«Scuola, troppe riforme» Presidi pronti alla guerra

«Scuola, troppe riforme» Presidi pronti alla guerra I capi istituto vogliono un loro contratto «Scuola, troppe riforme» Presidi pronti alla guerra «Per assorbire i mutamenti ci vuole tempo» Berlinguer: stiamo avviando la trattativa CHIANCIANO che le risorse per questo ven- «Serve un black-out delle riforme, dopo l'overdose degli ultimi tre anni durante i quali nuove norme primarie e secondarie sono cadute sulla scuola in maniera alluvionale». Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi e direttori didattici, chiede «una sosta per avere il tempo necessario a assimilare le riforme e le novità da esse introdotte»: «Abbiamo la necessità di interiorizzare il cambiamento; aggiungere riforma a riforma ne mette in pericolo il successo e la realizzazione - spiega -, Lo dico soprattutto nell'interesse del successo dell'autonomia scolastica il cui processo non lo regola nessuno, meno che mai una struttura centralistica che si espropria delle proprie competenze. L'attuazione dell'autonomia è affidata agli operatori scolastici; hanno perciò bisogno di una sosta per assimilarla». Riuniti a Gbianciano per il loro quinto congresso, i capi istituto, che dall'I settembre del 2000 la riforma trasformerà in «dirigenti scolastici», affrontano i problemi derivanti dalla recente riforma della scuola che loro sono chiamati a gestire «garantendo l'effettiva attuazione dell'autonomia scolastica». Altro tema «caldo», il contratto di categoria. «È necessario l'allineamento delle nostre retribuzioni attuali a livello medio della dirigenza pubblica, dal ornale ci separano circa 25 milioni lordi l'anno - sottolinea Rembado -. Chiediamo Luigi Berlingue gano inserite nella Finanziaria attualmente in discussione, altrimenti proclameremo lo stato di agitazione fino allo sciopero di categoria». Infine, i rapporti tra organizzazioni dei lavoratori: «Non è più sostenibile - ha sostenuto Rembado - la doppia appartenenza, cioè avere la tessera dell'Anp e quella di un altro sindacato, sia esso la Cgil, la Cisl, la Uil o lo Snals. Dall'I settembre del 2000, il capo istituto diventerà dirigente pubblico si troverà, tra le . altre cose, le Rsu dall'altra parte del tavolo della trattativa. Come può avere in tasca la stessa tessera della controparte?». Pronta la risposta di Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione, dai microfoni dello stesso congresso: «Non rispondo alle minacce di | sciopero, posso solo dire che stiamo avviando la trattativa del contratto dei dirigenti pubblici e solo quando sarà conclusa si potrà valutarne le conseguenze». Intanto, l'innalzamento dell'obbligo scolastico ha portato quest'anno tra i banchi circa 30 mila studenti in piti, che nel 2000 saranno 47 mila. Come motivare cpiesti ragazzi che frequenteranno solo il primo anno di un ciclo che probabilmente non hanno intenzione di portare a termine? Come strutturare l'anno aggiuntivo perché non sia una «anno di leva» ma diventi una vera e propria opportunità formativa? Per rispondere a queste domande docenti istituzioni e associazioni si sono dati appuntamenti al convegno nazionale del Cidi, che si conclude oggi a Roma. r | Luigi Berlinguer

Persone citate: Berlinguer, Giorgio Rembado, Luigi Berlinguer, Rembado

Luoghi citati: Roma