Taci, la microspia ti ascolta

Taci, la microspia ti ascolta Taci, la microspia ti ascolta Le intercettazioni? Gioco da ragazzi Gianni Bisio Intercettare un telefono è facile, spiare un ambiente è solo un poco più complicato e costoso. Tuttavia, a meno che non ci sia un'esplicita autorizzazione della magistratura, è tutto assolutamente vietato, anche - e soprattutto - alle agenzie di investigazione, che di queste operazioni, sempre ufficialmente negate, campano. Agenzie che talvolta per giustificare il possesso di certi apparecchi sofisticati pubblicizzano, al contrario, la loro capacità di «bonificare» gli ambienti a rischio da possibili microspie. Nel caso accaduto all'ltalgas è molto probabile che ci si sia limitati ad intercettare le conversazioni dagli apparecchi telefonici degli uffici. Niente di più semplice, soprattutto se all'interno dell'azienda c'era una «quinta colonna» che ha facilitato l'intrusione per sistemare le «cimici» nei ricevitori, o nelle scatole di derivazione a pavimento (come sembra sia avvenuto in via XX Settembre), oppure per permettere i collegamenti con i cavi. Nel caso dei centralini con vari interni è possibile mettere sotto sorveglianza una linea senza neppure entrare nell'ufficio del sorvegliato: è infatti sufficiente avere accesso all'armadio telefonico centrale e collegare il «doppino» in arrivo con un microregistratore o con un piccolo trasmettitore, alimentato da una batteria o dalla stessa linea telefonica. Il problema sarà poi quello di accedere al nastro con le conversazioni registrate o al ricevitore (o scanner) collegato al trasmettitore su frequenze non commerciali, posto a una distanza non superiore ai 200-300 metri dall'emittente. In entrambi i casi normalmente viene utilizzato un registratore con innesco vocale, in grado cioè di entrare in funzione solo quando si parla, economizzando il nastro. Esistono anche microspie del tutto simili a un fusibile, da inserire direttamente sulla linea, e capsule microfoniche modificate, che però sono facilmente individuabili e che di solito trasmettono su frequenze commerciali (da 88 a 108 MHz) provocando disturbi radio. Il modo più sofisticato di intercettazione è quello che avviene attraverso il led luminoso di certi apparecchi multipli: viene sostituito con un led ad infrarossi e la modulazione della voce viene intercettata da un ricevitore (ovviamente ad infrarossi), con un sistema non dissimile da quello che è il normale collegamento computer-stampante senza fili. L'intercettazione ambientale - diventata un classico di tutte le operazioni dei Ros e della Dia nella lotta alla criminalità organizzata • è più complessa, ma consente di utilizzare anche un apparecchio telefonico «a riposo», cioè con la cornetta abbassata, come «microfono» per captare tutte le conversazioni che avvengono in una stanza. Ovviamente occorre una «manomissione». In generale si mette fuori uso il telefono dall'esterno: quando l'abbonato da spiare segnala il «guasto», sono dei «tecnici» un po' particolari ad intervenire. E il gioco è fatto. Altri possibili nascondigli per inserire radiomicrofoni da intercettazione ambientale sono le prese elettriche, i cristalli delle finestre o delle porte (la cui vibrazione viene «Ietta», da speciali ricevitori a laser), le lampade da tavolo o i lampadari. Anche il computer può essere intercettato da brevi distanze a causa delle onde spurie che emette. m COMUNICATO OTAUP* Microspie sempre più piccole

Persone citate: Gianni Bisio