Cinque sani per sperimentare il vaccino anti-Aids

Cinque sani per sperimentare il vaccino anti-Aids Annuncio a Roma: «Si basa su una proteina che permette al virus di svilupparsi». Nel 2000 i test definitivi Cinque sani per sperimentare il vaccino anti-Aids «Ilfarmaco italoamerìcano funziona e non dà effetti collaterali» ROMA Si è dimostrato sicuro e non ha dato (.'fiotti collaterali il vaccino anti-Aids italoamerìcano sperimentato su 60 sieropositivi e, per la prima volta nel mondo, su cinque volontari italiani sani. Lo studio, i cui risultati sono stati presentati ieri a Roma nel congresso dell'Anlaids, è cominciato tre anni fa ed è stato condotto da Alessandro Gringeri nell'ospedale Maggiore di Milano. Il vaccino, basato sulla proteina Tat attenuata, o nato dalla collaborazione fra il gruppo americano di Robert Gallo, nell'Istituto di virologia dell'università di Baltimora, da quello francese' di Daniel Zagury, dell'università Curie di Parigi e, per la parte italiana, dal gruppo di Gringeri. I risultati sulla sicurezza riguardano le prime due fasi della sperimentazione, La terza fase, per verificare l'efficacia del vaccino, secondo Gringeri potrebbe partire in primaveraautunno 21)1)0 su alcune centinaia di sieropositivi (! un centinaio di volontari sani. Il vaccino di Gallo, Gringeri e Zagury si basa sulla proteina Tat, il motore che permette al virus Hiv di moltiplicarsi, e la utilizza dopo averla disattivata. La proteina è la stessa alla base del vaccino sviluppato da Barbara Elisoli nell'Istituto superiore di Sanità, che però utilizza la forma biologicamente attiva della Tat. «Abbiamo scelto di usare la forma inattivata della proteina ha detto Gringeri - perché riteniamo pericoloso utilizzarla nella forma attiva su persone sieropositive e immunodepresse». Diverso il punto di vista di Barbara Ensoli, che punta sulla proteina nel pieno dell'attività biologica: «Da 15 anni lavoro sulla proteina Tat e non ho mai visto effetti tossici prodotti da piccole quantità sugli animali». La forma attiva della Tat - ha aggiunto offre invece il vantaggio di indurre le cellule a produrre direttamente le difese immunitarie. Secondo i dati di Gringeri, nelle primedue fasi della sperimentazione il vaccino ha dimostrato di non causare effetti collate¬ rali, il livello dell'infezione sembra stabilizzato e si è osservata una produzione di anticorpi diretti contro la proteina Tat: «A questo proposito la risposta definitiva verrà solo dalla terza fase della sperimentazione, ma c'ò molto ottimismo». I pazienti sieropositivi finora arruolati nello studio provengono da tutta Italia e hanno tra i 18 e i 45 anni, mentre i cinque volontari sani hanno da 30 a 50 anni. Sperimentazioni basate sullo stesso vaccino sono state finora condotte, solo su pazienti sieropositivi, in Francia, Belgio e Israele. La novità, in questo caso, sono proprio i test su persone in normali condizioni di salute, in modo da verificare la possibilità di utilizzare il vaccino a scopo preventivo, per impedire cioè che avvenga l'infezione. Questo non significa però che, come accade invece in laboratorio su gruppi di scimmie, nei volontari sani debba essere iniettato anche il virus per avere una conferma definitiva della sua efficacia. [Ansa]

Persone citate: Alessandro Gringeri, Barbara Ensoli, Daniel Zagury, Gallo, Gringeri, Robert Gallo, Zagury

Luoghi citati: Baltimora, Belgio, Francia, Israele, Italia, Milano, Parigi, Roma