Troppi politici al festival delle carte bollate di Filippo Ceccarelli

Troppi politici al festival delle carte bollate Alcune vengono utilizzate come pretesti o segnali; abbondantemente battuta la Prima Repubblica Troppi politici al festival delle carte bollate Filippo Ceccarelli IO querelo, e tu? Cosa è diventata infatti la politica italiana se non la prosecuzione della guerra per mezzo di querele? Riepilogo: Berlusconi, che è il capo dell'opposizione, ha querelato il giudice che lo ha rinviato a giudizio. Lo stato maggiore dei Ds, che è il più grande partito di governo, ha querelato Berlusconi. L'annuncio di questa seconda querela è venuto dall'onorevole Folena, che aveva già querelato Berlusconi lo scorso anno. La querelo-mania, o denuncio-filia ha dunque raggiunto negli ultimi tempi una intensità ragguardevole anche ai massimi livelli politici e istituzionali. L'altro giorno s'è saputo della querela del presidente del Consiglio D'Alema al disegnatore satirico Forattini; ma a sua volta D'Alema è stato querelato la settimana scorsa da alcuni esponenti di An per l'uso di un aereo di Stato che l'ha condotto a Bologna dove, sempre durante la campagna elettorale, in tema dì par condicio là candidata leghista Basianak ha presentato un esposto - se non è querela, c'è da star sicuri, è un esposto - contro Emilio Fede. Il quale Fede - per dire la formicolante circolarità delle querele sempre negli ultimi è stato querelato, insieme con Costanzo, dall'ex ministro Maróni. Intanto, il sindacalista Larizza aveva querelato l'Inps; così come altri esponenti di An (ma non gli stessi che avevano querelato D'Alema per l'aeroplano) hanno querelato la Lila (Lega per la lotta all'Aids) per via di un opuscolo. Non ci si stupirà, a questo punto, di apprendere che il segretario della Cisal Carbone ha querelato il senatore Antonio Di Pietro. Né di sapere che giovedì scorso, per malattia dell'imputato Craxi, non s'è potuto celebrare il processo per le due querele che lo stesso Di Pietro aveva a suo tempo presentato... Insomma, tanto si querela che chi non querela lo rivendica e fa notizia - vedi Cossiga. Come pure, nell'indotto dell'odierna querelo-filia, merita senz'altro una segnalazione chi si aspetta di essere querelato: «Se vogliono - dice l'onorevole Maiolo mi denuncino...». E chi addirittura si autodenuncia, come il berlusconiano Galan, offrendosi come soggetto particolarmente svantaggiato: «Non ho l'immunità parlamentare, io». Nessuno si chiede se sia davvero il caso di intasare tribunali, arricchire avvocati e riempire pagine e pagine di giornali o occupare preziosi minuti di tv. Le querele, in realtà, sono ormai come le ciliegie, una tira l'altra. Oppure, o anche, sono come certe farfalle, hanno una vita brevissima, giusto il tempo, di aprire le ali, di venir notate nel loro sgargiante fulgore. Si annunciano, volano per un pochino e buonanotte. Quanti hanno visto morire una farfalla? In alcuni casi non sono più neanche querele. Sono indizi, pretesti, proiezioni, segnali. Non per caso, ieri, Veltroni ha spiegato che la querela contro Berlusconi serve a «dare un segnale di stop». Le querele scaldano il clima, ma non impegnano e non hanno seguito. Servono ad altro: la politica, appunto, con altri mezzi. La politica di oggi, in altre parole, sfibrata com'è, continua a proclamare il suo primato, ma in pratica non appare più in grado di risolvere le controversie se non in via giudiziaria, per giunta appellandosi a una magistratura sempre meno supplente e sempre più sostitutiva. Di conseguenza produce più querele di quante ne abbia mai prodotte la Prima Repubblica in quasi mezzo secolo. Da qualche anno, inoltre, i politi¬ ci le usano per trasmettere un'idea rinforzata e semplificata di conflitto. Il giornalismo moderno adora il conflitto e l'intrattenimento a sfondo benefico (detto «solidarietà»). E' per questo, probabilmente, che parecchi politici annunciano querele predestinando i soldi, i milioni, i miliardi dell'eventuale risarcimento a profughi, orfanelli, bambini, tossicodipendenti e case per anziani. Il che dovrebbe illuminare l'indignazione, ma anche la grande bontà dei querelanti. La messinscena è spesso piuttosto grottesca, ma ha tutta l'aria di avere a che fare con processi profondi, e inesorabili. Con quel tanto di consolatorio che valutazioni come questa si tirano appresso, sembra che l'espansione del potere giudiziario - lo scrive il politologo Alessandro Pizzorno ne II potere dei giudici - sia comune a tutte le democrazie liberali mature. Ma qui in Italia, nel pieno del festival delle carte bollate, ci deve essere pure un qualche malefico rapporto tra l'abbondanza delle querele e il tasso d'inconcludenza dei politici. Per cui più si querelano fra loro, e meno combinano. Dalla querela di D'Alema a Forattini a quella di An al premier per l'uso di un aereo di Stato La Lega contro Fede, querelato con Costanzo dall'ex ministro Maroni

Luoghi citati: Bologna, Italia