Said, pendolare dell' elemosina di Ezio Mascarino

Said, pendolare dell' elemosina Marocchino di 12 anni da tre mesi a Torino: arrestato l'uomo con eui abitava Said, pendolare dell' elemosina Fino a Cuneo tutti i giorni per vendere spugnette Ezio Mascarino Da Torino a Cuneo ogni mattina, per vendere spugnette, per chiedere l'elemosina. Un bimbo piccolo piccolo, avvolto in un grande maglione azzurro, jeans e scarpe da ginnastica, al collo una sciarpa rossa, in spalle uno zaino stracolmo di cose. Dodici anni appena compiuti, un ciuffo di capelli crespi, Said, bimbo marocchino, ha sorriso quando i vigili della speciale squadra che lavora presso il Tribunale dei minori lo hanno fermato a Porta Nuova. Stava correndo verso il vagone di coda del treno per Cuneo. «Sono in ritardo», ha mormorato.' Said andava al lavoro. La sua giornata cominciava a Porta Nuova, alle 7,30. Un'ora di viaggio, addormentato in uno scompartimento. Poi tutto il giorno a zonzo per vie e piazze. A vendere spugnette, accendini, collanine. Ma, dicono gli inquirenti, soprattutto a chiedere, con la mano tesa, qualche spicciolo, un'elemosina. La storia di Said è raccontata nel rapporto che gli uomini della squadra di polizia municipale hanno trasmesso al magistrato dei minori, Graziana Calcagno. Ed è storia di infanzia rubata. Il marocchino presso il quale Said viveva, che esercitava la patria potestà per il bimbo, è stato arrestato e denunciato per maltrattamenti. Non bot¬ te, calci e pugni, ma la costrizione ad una vita di stenti e fatica. E anche questa è una violenza. Said è arrivato in Italia tre mesi fa. I genitori sono rimasti in Marocco. Conosce poche parole della nostra lingua: «Per favore... cento lire... da mangiare... compera fazzoletti... grazie». Gli occhi pieni di curiosità ha tentato di seguire i vigili urbani che cercavano di interrogarlo, di sapere la sua storia. Si è ricorsi ad un interprete. Il dottor Zaccaria, che dirige quella squadra minori, racconta che i suoi uomini seguivano il bimbo da giorni, dopo precise segnalazioni della questura e dei vigili urbani di Cuneo che quel bimbo avevano visto e fermato più volte e avevano scoperto che arrivava ogni mattina in treno, da Torino. Said è stato pedinato, osservato, fotografato. Gli inquirenti raccontano ora che abitava in un alloggio al primo piano di una stradina che taglia via Nizza, dietro il Lingotto. In tram raggiungeva la stazione di Porta Nuova esibendo l'abbonamento mensile, tram più treno. Poi di corsa sotto le pensiline, tra i pendolari, le prostitute di colore che prendono ogni matti- na lo stesso treno per Cuneo, anche loro per andare al lavoro. Un'ora di viaggio, gli occhi spesso chiusi per il sonno, poi ancora di corsa fuori dalla stazione. Verso piazza Galimberti, corso Nizza, corso Giolitti, i portici, le grandi vetrine, i colori, gli addobbi, le musiche. Lui si accucciava in un portone, apriva lo zainetto, prendeva la sua merce. E poi in strada, offrendo spugnette, bracciali, collanine, accendini. A mezzogiorno, raccontano ancora i vigili, c'era sempre qualcuno che gli offriva un panino, un dolce, un frutto. Come negare un sorriso e un aiuto ad un bimbo piccolo piccolo, con quel ciuffo di capelli crespi? Questa la vita di Said: «Per favore... cento lire... compera spugnette... da mangiare... grazie». Così tutti i giorni, fino a sera, le 20: mezz'ora dopo parte il treno per Torino, si arriva alle 21,20. Poi il tram, via Nizza, la traversa, le scale fino al primo piano, il letto in una stanza con altre tre brandine, dove dormono connazionali più grandi. Said è ora ospite in un istituto di Torino. Un medico e uno psicologo lo stanno seguendo, per fargli ritrovare quell'infanzia che gli è stata rubata, l'orse verrà rimpatriato. Abdhella Etali, 40 anni, arrestato per maltrattamenti, dice di essere lo zio del bambino: «Sono un muratore, ma adesso purtroppo non c'è lavoro, Said mi aiuta». E ora vigili urbani e polizia indagano, a Torino e Cuneo, su altri ragazzi, 15-18 anni. Sono stati visti seguendo Said su alcuni treni diretti nel Cuneese, zainetti colmi in spalla. Anche loro sarebbero bimbi-pendolari, mandati in giro per strade e piazze piemontesi per strappare un'offerta, un'elemosina, la mano tesa davanti a vetrine piene di colori e addobbi. Fórse, dicono ancora gli inquirenti, c'è una organizzazione che li sfrutta: storie amare di maltrattamenti e violenza quotidiana. Partiva al mattino e tornava alla sera E' stato fermato dopo un lungo pedinamento Il bimbo è ora ospite di un istituto e in cura psicologica Non sono pochi i bambini stranieri costretti a vendere merce per le strade

Persone citate: Graziana Calcagno