In Iran guerra dei giudici al Presidente

In Iran guerra dei giudici al Presidente Cinque anni per «bestemmia e intelligenza con il nemico» all'ayatollah Nouri, alleato del capo dello Stato In Iran guerra dei giudici al Presidente Leader riformista in carcere TEHERAN In quello che si presenta come il processo più importante dalla fondazione dello Stato islamico, il tribunale speciale per il clero ha condannato Abdullah Nouri, un autorevole e popolare riformista, a cinque anni di reclusione e a una multa di 15 milioni di rial (circa cinque milioni e mezzo di lire) e ha ha ordinato la chiusura di «Khordad», giornale di stampo liberale fondato da Nouri. Questa sentenza, pronunciata da un sistema giudiziario controllato dall'ala più conservatrice dell'establishment, sottrae ai riformisti il loro più importante candidato alle prossime elezioni parlamentari, previste in febbraio. Nouri è uno stretto collaboratore di Mohammed Xhatami, il presidente moderato iraniano, e quest'anno ha raccolto il maggior numero di voti nelle elezioni comunali. In un altro tentativo di soffocare la stampa liberale, sabato una seconda corte ha condannato Mashallah Shamsolvaezim, capo redattore di un'altra testata riformista, a tre anni di reclusione. Lapidario il suo commento: «Guanto è accaduto a Nouri e a me è pur sempre un passo avanti. Ancora pochi anni fa intellettuali e riformisti si sarebbero visti infliggere la pena di morte o comunque sarebbero stati eliminati. Ora invece ricevono soltanto la prigione». Nouri, un membro del clero che svolse un ruolo importante nella Rivoluzione del 1979 e che fu obbligato a dimettersi dall'ala conservatrice del Parlamento un anno dopo essere stato eletto da Khatami, è stato accusato dalla Corte di atti anti islamici, quali l'aver insultato l'Islam e l'ayatollah Khomeini, bestemmia, pubblicazione di articoli sacrileghi e intelligenza con il nemico - in sostanza, Israele e Stati Uniti, con cui tentava di migliorare i rapporti. Durante il processo Nouri si è difeso attaccando l'autorità costituzionale della Corte e di conseguenza i poteri del successore di Khomeini, l'ayatollah Ali Khamenei. Uno stretto collaboratore di Nouri, commentando la sentenza, ha detto che «la Corte è illegale e il verdetto inaccettabile». La gravità della sentenza ha sorpreso i diplomatici stranieri, che avevano pensato che le due fazioni avessero trovato un compromesso dopo i disordini dello scorso luglio. Una delle numerose accuse rivolte a Nouri era il suo sostegno alla riapertura di un dialogo con gli Stati Uniti. I diplomatici temono ora che la sentenza rallenterà il processo di apertura all'Occidente che è cominciato con le visite del Presidente in Italia e in Francia. Durante il processo Nouri ha lanciato un appello ai suoi numerosi sostenitori chiedendo loro di rimanere calmi e di non intraprendere manifestazioni di protesta. Ciononostante i giornalisti iraniani hanno segnalato proteste a Isfahan, città natale di Nouri. Khatami, che vinse le elezioni presidenziali nel maggio del 1997 ed i suoi sostenitori riformisti sperano di vincere le elezioni parlamentari e di sottrarre ai conservatori le leve di potere che comprendono il sistema giudiziario e i sistemi di sicurezza. Il caso Nouri mostra come in Iran il dibattito sul futuro dello Stato islamico e sul grado di controllo delle autorità religiose sulla gestione del Paese stia emergendo ad un livello sempre più pubblico. Nonostante la chiusura dei giornali riformisti i direttori si sono impegnati ad aprire nuove testate. Ali Hekmat, il capo redattore di «Khordad» ha affermato che riaprire il quotidiano con un nuovo nome è «il nostro dovere morale, sociale e nazionale». [e. st [e. St.] Un altro dissidente condannato: «E' un passo avanti, un tempo ci avrebbero eliminati» .v'" ■ :"" 'vi- Abdullah Nouri, 50 anni, si difende davanti al Tribunale speciale islamico dalle accuse che gli hanno mossogli ayatollah

Persone citate: Abdullah Nouri, Ali Khamenei, Hekmat, Khatami, Khomeini, Mohammed Xhatami

Luoghi citati: Francia, Iran, Israele, Italia, Stati Uniti, Teheran