Caltanissetta, la difficile eredità del «sindaco buono» di Francesco La Licata

Caltanissetta, la difficile eredità del «sindaco buono» LE COMUNALI IN SICILIA IL DOPO ABBATE E' UNO SCONTRO TRA EX DEMOCRISTIANI Caltanissetta, la difficile eredità del «sindaco buono» reportage Francesco La Licata inviato a CALTANISSETTA UN sindaco assassinato - anche se non dalla mafia ma da un «tossico» che gli rimproverava di «tenerlo disoccupato» - non è storia e:he si riesca ad archiviare frettolosamente. E perciò nessuna sorpresa se il fantasma di Michele Abbate - ucciso con una coltellata il 7 maggio di t|uest'anno - continui ad aleggiare nella memoria di questa città che domani si appresta ad eleggere il successore. Si fa presto a dire che «nessuno vuole caricare di significato improprio» la tragica vicenda del «sindaco buono». Si fa presto a negare, come fa Angelo Lomaglio, segretario cittadino dei ds, che la scolta del nuovo candidato - il farmacista Salvatore «Toto» Messana - possa essere stata dettata da una sorta di destino diti ha voluto l'aspirante sindaco di oggi primo seiccorriteire del povero Abbate morente. «Non è vero», giura Lomaglio. «Nessuno ha cavalcato questa suggestione» - aggiunge - «e chiunque in città, anche la parte avversa, può testimoniare». Eppure non c'è discorso elle non fàccia riferimento al ricordo di Michele Abbate. Persino il sen. Antonio Di Pietro, parlando ieri mattina in piazza Garibaldi, ha presentato «Totò» Messana come «la persona perbene» che andrà a prendere il posto di «un uomo giusto che non ha potuto concludere l'opera di rinnovamento della politica perché colpite) da mano assassina». E l'eeargomento Abbate», qualche metro più in là di piazza Garibaldi, quasi di fronte alla pasticceria Romano (dove il dibattito politico si alterna col semifreddo «misto Umberto»), vieni; speso por spiegare addirittura la mancata candidatura di un «buon cavallo» come l'ex andreottiano Raimondo «Rudy» Maira approdato al Cdu. «Non potevo dice Maira - candidarmi, dopo la morte di Mie:hele. Lui mi aveva battuto alle precedenti amministrative, anche se per causa di errori miei che non sto qui a ricordare. Se avessi accettato l'odierna competizione, la gente sarebbe stata autorizzata a pensare che volessi trarre vantaggio da quella tragedia. Mi sarei candidato se, alla scadenza normale, avessi potuto tentare la rivincita col povero Michele». Maira, comunque, «corre» lo stesso, forse per la presidenza del consiglio comunale. E di Michele Abbate parla anche «Totò» Messana, ovviamente ricordandolo come promotore di buon governo «dopo quarant'anni di dominio democristiano» e promettendo il massimo impegno nell'insistere sulla strada della «rinascita» di Caltanissetta, oppressa soprattutto da disoccupa- zione e siccità, ultima nelle classifiche del «buon vivere» per via di traffico e inquinamento. Sarà, quindi, per esorcizzare il ricordo del «sindaco buono», che il Polo ha deciso - in questo ultimo scorcio di campagna elettorale di movimentare la e:alma piatta del dibattito, attaccando la giunta Abbate per «tutto ciò che non è stato fatto o è stato fatto male». E' toccato al candidato del Polo, Francesco «Cesco» Panepinto (avvocato civilista, ex democristiano mai pentito, ex popolare; poi ritiratosi dalla politica), dare vigore alla competizione. «Ho solo risposto - dice - agli attacchi della controparte, ricordaneio qualche scelta sbagliata operata dalla precedente giunta». Un esempio? Risposta: «Come ha sempre fatto la sinistra, nel campo della cultura specialmente, ha mortificato l'orgoglio nisseno preferendo all'intelligenza locale qualche nome altisonante del Continente, pagato a suon di milioni». L'allusione va all'incarico dato a Pamela Villoresi, che è stata nominata consulente del teatro Margherita, riaperto dopo anni di restauri. Panepinto, comunque, non è uomo da battaglie scomposte: «Ho accettato di candidarmi, come indipendente, perché mi è stata assicurata piena autono¬ mia. Se; non saranno rispettati r patti, non mi resterà che chiedere il referendum. Io sono un nome) libero, pensi che ho lasciato i popolari calando ho visto che la politica si allontanava dalla i radi /.ione di De Gasperi e Dosse'tti per diventare esercizio di potere). L'avvocato «Cesco», per la v- ri' , sembra fosse stato sul punto di divenire il candidato del centrosinistra, prima che la scelta cadesse sul giovane farmacista. Questo non scandalizza nessuno, o tpiasi. Chi sta al centro - e Caltanissetta è città di centro (la de ha avuto fino al 52 percento dei voti) - «alla fine è destinato ad andare da un lato o dall'altro». E Panepinto giura che col Polo si sente piii autonomo. Il terzo e quarto incomodo si chiamano: Giuseppe Mancuso, avvocato ed ex sindaco, e Giuseppe Aiello, imprenditore senza partito, anzi contro i partiti. Mancuso si presenta con una propria lista, dal momento che è stato sospeso da Alleanza nazionale per non aver appoggiato, alle precedenti elezioni, il candidato del Polo, Rudy Maira, favorendo - dunque - la vittoria di Abbate e del centrosinistra. Riuscirà, fuori dal partito, a mantenere i suoi novemila e passa voti? Giuseppe Aiello è conosciuto rome «l'americano», per via della sua passione per gli Stati Uniti. La sua campagna elettorale? Porta a porta in perfetto slang siculoyankee, demonizzazione della poli tica ed esaltazione degli «interessi del cittadino». Vuole Caltanissetta come Las Vegas e Miami, vuole il Casinò, vuole l'aeroporto. Liberismo e concretezza, sono lo sue parole d'ordine. E a chi vuol metterlo in difficolta, chiedendogli come si sposi la liberta d'impresa con la presenza mafiosa, risponde: «Se è fatta bene, anche la malìa può servire». Viene quotato sui mille voti. . Gome finirà? Nessuno azzarda pronostici, neppure Forza Italia chi lispone, sembra, di sondaggi recenti In piazza Garibaldi, a comizi finiti, il vecchio disincantato osserva. «E' ancora un fatto tutto interno alla tic. Messana òdi famiglia democristiana; Panepinto è un de, ex assessore. Questi sono i candidai. ;hr co etano. E pure Abbaio , . .... .,i centro, anche se sostenute) dai 's». Il Polo attacca con Panepinto «Ho solo ricordato qualche scelta sbagliata della giunta precedente» Di Pietro: il candidato ds Messana è una persona perbene al posto di un uomo giusto che non ha potuto finire la sua opera di rinnovamento Due gli outsider Mancuso, ex diAn ora indipendente e lo «yankee» Aiello per cui «se fatta bene la mafia può servire» Michele Abbate, il sindaco di Caltanissetta assassinato con una coltellata il 7 maggio di quest'anno da un "tossico»

Luoghi citati: Caltanissetta, Las Vegas, Miami, Sicilia, Stati Uniti