Scommessa sulla buona fede dell'Ira di Fabio Galvano

Scommessa sulla buona fede dell'Ira Il leader unionista: mister Adams, noi abbiamo fatto il salto, veniteci dietro. Già domani il nuovo «governo» Scommessa sulla buona fede dell'Ira Ulster, sì protestante alla pace prima del disarmo Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Incerti, preoccupati, divisi al limite deìla spaccatura interna; ma dagli unionisti nordirlandesi, la principale formazione protestante dell'Ulster, è venuto ieri il sofferto sì per raccogliere la promessa di pace racchiusa nell'accordo del Venerdì Santo. Trascinati dal loro leader David Trimble, che sul risultato di questo voto aveva puntato la sua intera carriera politica, gli unionisti hanno dato il loro assenso alla formazione - già la prossima settimana - del primo esecutivo nordirlandese (una specie di «governo» nell'ambito della «devolution» offerta da Londra) senza che l'Ira abbia ancora consegnato una sola delle sue anni. Ma c'è anche un ultimatum per i repubblicani. «Abbiamo fatto la nostra parte ha detto ieri Trimble - Mister Adams, adesso tocca a voi. Noi abbiamo fatto il salto, veniteci dietro». Come se non bastasse, il consiglio unionista ha deciso ieri che concederà il suo «assenso definitivo» a febbraio, e soltanto se l'Ira avrà mantenuto le promesse di disarmo. In caso contrario, Trimble e i suoi ministri si dimetteranno e il «governo» della provincia si frantumerà. Erano venti di pace, dopo le tensioni delle scorse settimane, quelli che spiravano ieri sera sulla capitale dell'Ulster. «E' sì», proclamava a tutta pagina un'edizione straordinaria del «Belfast Telegraph». Il voto (480 a 349, il 58% di sì) rivela tuttavia quanto sia stato controverso il salto nel vuoto voluto da Trimble, l'accordo sulla fiducia concesso ad Adams. «Un giorno molto triste», commentava infatti William Thompson, uno dei sei deputati unionisti che ha minacciato di dimettersi il giorno stesso in cui sarà l'ormato l'esecutivo con la partecipazione del Sinn Féin. «Che Dio ti perdoni», gridavano gruppi di persone, davanti alla Waterfront Hall, all'indirizzo di John Taylor, uno dei fautori del no che all'ultimo momento si era invecu schierato con Trimble. Un passo decisivo, ma non l'ultimo. Lunedì si riunirà a Belfast l'Assemblea di Stormont, eletta l'anno scorso, e formerà il nuovo esecutivo. Ogni partito nominerà ministri in proporzione ai seggi. Agli unionisti, che avranno in Trimble il «first minister» della provincia, spettano tre dicasteri. Ma due - ed è questa la novità storica - andranno al Sinn Féin, braccio politico dell'Ira: i due candidati sono Martin McGuinness, deputato per il Mid Ulster ed ex comandante Ira a Derry, oltre che capo dei negoziatori nei lunghi mesi della trattativa, e l'insegnante Bairbre de Brun. Martedì i Comuni discuteranno e approveranno un Devolution Order (lo strumento legale per l'autonomia) nell'ambito del Northern Ireland Act. Giovedì i poteri verranno trasferiti al nuovo esecutivo. Lo stesso giorno l'Ira dovrà mantenere le promesse e nominare il suo rappresentante alle discussioni con la Commissione internazionale per il disarmo guidata dal generale canadese John de Chasteiain. Entro maggio, secondo l'accordo del Venerdì Santo, dovrà concludersi il disarmo dell'Ira. Ma prima di allora - a febbraio, appunto gli unionisti faranno il punto della situazione. Tutto salterà se le protesti; non saranno mantenute. E' un ben preciso limite al sì di ieri, subito denunciato da Adams come «estraneo» all'accordo del Venerdì Santo. «E' il modo sbagliato di procedere - ha detto il presidente del Sinn Féin - alimenterà le incertezze e terrà in vita le speranze di chi vuole respingere l'accordo». Ma al di là di quell'inevitabile presa di posizione formale, anche in campo repubblicano spirava un visibile ottimismo dopo la «ricerca di libertà, giustizia e pace in Irlanda» proclamata undici giorni fa dall'Ira. «E' ora di entrare in una nuova era - ha commentato Tony Blair abbiamo le migliori prospettive da una generazione di cost mire una pace duratura». «Non si torna indietro - gli ha l'atto eco il primo ministro irlandese Bertie Alieni - è un'occasione d'oro, che molti ritenevano impossibile». Certo, gli ostacoli restano. Nel mondo unionista: «Come possiamo governare con chi ha assassinato la nostra gente?», domandava ieri Thompson, mentre il Savonarola dell'estremismo protestante, il reverendo lati Paisley, parlava di «un voto ili vergogna, che infanga le tombe delle vittime innocenti». Ma anche per i cattolici. Tocca ora all'Ira, infatti, raccogliere la sfida di Trimble e «fare il salto». A febbraio la verifica: se l'Esercito repubblicano non avrà consegnato i suoi arsenali, tutto potrà saltare I I I PROSSIMI PASSI DOMANI si riunisce l'Assembleo di Stormonl e formo il nuovo esecutivo (il "governo" del Nord Irlanda): ogni partito nominerà ministri sulla base della sua percentuale di seggi. MARTEDÌ il Parlamento britannico discuterà e approverà un Devolution Order (lo strumento legale per l'autonomia) nell'ambito del Northern Ireland Ad. GIOVEDÌ poteri vengono trasferiti al nuovo esecutivo. Lo stesso giorno l'Ira nominerà il suo rappresentante alle discussioni con la Commissione indipendente internazionale per il disarmo guidata dal generale canadese John de Chasteiain. ENTRO MAGGIO secondo l'accordo del Venerdì Santo deve concludersi il disarmo dell'Ira. Il leader unionista David Trimble: la sua linea ha ottenuto 480 si contro 349 no

Luoghi citati: Belfast, Irlanda, Londra, Nord Irlanda, Ulster