordigni molto semplici - coflHJfiua Picco - che esplodendo sprigionano fuoco e portano la pressione a livelli altissimi, questo causa un rapidissimo consumo dell'ossigeno e quindi chi non viene ucciso dalle fiamme rimane senza aria, muore asfissiato in maniera molto simile a quanto può avvenire durante un incendio». «Si tratta di ordigni che sono negli arsenali occidentali sin dalla fine degli anni Ottanta» conclude Picco. «Gli alleati durante la guerra del Golfo contro Saddam hanno usato bombe simili contro i bunker nemici» dice Stefano Silvestri, vicepresidente dell'Istituto di Affari Internazionali. Se la «bomba togli-aria» resta al momento una minaccia, l'impiego degli elicotteri d'attacco «Hokum-A» e «Ka-50» è già iniziato. Questi «mostri neri del cielo» - come li chiamano i ribelli ceceni nello loro trasmissioni radio - assomigliano molto, per capacità di attacco al suolo e blindatura, agli «Apache» americani che la Nato non riuscì ad impiegare in Kosovo. Se i super-elicotteri e le bombe asfissianti non dovessero bastare esiste infine la possibilità, secondo il «Moscow Times», di un ulteriore salto di qualità della «guerra a distanza» con l'impiego di bombe incendiarie ad alto potenziale e anche di armi non convenzionali chimiche o gas da combattimento. Usata per la prima volta in Cecenia è da tempo anche negli arsenali Nato Crea una tempesta di fuoco che consuma tutto l'ossigeno a 31 km da Grozny, una delle principali città della Cecenia. Shali, al Sud-Est della capitale, è ora rimasta l'ultima roccaforte dei guerriglieri ceceni )il maggior numero dall'inizio dell'offensiva Inguictzia 241.239 Giandomenico Picco, ex consigliere di fiducia del segretario generale delle Nazioni Unite PIOGGIA Ol BOMBE SU GROZNY L'esercito russo ha iniziato l'assalto di Urus Martan, a 31 km da Grozny, una delle principali città della Cecenia. Shali, al Sud-Est della capitale, è ora rimasta l'ultima roccaforte dei guerriglieri ceceni Record di bombardamenti L'aviaziònb'russa ha operato ieri 150 bombardamenti (90 con aerei e 60 con elicotteri). il maggior numero dall'inizio dell'offensiva