1^ di Claudio Laugeri

1^ Usciti dalla vicenda il presidente della giunta, l'ex assessore all'agricoltura e l'ex sindaco di Courmayeur Brenva, 3 assoluzioni e 4 condanne E' stata cancellata l'aggravante della «previsione» Claudio Laugeri AOSTA Assolti i politici, condannali i tecnici. Si è concluso così il processo per la valanga che il 18 gennaio '97 uccise due sciatori lombardi sulla pista di rientro della Brenva. Il presidente Maria Grazia Damonte ha letto la sentenza dopo 7 ore di camera di consiglio. Le condanne riguardano soltanto l'accusa di omicidio colposo: sedici mesi (con la condizionale) al geologo regionale Massimo Pascpialotto e al responsabile del Servizio sistemazioni idrauliche della Regione Cristoforo Cugnod; 9 mesi (sempre con la condizionale) al direttore delle piste Germano Bai e al caposervizio Attilio Chenoz; assolti «perché il fatto non costituisce reato» l'ex sindaco di Courmayeur Ferdinando Derriard e il presidente della giunta regionale Dino Viérin; l'assessore regionale all'Agricoltura Franco Vallet è stato assolto «per non aver commesso il fatto». Il tribunale ha anche deciso di assolvere i 7 imputati dall'accusa di disastro colposo «perché il fatto non sussiste». ' «I giudici hanno escluso l'aggravante della "colpa cosciente" contestata dall'accusa, una sorta di "colpa per previsione" dell'evento. Questo è importante» sottolinea l'avvocato Piergiorgio Pietrini, difensore dei dipendenti regionali Pascpialotto e Cugnod. Il tribunale (presidente Damonte, giudici a latere Fabrizio Gandini e Giuseppe Colazingari) ha annunciato il deposito della sentenza in cancelleria entro 90 giorni. In aula mancavano i politici regionali, impegnati nella votazione del bilancio nell'aula consiliare del palazzo in piazza Deffeyes. Soltanto l'ex sindaco Derriard se l'è sentita di commentare la sentenza: «Sono contento per come si è risolta la vicenda, certo. Ma sono anche solidale con gli altri "compagni di avventura" per un evento che prevedibile non era». Ancora: «Il pensiero va anche a quei due ragazzi che non ci sono più, non si possono dimenticare. So che gli altri coinvolti con me in questa vicenda lavorano con coscienza e professionalità. Per quanto mi riguarda, ho sempre avuto la solidarietà della gente». Lo stesso pubblico ministero Pasquale Longarini aveva chiesto l'assoluzione per il presidente della giunta Viérin da entrambe le accuse (disastro e omicidio colposi), di Bai e Chenoz dall'ipotesi di disastro colposo. Per comprendere la decisione dei giudici sarà necessario attendere le motivazioni della senten- za, ma sembra chiaro che il tribunale abbia ritenuto valida la tesi dei difensori sulla «non prevedibilità» della valanga. Senza l'aggravante contestata dall'accusa e «cancellata» dai giudici, rimane il reato di omicidio colposo, causato da negligenza, imperizia e imprudenza. Anche questa ipotesi era stata sostenuta dal pubblico ministero Pasquale Longarini, che aveva ricostruito «il comportamento omissivo» del geologo regionale, del suo capufficio, del direttore della pista e del suo caposervizio. «Non sono emersi elementi nel processo per sostenere che il presidente della giunta (responsabile della Protezione civile, ndr) conoscesse la situazione "critica" dello "sperone" della Brenva» aveva detto il pm in aula, ma aveva accusato l'assessore di essere stato «messo al corrente della situazione da Cugnod e di non aver disposto servizi adeguati a monitorare la zona per evitare rischi». Per il tribunale, però, la responsabilità è soltanto dei tecnici. Al geologo e al responsabile del Servizio sistemazioni idrauliche spettava il compito di «garantire» k comunità contro eventi come quello poi accaduto alle 14,55 del 18 gennaio 1997; il direttore e il caposervizio delle piste avevano il dovere di «proteggere» gli sciatori dai pericoli sulla discesa di rientro della Brenva. Tutto questo non è avvenuto. Gli imputati hanno risarcito il danno alle parti civili. Ma questo non può, comunque, far evitare la condanna. I difensori hanno già annunciato il ricorso in appello. Il dirigente Cristoforo Cugnod Il caposervizio Attilio Chenoz Germano Bai, direttore delle piste L'assessore regionale Franco Vallet A fianco la valanga caduta sulla pista di rientro della Brenva il pomeriggio del 18 gennaio del 1997 che ha ucciso due sciatori lombardi

Persone citate: Cristoforo Cugnod, Fabrizio Gandini, Ferdinando Derriard, Franco Vallet, Pasquale Longarini, Piergiorgio Pietrini

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur