Un goloso catalogo del nostro '900 con 751 titoli di Mirella Appiotti

Un goloso catalogo del nostro '900 con 751 titoli BIBLIOFILIA Mirella Appiotti Un goloso catalogo del nostro '900 con 751 titoli UN Gadda rarissimo, «La madonna dei filosofi» del '31 a I milione 400 mila lire; il Montale di «FiniSterre», Barbera '45, a 900 mila; il Primo Levi di «Se questo è un'uomo)!, De Silva '47 dopo il rifiuto di Einaudi, a 400 mila lire; due futuristi Franco trisavola di «Avviamento alla pazzzzia» e Giuseppe Vannicola del «Veleno», ciascuno450 mila; un Dino Campana di «Il più lungo giorno», Vallecchi '73 a 400 e un Rebora traduttore nel '22 del «Cappotto» di Gogol a 350 mila. Ma un catalogo di libri e solo «un catalogo, un catalogo, un catalogo»? Se ne infunerebbe l'eroe eponimo di quel delizioso romanzo-journal di Aliatoli! Franco che ò «Il delitto di Sylvestre Honnard», il i(iialc dichiara di non conoscere «lettura più facili;, più attraente, più dolce di quella d'un catalogo». Anche so, poi, con un gesto di generosità molto ottocentesco decide di metterli all'incanto i suoi preziosi scaffali. (E il suo crimine? Aver sottratto alla vendita qualcuno dei volumi più amati por poter «continuare a vivere»). Più o meno (pianto accade a qualsiasi malato di bibliofilia e forse anche a un altro Sylvestre Bonnard, nato simpateticamente dal primo: sigla editoriale che, per la felicità (e il business) di chi «ama il libro e la sua storia», pubblica saggi e bibliografie: in primis, strumento di consultazioni appassionate, il «Manuale enciclopedico della bibliofilia». Adesso l'editore, dietro cui si cela un gruppetto di «amici miei» della letteratura, esce con questa vera e propria goloseria che è «Novecento che va, Novecento che resta»; il più completo (sinora) catalogo, appunto, di prime edizioni di narrativa, saggistica, critica italiana del secolo. Subito molto apprezzato dai collezionisti essendo questa fetta di mercato del libro d'antiquariato, da qualche tempo, sempre più forte dappertutto (fortissima America) e con buone ricadute anche da noi. Settecentocinquantuno edizioni, dalla «a» di Elio Filippo Accrocca alla «z» di Elómire Zolla, passando, fra i tanti, per Beno ma anche Bertacchi, Contini ma anche Corra, Fenoglio ma anche Fraccaroli e avanti. Una proposta «unica» non tanto per il valore globale di 100 milioni circa ma, sottolinea Giuliano Vigini nella breve introduzione, per il numero e «anche per la varietà degli scrittori considerati»: i noti e importanti accanto ai «defunti per la letteratura», ((liei «sommersi» non raramente, specie nel '900, risorti o destinati a risorgere dalle loro ceneri. Però, comunque vada, aggiunge Ambrogio Borsani critico e scrittore nonché possessore di gran parte dei titoli, «questo catalogo intende salutarli tutti o quasi. Persino i Brocchi o i Benelli... come testimonianze storiche di una certa atmosfera del '900» accanto ai Pasolini, ai Volponi, ai Testori «che ci offrono un grande conforto anche nei momenti di grande sconforto». Sconforto che sta venendo dal silenzio delle biblioteche italiane le quali perdono così un'occasione per riempire vuoti o fare uno stoccaggio d'alto profilo. Conforto invece dai «sommersi», un ragazzo di campagna (ma ne esistono ancora?) che vuole acquistare i due testi di Flora in catalogo. E resta, naturninente, la gioia, al Sylvestre Bonnard 2000, di essersi tenuto per sé, come «insinua» Vigini, qualche gioiellino bibliografico. Un «crimine» davvero raro, oggi come oggi. Novecento che va. Novecento che resta Ed. Sylvestre Bonnard

Luoghi citati: America