Sul no al proibizionismo il Polo attacca D'Alema
Sul no al proibizionismo il Polo attacca D'Alema Berlusconi: «La droga problema gravissimo» Sul no al proibizionismo il Polo attacca D'Alema An: «Ha ceduto alla cultura dello sballo» MaPalazzo Chigi: «Polemiche immotivate» ROMA «Io sono di avviso contrario». Silvio Berlusconi prende le distanze da Massimo D'Alema che all'Aja aveva auspicato una maggiore tolleranza nei confronti delle droghe leggere. Un'opinione non nuova, pronunciata ancora una volta a titolo personale, subito dopo aver siglato col primo ministro olandese un accordo bilaterale per combattere l'ectasy, per di più. Ma tant'è. Le reazioni del centro destra non si fanno attendere e, nel clima surriscaldato dalle polemih ll iii che sulla giustizia, sono anche più virulente che nelle passate occasioni. Non Berlusconi II leader del Polo si limita a sottolineare che quello della droga è «un problema gravissimo», «che è anche di sicurezza nazionale» e però non manca di attaccare la sinistra che quel tema sottovaluterebbe declassandolo «microcriminalità». i Ben più pesanti gli attacchi che arrivano da Alleanza Nazionale. «D'Alema arrivato in Olanda ha subito ceduto alla cultura dello sballo», ironizza il vicepresidente dei deputati di An Maurizio Gasparri. E, criticando gli esperimenti di legalizzazione delle droghe leggere messi in atto in Olanda, insiste: «Con affermazioni ambigue si aggrava la situazione esortando i giovani a comportamenti devianti». «Non vorremmo che i raduni rave della morte non venissero impediti.nonostante siano illegali, on ossequio al pensiero di D'Alema», gli fa eco il senatore Michele Bonatesta. Non basta. A mobilitarsi sono anche i senatori di An nella commissione Sanità, che suggeriscono a D'Alema di informarsi «perchè tutte le droghe provocano danni in termini di intossicazione cronica, deterioramento della mente, allucinazioni», accusano il premier di «irresponsabilità» e avvisano: «In Italia non ci sono le condizioni per liberalizzare le droghe leggere». Quando nel 1996 il D'Alema segretario della Quercia aveva tentato di portare il partito su una linea antiproibizionista era successo un finimondo. Ma sia l'Ulivo che il Polo - dove sono confluiti i radicali storicamente antiproibizionisti - si erano spaccati. Questa volta i vari Taradasb tacciono. E il fronte contrario reagisce duro, oltre ogni limite.«No all'eroina di Stato e alle sale da iniezione», è il grido dell'azzurra Maria Burani Procaccini. Mentre il vicepresiden il pte della Camera, il Ccd Carlo Giovanardi parla di «messaggio devastante» e il segretario del Cdu Rocco Buttiglione sostiene che parole come quelle pronunciate da D'Alema «instillano il dubbio che con la droga si possano scendere a patti». Anche dal centro sinistra del resto, insieme ai consensi dei verdi anti- proibizionisti(B D'Al («Bravo D'Alema» dice il senatore Paolo Cento e Alfonso Pecoraro Scanio sottolinea che le aperture di D'Alema «dimostrano quel sia l'area politica fonte di propste inovative e sicuramente liberali»), arrivano le prese di distanza dei popolari. E' lo stesso segretario Pierluigi Castagnetti a ribadire il «no» del Ppi all'uso delle droghe leggere, a criticare «l'inopportunità» delle parole di D'Alema «proprio ora che affrontiamo una lotta dura contro l'ecstasy». Insomma, il coro di critiche è tale che palazzo Chigi alla fine sente il bisogno di intervenire per precisare che da parte del premier non vi è da ravwisare «nessuna tolleranza» verso le droghe bensì' «una maggiore comprensione nei confronti dei giovani che non possono esere puniti a causa del consumo di droghe che non danno dipendenza». Per cui tante polemiche «sono del tutto immotivate». Im.g.b] Massimo D'Alema
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