L'immaginismo di Gould per Bach di Giorgio Pestelli

L'immaginismo di Gould per Bach Giorgio Pestelli L'immaginismo di Gould per Bach PER le Variazioni Goldberg di Bach suonate sul pianoforte da Glenn Gould verrebbe voglia di usare la sigla autorale abbinata: Bach-Gould, così come si dice Bach-Busoni per le trascrizioni pianistiche da pagine per organo e violino realizzate appunto da Ferruccio Busoni. Solo che nel caso di Gould non c'è nulla di trascritto, tutto è scrupolosamente fedele all'originale, fino all'ultima nota e all'ultima pausa; la condizione di Gould quale co-autore di quella musica di Bach consiste soltanto nella sua facoltà d'inventare una vita sonora e timbrica, un gioco di pesi e di rapporti temporali che quelle note di Bach senza dubbio contengono in sé ma non in modo univoco; alla lettera di una musica composta da Bach intorno al 1742, Gould impresta un immaginismo, un fantasticare che è fuori da ogni UN FANTASTICARE FUORI tempo e che è il ritratto parlante di un gusto e stile particolarissimo. Il nostro pianista c'è tornato sopra più volte, ma una registrazione che ha fatto epoca è quella consegnata nel 1981 alla «Glenn Gould Edition» (Sony SMK 52619, L. 35.000): su ogni nota della celebre Aria (forse non di Bach) Gould applica una lametta d'oro zecchino, quindi sviluppa la vicenda delle trenta supreme variazioni suscitando dalla tastiera del pianoforte, come per magia, un suono ogni volta diverso: delicatezze da carillon, crepitare elettrico di trilli e mordenti, leggerezze da arabesco, scalfitture d'inediti incontri armonici; e la portata delle invenzioni si misura meglio nel confronto con esecuzioni piti storicamente impostate, come quella sul clavicembalo di Kenneth Gilbert (Harmonia mundi HMA 1901240, L. 35.000). Come tutti sanno, Gould cercava la purezza del suono negli studi di registrazione, lontano dal contatto impuro col pubblico in sala; e spesso le sue esecuzioni sembrano riposare sotto una teca, nella luce stranita di un museo; ma qui la riuscita è superlativa e illuminatrice, voleva essere tutto cervello, ma qui è anche cuore, tanto da cantarsi a voce percepibile le note che suona. LE «VARIAZIONI GOLDBERG»: IL PIANISTA IMPRESTA DA OGNI TEMPO UN FANTASTICARE FUORI LE «VARIAZIONI GOLDBERG»: IL PIANISTA IMPRESTA DA OGNI TEMPO