Scontri e gas a Seattle per il mercato globale di Roberto Ippolito

Scontri e gas a Seattle per il mercato globale Cariche della polizia all'avvio del summit Wto sul commercio internazionale. Annan: è comunque un momento storico Scontri e gas a Seattle per il mercato globale Salta fra i lacrimogeni la cerimonia inaugurale del Millennium Round Roberto Ippolito inviato a SEATTLE Rullano improvvisati tamburi di plastica. Sfilano giovani interamenr te vestiti di nero e con maschere antigas, simbolo della paura per l'inquinamento. Protestano i lavoratori siderurgici sicuri dell'arrivo della disoccupazione. Cantano i ragazzi che rifiutano le felpe Gap diventate per loro l'emblema dello sfruttamento del lavoro minorile. Seattle, nell'estremo angolo Nord Ovest degli Stati Uniti, è in stato di assedio per la contestazione al Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, che ha indetto la sua terza conferenza ministeriale, e alla globalizzazione di cui l'istituzione è espressione, cioè la libertà di scambi a livello planetario. La manifestazione ha fatto saltare la cerimonia inaugurale della conferenza: un vero e proprio sabotaggio. Come trent'anni fa ai tempi delle marce contro la guerra nel Vietnam, sono scesi per strada contro il Wto adolescenti e adulti: molti come allora con i capelli lunghi, ma oggi spesso con i capelli multicolori, abbigliamento variopinto o forniti di strane biciclette. Siamo a Seattle, nell'America felice dove si producono gli aerei Jumbo e Bill Gates ha fatto i soldi! Ma i cinquantamila manifestanti di ieri non sono solo, americani; sono venuti da ogni parte del mondo. Del resto la loro dimostrazione è internazionale. Ed è ovvio sia così: è globalizzata la protesta contro la globalizzazione. Il Wto è diventato il bersaglio di ambientalisti, sindacalisti, difensori dell'identità culturale dei diversi popoli, agricoltori. E poco conta che parte dei contestatori hanno sui vestiti una spilla con la sigla Wto cancellata (cioè da far scomparire) e un'altra parte invece accetta l'esistenza del Wto ma con regole diverse. Il Wto ha vissuto una giornata drammatica, portando sulle sue spalle tutte le angosce di fine millennio: la sua festa è stata rovinata. I manifestanti impediscono l'arrivo al Teatro1 Panamount, sede dell'inaugurazio: ne della conferenza, dei delegati dei 135 paesi membri. A nulla serve che la polizia faccia da scudo, tentando di garantire l'accesso. Interi isolati risultano paralizzati. .La delegata colombiana Martha Lucia Ramirez viene attaccata da uomini in maschera; la sua auto è presa a pugni. Il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro non riesce a lasciare la sede dell'Istituto del commercio estero fresca di battesimo. Tra ripetuti lanci di spray al pepe con effetto da gas lacrimogeno, molti colpi di manganello, qualche contuso, qualche arresto e alcune vetrine rotte, sotto la pressione delle istanze più disparate, l'inagurazione della conferenza Wto è così distrutta. Invano agli attivisti che hanno invaso Seattle ha teso la mano il presidente americano Bill Clinton. Lunedì sera si è dichiarato pronto a ricevere i gruppi di contestatori riconoscendo che questi «hanno punti di vista legittimi e diritto di esprimerli». Clinton (che da diversi giorni aveva rinunciato a partecipare all'inaugurazione) è atteso nelle prossime ore a Seattle e oggi dovrebbe intervenire alla conferen¬ za. Sostenitore della globalizzazione come fattore di sviluppo e di sostegno a chi è svantaggiato, anche Clinton deve fare i conti con i tormenti di una vasta fetta dell'opinione pubblica e con chi urla per strada «People not profit»: ovvero gente e non profitti. Mike Moore, direttore generale del Wto, si sbraccia per cercare di far capire che la globalizzazione può aiutare i popoli rimasti indietro: «Il commercio - afferma - è a favore dei lavoratori, non è il suo nemico» fa presente. Ma per i dimostranti è lui il nemico pubblico numero uno, un vampiro (e qualche manifestante si è mascherato da vampiro). Moore tenta inutilmente di incanalare il dissenso verso la riflessione sulle nuove regole del commercio mondiale: «Credo - dice - che il confronto sia una cosa positiva. Ma è difficile mantenere un dialogo con persone che fanno cose non corrette». Con realismo il segretario generale dell'Orni Kofi Annan osserva: «In ogni caso questo è un momento storico». Ed è vero: la globalizzazio¬ ne fa esplodere tutte le contraddizioni dell'umanità e la conferenza è chiamata ad aprire il Millennium round, il tavolo di discussione delle regole del commercio per l'inizio del terzo millennio. Ma il consiglio dei ministri dell'Unione europea riunito a Seattle prende atto che con gli Stati Uniti non c'è nemmeno l'accordo sull'agenda dei lavori, cioè sui temi per i quali negoziare. Per ora esultano solo gli uomini di James Hoffa, il capo del potente sindacato americano Afl-Cio: «Abbiamo vinto, siamo riusciti noi a far cambiare l'agenda al Wto». Per il resto confusione totale. Per un tema caldo come l'agricoltura, per esempio, il ministro americano Dan Glickman e la negoziatrice degli Usa Charlene Barshefsky sono costretti perfino ad annullare una conferenza stampa. E il capo degli agricoltori ribelli francesi José Bove ha fatto irruzione in un ristorante della catena McDonald's di Seattle: la sua carne contro gli hamburger americani. Bove aveva già assaltato un McDonald's in Francia. Fassino avverte «In altri casi questi problemi vengono sollevati più per una questione legata alla concorrenza e alla fine alimentano politiche ispirate al protezionismo da parte di chi è ricco» Il ministro De Castro bloccato nella nuova rappresentanza Ice Aggrediti i delegati della Colombia Moore contrattacca «Il confronto resta una cosa positiva Ma con questa gente è difficile il dialogo»