Medaglia d'oro in guerra agrimensore fra le risaie

Medaglia d'oro in guerra agrimensore fra le risaie NOVARESI IERI E OPPI Medaglia d'oro in guerra agrimensore fra le risaie Romolo Barisonzo Era un fascista alla sua maniera poiché sulle frequenti baruffe dei gerarchi più noti, lui, Mario Fregonara (1899-1941) esprimeva spesso giudizi sprezzanti, senza tema di ritorsioni. Chi lo conosceva sapeva che in materia agricola il geometra Fregonara, fittavolo alla cascina Isarno, era più dotto di tutto il fascio messo insieme, massaie rurali comprese. Combattente nella Grande Guerra con i ragazzi del '99, congedato col grado di tenente, partecipa ai primi moti delle squadre fasciste. Ma non ama i metodi sbrigativi e violenti dei caporioni: è lo stesso Aldo Rossini, astuto e prudente, che lo consiglia a tenersi alla larga da quei forsennati. Fregonara gli dà retta e in breve diventa presidente della federazione provinciale degli agricoltori e, nel 1929, è eletto alla Camera dei deputati. Per l'onorevole Fregonara, appena trentenne, si prospetta una carriera folgorante: è alla testa dei proprietari e affittuari agricoli, guida i consorzi agrari. Emergono le sue capacità professionali grazie all'esperienza fatta nella sua tenuta modello di Isarno dove sperimenta nuovi metodi produttivi, segnalandosi per l'incremento nella produzione del riso. Il senatore Rossini fonda e presiede l'Ente Risi e, come volevasi dimostrare, Mario Fregonara è il suo vice. Se nel nuovo ente Rossini è il braccio della politica, Fregonara è la mente della tecnica agricola. Ma con tutto ciò e malgrado i crescenti successi personali che culmineranno con la realizzazione del villaggio rurale in corso Vercelli, l'onorevole Fregonara, pur non rinnegando la sua fede fascista, non frequenta l'ambiente dei gerarchi. Per lui il federale Paladino è così impegnato a corteggiare le belle signore che non ha tempo per occuparsi d'altro. E Mariggi? «Troppe divise e troppa brillantina». E toto Poggi? «Molto intelligente anche se non ha mai messo piede in cascina». Comunque fiducioso sulle sorti della guerra, il capitano Mario Fregonara chiede e ottiene il richiamo alle armi: combatte sul fronte occidentale e in seguito è impegnato nei Balcani dove, nel febbraio del 1941, muore guidando i suoi alpini assediati in difesa della postazione, più volte perduta e riconquistata. Gli verrà assegnata la medaglia d'oro al valor militare, un riconoscimento alla memoria per un uomo lineare, anche quando bisognava navigar controcorrente. Chi lo ha conosciuto ricorda che Fregonara era solito dire di sé: «Sono un agrimensore diplomato al Mossotti, vivo e lavoro fra i salariati e le mondine di Isarno, visibile a stento dallo stradone verso Caltignaga, poiché dalle acque della risaia emergono solo la cascina, il campanile, un paio di pioppi e il cimitero». E il panorama è sempre quello, inalterato, oggi come allora.

Persone citate: Aldo Rossini, Mario Fregonara, Romolo Barisonzo

Luoghi citati: Caltignaga