LAURIE ANDERSON di Paolo Ferrari

LAURIE ANDERSON LAURIE ANDERSON SI chiude la frazione autunnale del programma di Musica 90, ed è un avvenimento di portata europea a porvi il sigillo finale, come si conviene alla decima edizione dell'importante rassegna promossa da Comune e Regione. Martedì 30 novembre e giovedì 1° dicembre è infatti di scena al Teatro Regio la nuova opera di Laurie Anderson, «Songs And Stories From Moby Dick», allestimento multimediale basato sulla letteraria balena di Melville. Uno show costruito per i grandi teatri, che ha esordito a metà novembre al Politeama di Palermo, e torna in Italia dopo il prestigioso passaggio al Festival D'Automne di Parigi, a riprova del grande feeling instauratosi ormai da anni tra l'artista d'avanguardia americana Anderson ed il pubblico europeo. Non vanno giù, a Laurie, gli Stati Uniti padroni del mondo, e nello show ciò viene detto a chiare lettere, tra letture, ispirati passaggi didascalici, melodie già conosciute e sperimentazioni sonore di nuova fattura. Meglio l'America di Melville e del capitano Achab, trasformate con la consueta pignoleria in un musica] ad alto contenuto tecnologico, gestito dalla minuta autrice di «Oh Superman», superdonna lei, in realtà, che il pubblico torinese già ebbe modo di apprezzare proprio al Regio per la straordinaria capacità comunicativa, tradotta in un inatteso uso della lingua italiana per spiegare, illustrare, avvicinare palco e platea, in ossequio ai dettami della pop art da cui partì la sua carriera. Era la New York di Lou Reed ed Andy Warhol, lei ci si buttò a capofitto con un violino ed un diluvio di idee. Spesso sola, con il suo strumento usato come un minuscolo opificio di rumori, la Anderson frequentava i festival minori, persino gli angoli di strada privilegiati dai busker. Poi venne il pop vero e proprio, sempre amministrato però in maniera originale e non allineata. Infine, l'era dei grandi progetti, delle sfide con la musica, la letteratura ed i luoghi della cultura ufficiale. Il «Moby Dick» è l'ultimo tassello di questo mosaico, che da trent'anni (ci perdonerà la gentile Laurie se ne smascheriamo l'anagrafe, ma che tanto furore creativo appartenga ad una signora over 50 è notizia non trascurabile) si snoda con rigore intellettuale e massima attenzione alle nuove tecnologie. Gran lavoro scenografico, dunque, effetti, laser e telecamere al servizio di un'equipe di 15 persone tra attori, musicisti, progettisti di luci e immagini: il bombardamento di sensazioni sul pubblico dura un'ora e quaranta minuti, ma la presenza della Anderson, con la sua propensione a raccontare e raccontarsi anche fuori dal testo di Melville, mettono al riparo dal rischio del naufragio. Gli spettacoli s'iniziano alle 21,15. Al Teatro Regio i posti sono numerati, ed i prezzi distribuiti su tre fasce: 35.000, 45.000 e 55.000 lire. Unico punto di prevendita è la cassa del teatro, in piazza Castello 215, prenotazioni telefoniche al Box Office, 011/56.1 1.262. Paolo Ferrari Inseguendo 3foBy picfi

Persone citate: Andy Warhol, Laurie Anderson, Lou Reed, Melville

Luoghi citati: America, Italia, Parigi, Stati Uniti