«Clicca alla voce razza c'è un bianco da salvare» di Anna Masera

«Clicca alla voce razza c'è un bianco da salvare» I SITI CONTRO I NERI ,GLI EBREI E I GAY «Clicca alla voce razza c'è un bianco da salvare» internet Anna Masera LA lumie page mostra due computer e una scritta inquietante: «We'reeverywhereyou are» (Siamo dovunque voi siale). Dentro, si trovano le «posizioni» del gruppo. Un esempio? Alla voce «razza» si spiega che «la vera minoranza sono i bianchi, che rischiano l'estinzione», per questo vanno protetti. Alla voce «politica internazionali!» si caldeggia «la liberazione dell'America del Nord dai non-americani alieni e per di più nemmeno bianchi». Il sito di WAR (che vuol dire «guerra», ma in realta si tratta delle iniziali di «White Aryan Resistance», cioè Resistenza Ariana Bianca) è uno dei pochi siti razzisti accessibili su Internet senza ricorre- • rea trucchi per nascondere la propria vera identità. Si trova su www.resisi, corn e a fondarlo e stato Tom Metzger, un tecnico elettronico che si presenta con tanto di foto con cappello di cowboy: (il anni, vedovo con (ì figli e nove nipotini, un curriculum di guai con la Giustizia americana spiattellato ai quattro venti. Gratis. Sulla Grande Rete Mondiale. Il motore di ricerca Altavista conta 1.240.270 pagine Web che contengono la parola «hate» (ma tra questi c'è anche il sito «I Hate Itili Gates.com») e 13.395 che contengono la stessa parola in italiano («odio»): la differenza rispecchia semplicemente il diverso sviluppo di Internet in Italia e oltreoceano, non la diversa quantità di odio. Il fenomeno del razzismo online è anche nostrano. Leggere per credere: «Ricordatevi, i delinquenti sono per la meta terroni e per l'altra extracomunitari. E'quindi giunto il momento di inibire il proliferarsi di queste persone nella nostra bella Milano...considero importante far adottare l'uso, alla polizia milanese, di lanciafiamme»(firmato Alpino, york67(rì yahoo.com). Questo messaggio appare in una delle bacheche del sito della Lega Noni (www.leganord.org). Che i gruppi estremisti arrivassero anche nel cyberspazio era inevitabile. Il mondo virtuale riproduce fedelmente la realtà, con tutte le sue sfaccettature. Secondo uno studio del Centro Simon Wiesenthal.i siti che incitano all'odio e la violenza sono diverse centinaia. La maggior parte ili questi hanno contenuti razzisti : spaziano dalla propaganda contro i gay a quella contro i neri ai neo-nazisti. Fornitori di Inter¬ net come America Online e Microsoft Network fino a un paio d'anni fa avevano scelto di non censurare le pagine del Ku Klux Klan, per tutelare la libertà di espressione, diritto sancito dalla Costituzione Americana. Ma dopo le accuse arrivate dai responsabili della Anti-Defamation League, secondo cui (fuesta non deve essere una scusa per permettere propaganda razzista, hanno incominciato a cambiare atteggiamento e a respingere contenuti che incitano all'odio e alla violenza, soprattutto per tutelare i minorenni che accedono ai loro servizi via Internet. Ma il dibattito è appena incominciato. E' recente la decisione di Amazon (www.aniaz.on. com), la più grande libreria virtuale al mondo, di togliere dal cataloga Mein Kampf. La Rete telematica, sempre piii estesa e complessa da •ontrollare perchè senza confini nazionali, ospita anche i gruppi del ondamentalismo religioso. Come il californiano Institute of Historical Review (http://ihr.org), che dispone di due indirizzi Web, la Revisionisi Usa Experience e il Raven Web Site (http://ravenweb.8m.com/), che prende il nome dal direttore Greg Raven. I circoli neonazisti invece comunicano soprattutto attraverso le bacheche elettroniche, lutte attive 24 ore su 24. Non solo. In Rete c'è un intero arsenale: con immagini virtuali di armi vere, acquistabili online. Per i nostalgici della guerra fredda, c'è Russian Weapons (www.sevastopol.comweapons), un catalogo di armi dell'ex Unione Sovietica, con immagini e descrizioni accurate, mentre i collezionisti frequentano Armourer (www.annourer.unct.com), Arms Magazine (www.armifly.com/armsmagazine) e Militarla (www.militaria.com), per comprare e vendere anni. L'italiana Beretta è su www.beretta.it con lauto di mercanzia, mentre i maniaci del combattimento possono sfogarsi sul sito Us Military Combat Handguns (www.wvva.conV -dvelleux/milhguns.htni). C'è anche di peggio: come quello xenofobo amante dei videogiochi che qualche tempo fa aveva diffuso su Internet un videogioco clandestino per sparare sugli albanesi che sbarcano in Italia.

Persone citate: Altavista, Beretta, Greg Raven, Raven, Russian Weapons, Simon Wiesenthal, Tom Metzger

Luoghi citati: America, America Del Nord, Italia, Milano, Unione Sovietica, Usa Experience