Grande mostra al Museo dell'Auto di Torino di Cristiano Chiavegato

Grande mostra al Museo dell'Auto di Torino Grande mostra al Museo dell'Auto di Torino Anni d'oro dei rally parata di bellissime Cristiano Chiavegato TORINO L'apertura della mostra «Il Mito dei Rally 1966/1992» al Museo dell'Automobile di Torino offre lo spunto per diverse riflessioni. Intanto, come ha anticipato il presidente Giuseppe Zunino, questa rassegna darà l'avvio a una serie di esposizioni tematiche che avranno il doppio compito di riportare nella sede più adatta il grande pubblico (che sembra avere dimenticato l'esistenza di un polo d'attrazione automobilistica d'eccezione, quasi unico al mondo per qualità dei «pezzi» conservati) e nello stesso tempo di avvicinare gli appassionati a vetture che normalmente vengono viste solo da lontano, in televisione o in vecchi • filmati. Il museo, fra l'altro, dispone di un un certo numero di servizi che permettono di passare una mezza giornata differente dalla norma: si va da un fornito shopping-centre a una bella biblioteca-libreria specializzata. Ora per due mesi, accanto a nobili antiche vetture o a modelli di lusso raffinato^ tecnologicamente importanti! ci saranno 16 auto da competizione, impiegate nei rally per circa 30 anni, vincitrici tutte di innumerevoli gare: una parata di bellissime campionesse raccolte e volute a Torino soprattutto per la passione di Gino Macaluso, architetto ed ex campione europeo con la Fiat 124 spider Abarth di Lele Pinto. Un panorama completo. Ne emerge anche la lunga supremazia esercitata dall'industria e dalla tecnologia italiane nel settore. Ma soprattutto, attraverso l'evoluzione delle vetture che hanno corso su sterrati e strade, su ghiaccio, neve e sabbia dei deserti o fango delle savane, si può osservare come questi modelli abbiano contribuito a influenzare i progressi del prodotto-auto e le tendenze del mercato, con successi di vendita talora strepitosi. Se si parte dall'inìzio, cioè dai primi anni 60, ecco la Bmc Morris Cooper o Mini-Cooper. Disegnata dal famoso Alee Issigonis, la piccolina aveva un motore di appena 1275 ce e 95 Cv, con cambio a 4 marce. Ma la sua maneggevolezza, le dimensioni ridotte eia trazione anteriore le permisero di dominare la scena: tre successi a Montecarlo, La Fiat 124 Spvinse nel 1972 ort Spider che 'Europeo Rally affermazione all'Acropoli e al 1000 Laghi, con piloti cpme Aaltonen, Fall, Hopkirk e Timo Makinen. Poi, la Ford Cortina Lotus del 1966 (una vettura dello stesso tipo fu guidata anche da Jim Clark al Rac Rally), che già arrivava a 140 Cv e che ha aperto la strada a tutta una serie di modelli: come con ricordare la successiva Escort TC, che con il motore 1800 preparato dalla Cosworth aveva già 220 Cv? Non mancano le rappresentanti francesi, figlie di una grande tradizione. La mitica Alpine Al 10 1G00 S che aveva 0 vantaggio della leggerezza con un'aerodinamica che precorreva i tempi. E la R5 Turbo del 1981, un «mostro» con trazione posteriore che con un 4 cilindri in linea di soli 1397 ce arrivò a toccare la bellezza di 350 Cv. E le tedesche, con l'Audi Quattro gr. 4 voluta dà Ferdinand Piéch, che cambiò il corsq. della storia dei rally con l'introduzione della frazione integrale, facendo per la prima volta vincere un «Sanremo» a una donna, Michèle Mouton. E poi le italiane: ecco l'mdimentica- ffi'ìSpttv^Srà apertaci $jttly però viaggiava ovviamente con l'hard-top) a imporsi in gare mondiali. Ecco la piccola Fiat Abarth X 1/9 con la quale Clay Regazzoni partecipò anche al Giro d'Italia. Fu sostituita poMalla 131 Abarth, una scommessa della Fiat per fronteggiare le Lancia Stratos. La 131 fu la «vettura di famiglia» divenuta sportiva. Riuscì ad aggiudicarsi il Mondiale piloti con Walter Rolirl nel 1980. Nella versione più spinta aveva 245 Cv. Ultimo capitolo, ma solò in ordine di tempo quello scritto dalla famiglia delle Delta. Dopo l'epopea Stratos con motore Dino Ferrari, la Lancia - che aveva iniziato la sua serie di successi con la straordinaria Fulvia HF (la n. 14 con Munari-Mannucci si affermò in una emozionante edizione del «Montecarlo») e con la bella 037 (tutte e tre presenti al Museo con superbi esemplari) - cominciò il suo dominio assoluto. Dalla prima Delta integrale, alla incredibile S4 - motore turbo di 1759 ce, potenza sino a 520 Cv - sino alla Delta Safari e alla Delta HF: portarono sei titoli mondiali costruttori e quattro piloti in sei stagioni,'consecutivamente. Una stupenda avventura. Russo. Biasion, Munari, Macnluso e Alen: piloti e co-piloti degli anni d'oro La Fiat 124 Sport Spider che vinse nel 1972 l'Europeo Rally

Persone citate: Clay Regazzoni, Dino Ferrari, Ferdinand Piéch, Ford Cortina, Gino Macaluso, Giuseppe Zunino, Morris Cooper, Timo Makinen, Walter Rolirl

Luoghi citati: Italia, Montecarlo, Sanremo, Torino