Ulster, dieci ex nemici nel governo della pace di Fabio Galvano

Ulster, dieci ex nemici nel governo della pace Nato nel castello di Stormont dopo momenti di suspense: cinque ministri a testa a cattolici e protestanti Ulster, dieci ex nemici nel governo della pace Fabio Galvano corrispondente da LONDRA E' stato il giorno che tutti sognavano ma in cui nessuno forse osava sperare: il giorno in cui, per la prima volta nella tormentata e sanguinosa storia del Nordirlanda, i nemici di ieri si sono uniti per gestire un futuro comune. Non sono mancati i contrattempi, gli spunti polemici, addirittura feroci mosse procedurali - Belfast è sempre Belfast - che avrebbero potuto spezzare quella fragile e incredibile alleanza in nome della pace; ma a 601 giorni dallo storico accordo del Venerdì Santo, l'Ulster ha vissuto un altro cruciale momento con la nascita, nel Castello di Stormont che in un passato non lontano i cattolici avevano sprezzantemente definito «un parlamento protestante fatto per i protestanti», del primo «governo» della provincia con la partecipazione del Sinn Féin, braccio politico dell'Ira e voce della minoranza cattolica più esasperata. «Siamo sulla soglia di un grande cambiamento», ha detto ieri il presidente del Sinn Féin, Gerry Adams, che in maniche di camicia ha sfidato il protocollo della grande occasione fra le moquettes azzurrine e i legni antichi dell'aula assembleare: «Nostro obiettivo resta la nascita di un'Irlanda unita, libera e indipendente. Riteniamo che l'accordo del Venerdì Santo sia la struttura di transizione che ci consentirà di conseguire quel legittimo obiettivo. Altri in quest'assemblea la penseranno in modo diverso Va bene così, perchè quello che abbiamo è la possibilità di perseguire i nostri sogni politici come partner, come uguali, nel reciproco rispetto, con tolleranza. (...) Gli unionisti non hanno nulla da temere dividendo il potere con noi. Il nostro futuro ci lega». Il sogno continua, dopo 601 giorni senza un proiettile e senza una bomba. Ad uno ad uno, secondo una procedura complicata quanto efficace, i capigruppo della nuova Assemblea nordirlandese - 108 deputati - hanno scelto i dicasteri per i loro ministri. Dieci poltrone per quel futuro di pace, per dimostrare al mondo che l'Ulster può rinascere. Oggi Peter Mandelson, il ministro per il Nordirlanda, presenterà ai Comuni un «devolution order» per restituire a quel governo i poteri tolti nel 1974 a uno Stormont tutto protestante di fronte alla crisi sempre più profonda. Domani la regina Elisabetta Firmerà la nuova legge, mentre il governo di Dublino modificherà gli articoli della Costituzione che rivendicano l'unione con le sei contee «irredente» del Nord. Giovedì il passaggio dei poteri, cioè la conclusione di questo passo sulla lunga via della pace, mentre l'Ira nominerà - è la sua parte del patto - il rappresentante che discuterà la distruzione dei suoi arsenali. Nel nuovo «governo» dell'Ulster ci sono cinque cattolici (tre dell'Sdlp, la formazione moderata del premio Nobel John Hume, e due del Sinn Féin) e cinque protestanti (tre unionisti e due del Dup, il bellicoso schieramento del reverendo Ian Paisley). E se può suscitare qualche malumore la decisione del Sinn Féin di affidare la Pubblica Istruzione a Martin McGuinness, ex militante dell'Ira considerato oggi con Adams il più potente nel movimento repubblicano, non meno ha colpito la nomina allo Sviluppo Regionale di Peter Robinson, braccio destro di Paisley che ha ribadito ieri la sua intenzione di usare «ogni oncia» del suo potere per ostacolare il cammino del nuovo esecutivo. L'altra esponente del Sinn Féin, Bairbre de Brun, ha la Sanità mentre all'unionista Sir Reg Empey sono andati Imprese, Commercio e Investimenti; e a Mark Durkan, dell'Sdlp, le Finanze. Gli altri dicasteri di questa devolution, o autonomia, sono Agricoltura, Cultura, Ambiente, Sviluppo Sociale, Università. I dieci ministri opereranno sotto la guida del «first minister», il leader unionista David Trimble che coraggiosamente ha manovrato il suo partito - incerto fino all'ultimo - verso l'accordo. Il suo vice è un cattolico dell'Sdlp, Seamus Mallon, che a luglio - (mando pareva che il Venerdì Santo naufragasse - si era dimesso per protesta contro il ritiro degli unionisti. Ed è stata proprio la sua «ricandidatura» a creare ieri il primo scontro fra i nemici di sempre: con Paisley e il suo Dup (hanno anche provato senza successo a far votare l'illegalità del Sinn Féin al governo) nella veste di guastafeste, pronti a lanciare accuse di collusione fra gli odiati «papisti» e Mandelson. L'ordine del giorno presenta¬ to dal ministro di Blair ha portato a una sospensione dei lavori, poi a due ore e mezzo di acceso dibattito che hanno provocato qualche brivido - oltre ai ritardi nella giornata della pace. E' stato Trimble, non più uomo di parte ma guida del nuovo Ulster, a pronunciarsi per la rinomina di Mallon. E alla line, secondo copione, tutte le pedine hanno trovato la loro collocazione. Ma che Ulster sarebbe stato, senza un po' di suspense? Giovedì lo scambio dei poteri e l'Ira farà il primo passo per distruggere gli arsenali , Il presidente del Sinn Fein Gerry Adams (al centro) con due dei ministri cattolici nominati ieri: a destra Martin McGuinness a sinistra Mitchell McCoughin