Confronto con Deaglio, Debenedetti, Gawronski, Migone, Rusconi e Vattimo di Emanuela Minucci

Confronto con Deaglio, Debenedetti, Gawronski, Migone, Rusconi e Vattimo Confronto con Deaglio, Debenedetti, Gawronski, Migone, Rusconi e Vattimo Castellani: mai pensato di lasciare Forum sui problemi della città Emanuela Minucci Giuseppe Sangiorgio L'accusa: sindaco deve decidere, sindaco deve comunicare. Sindaco, a che punto sono i progetti annunciati alle elezioni del 1993 e a quelle di due anni fa, del 1997? A che punto sono le privatizzazioni? E il Palagiustizia? Con osservazioni anche «velenose»: «Un sindaco che non ò in grado di cambiare nome a corso Unione Sovietica, difficilmente riesce a far aprire i cantieri per il metrò». Ancora: è vero che, stanco, ha minacciato di dimettersi anticipando, il voto previsto nel 2001 ? Sulla «graticola», Valentino Castellani, primo cittadino che, stando alle critiche, pur essendo eletto dal popolo, appare meno decisionista di quanto dovrebbe essere. In quattro ore di dibattito, nel «Forum» organizzato da «La Stampa», il sindaco è stato (come ha detto lui stesso sorridendo) posto «sotto esame». E, fatto significativo, fra gli esaminatori, c'erano tutti o quasi (eccezion fatta il senatore Jas Gawronski, eletto nelle liste del centrodestra) suoi sostenitori: i senatori Gian Giacomo Migone, Franco Debenedetti (entrambi dell'Ulivo), l'eurodeputato eletto nelle liste Ds, Gianni Vattimo, gli editorialisti Mario Deaglio e Gian Enrico Rusconi, ospiti del direttore de «La Stampa», Marcello Sorgi e dei vice direttori, Vittorio Sabadin e Carlo Bastasin. «No - ha risposto Castellani non ho mai detto di volermi dimet¬ tere. Anzi». E durante il dibattito, partendo dal crocefisso del Giambologna e dall'acquisto sospeso in attesa delle conclusioni dell'inchiesta aperta dalla magistratura, ha rilanciato: parlando delle «tante cose fatte e di quelle da fare». «Incominciamo dagli stadi», ha detto all'indomani della decisione della Juventus di trasferirsi a Borgaro, «una questione ancora da approfondire». Foi si è allargato ai problemi del «comunicare», alle Olimpiadi del 2006, oltre che al Museo Egizio, alle privatizzazioni, ai parcheggi. «Non sono un vendito¬ re di fumo. Se non posso mantenere preferisco non promettere», ha detto affrontando problemi grandi e piccoli di una città che «dopo la crisi del petrolio di 25 anni fa (con le domeniche a piedi per il Kippur) stenta a ritrovare la propria strada e l'identità economica» per dirla con Deaglio. Una città che i torinesi considerano «ancora insicura», nonostante siano diminuiti i reati e nonostante l'ultimo sondaggio «Datamedia» la ponga al terzo posto per livello di vita fra i capoluoghi di regione. Castellani ha risposto a tutti. Con tono deciso. E ha spiegato che, è vero un sindaco è in prima linea sempre. Perché viene giustamente, considerato il più diretto interlocutore istituzionale dei suoi concittadini. «Alle assemblee - ha detto - i cittadini mi parlano di tutti i loro problemi, dalle pensioni al trasferimento del museo Egizio. Purtroppo sono questioni che esulano dalle mie competenze». Ci sono altri temi che devono essere affrontati e risolti da un «primo cittadino»: la costruzione di una prima linea di metrò che, annunciata a più riprese, non arri- va mai. Castellani, però, questa volta, è apparso sicuro: i progetti ci sono, c'è il costruttore, «entro il prossimo anno apriremo i cantieri». Ancora: «Rispetto alle precedenti amministrazioni che ad ogni bilancio stanziavano centinaia di miliardi e poi riuscivano a spenderne 70 l'anno, noi, entro questo '99 che sta per concludersi ne abbiamo investiti 600». Sul caso «Giambologna» poche spiegazioni. Perché, secondo Castellani, quell'acquisto «era e resta giusto». E alle osservazioni sul prezzo (4,2 miliardi) e sull'opportunità di acquistare, il sindaco ha risposto che le cifre stanziate per le opere d'arte non rappresentano che l'uno per mille del bilancio-comunale. Sui parehéggi ha ricordato che la loro costruzione è stata resa possibile da una «legge Tognoli» (dal nome del ministro socialista che la varò) in vigore da circa 10 anni. «Un periodo sufficiente - ha aggiunto per dare ai torinesi 3500 posti, contro i 500 esistenti quando arrivai a Palazzo Civico. Inoltre ne abbiamo 45 mila a rotazione, su suolo pubblico, con pedaggi che vengono reinvestiti per costruirli al coperto». Le privatizzzazioni? «Chi dice che siamo in ritardo non è informato. Torino sta seguendo una strada diversa rispetto a Milano, ma mentre Albertini ha di fatto "svenduto" la sua Azienda energetica, noi cerchiamo di valorizzarla al massimo acquistando la rete cittadina gestita sino ad ora dall'Enel» Il dibattito segue critiche e polemiche su caso Giambologna vertenza dello Stadio e comitato olimpico II forum di ieri a La Stampa con il sindaco Valentino Castellani

Persone citate: Carlo Bastasin, Gianni Vattimo, Giuseppe Sangiorgio, Marcello Sorgi, Mario Deaglio, Valentino Castellani, Vattimo Castellani, Vittorio Sabadin

Luoghi citati: Milano, Torino