La Germania si scopre corrotta di Emanuele Novazio

La Germania si scopre corrotta Si dimette il socialdemocratico che ha «ereditato» da Schroeder la presidenza della Bassa Sassonia: malversazioni La Germania si scopre corrotta Nuove accuse per i «fondi neri» di HelmutKohl Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO Il vento di tangentopoli raggek l'autunno politico tedesco Spandendo sospetti sempre piì pesanti sulle responsabilità dirette di Helmut Kohl nella gestione di fondi neri alimentati da «donazioni non dichiarate» di imprese e gruppi di pressione. Anche l'ex segretario generale della Cdu, Heiner Geissler, accusa l'ex Cancelliere oggi presidente onorario del partito: «C'era il bilancio ufficiale e c'erano altri conti: questi conti erano sotto la responsabilità del tesoriere e del presidente nazionale (Kohl, fino all'anno scorso)», ha ammesso ieri confermando le rivelazioni della «Sueddeutsche Zeitung». Secondo il quotidiano bavarese, l'ex Cancelliere ha finanziato per anni numerose organizzazioni del partito con «il denaro di conti segreti» alimentati da periodici versamenti. La replica di Wolfgang Schaeuble, successore di Kohl al vertice Cdu: un «revisore indipendente» controllerà tutti i conti del partito. Di fronte allo scandalo che minaccia di sconvolgere la Cdu e il suo padre nobile, il Cancelliere dell'unificazione, diventano un episodio quasi marginale le dimissioni del socialdemocratico Gerhard Glogowski, successore di Gerhard Schroeder alla presidenza della Bassa Sassonia e accusato di avere accettato le «sponsorizzazioni» di alcune industrie della regione. Più in chiaro, di aver fatto il viaggio di nozze gratis e di non aver pagato per quasi un anno l'appartamento di servizio ad Hannover, oltre a non aver versato nelle casse regionali la quota del suo stipendio di amministratore Volkswagen, come gli imponeva la legge. Ma è la possibilità che il Cancelliere più longevo e «storico» abbia mentito al Parlamento (tre giorni fa Kohl ha negato di essere stato a conoscenza dei conti segreti), a seminare panico all'interno di un partito che dopo la disfatta elettorale dell'anno scorso è da mesi, ormai, protagonista di una prodigiosa ripresa di consensi. Sono i dubbi improvvisi sull'onestà politica e personale del monumento Kohl, a sconcertare un Paese che ha vissuto il ciclone Mani Pulite con una attenzione compassata e a tratti ironica, alimentata dalla consapevolezza della lunare lontananza fra il malcostume politico italiano e le abitudini di casa. L'inchiesta avviata nelle scorse settimane sull'ex tesoriere della Cdu Walther Leisler Kiep - indagato in relaziono a una tangente da un milione di marchi pagata nel '91 per una fornitura di blindati all'Arabia Saudita - ha innescato invece un meccanismo che potrebbe avere conseguenze devastanti, per la Cdu e un Paese che almeno formalmente crede ancora all'etica della politica. La commissione parlamentare d'inchiesta inizierà il «processo» alla Cdu e a Kohl il prossimo febbraio, in coincidenza con le delicatissime elezioni regionali nello Sehleswig Holstein nel quale è candidato l'ex segretario generale della Cdu Volker Ruehe, anch'egli sfiorato dai sospetti. Nel frattempo, c'è da aspettarsi una guerra di logoramento combattuta a colpi di rivelazioni, anticipazioni, allusioni, accuse. Il materiale non mancherà, come sembrano confermare le dichiarazioni di Geisller, ma corno già lo stesso Kiep aveva anticipato: in una intervi¬ sta alla tv, l'ex tesoriere ha alluso alle responsabilità di Kohl affermando che «la presidenza del partito» era a conoscenza dello «stato delle finanze». Anche l'autore della «donazione» della quale non c'è traccia nella contabilità ufficiale, il mercante d'armi Karleinz Schreiber, lui seminato sospetti sui vertici Cdu: in una intervista a «Stern», lui ammesso di avere avuto contatti con l'attuale leader del partito, Wolfgang Schaeuble, per anni braccio destro di Kohl, e con il successore di Kiep, Brigitte Baumeister. Il cancelliere Schroeder aspetta in elegante silenzio, perché «tutti sono innocenti fino alla condanna». Ma i rappresentanti di socialdemocratici e Verdi nella commissione d'inchiesta avvertono: «La situazione si fa sempre più difficile, per la Cdu e il suo presidente onorario. Gli indizi sono schiaccianti». I compagni di partito finiti sotto inchiesta ammettono: «Il Cancelliere sapeva tutto» sa/m :£ m L'ex Cancelliere tedesco Helmut Kohl Sotto l'ex ministro della Sanità Heiner Geissler

Luoghi citati: Arabia Saudita, Bassa Sassonia, Berlino, Germania, Hannover