« Contro di noi attacchi incivili »

« Contro di noi attacchi incivili » « Contro di noi attacchi incivili » Borrelli: non trovo aggettivi per qualificarli ■: MILANO «Ma perché, che ha detto questa volta?» Che siete un cancro per la nazione... Il procuratori! generale Francesco Saverio Borrelli, ascoltando le reazioni di Silvio Berlusconi al rinvio a giudizio decretato dal giudice Alessandro Rossato per la corruzione dei giudici romani, rimane di sasso. Poi, premettendo di non voler assolutamente alimentare la polemica, scandisce: «Posso solo augurarmi che i propositi d'intervento a difesa della categoria, che la giunta esecutiva dell'Anni ha formulato non piò di tardi di quattro giorni fa, si traducano in un effettiva azione che tutcìi i magistrati contro uttacchi di questo tipo». Quindi, l'ex- capo di Mani ;n:lite, ci pensa su e aggiunge: «Non vorrei spendere nemmeno un aggettivo per qualificare questi attacchi. Fermo restando che essere destinatari di aggressioni di questo genere non comporta la benché minima reazione di animosità nei confronti di chi li ha scatenati. Si tratta di attacchi che rimangono tuttavia un fatto estremamente grave sotto il profilo del costume istituzionale e che non hanno riscontri in alcuna altra parte del mondo civile». Tace invece il procuratore Gerardo D'Ambrosio che fa saliere di non voler assoluta¬ mente commentare fatti o provvedimenti che riguardano il suo ufficio: «E' una questiono di deontologia...». Mentre, più tardi, come auspicato da Borrelli, scende in campo l'Associazione nazionale magistrati per voce del segretario nazionale Claudio Castelli, gip a Milano, che risponde duramente alla polemica del Cavaliere: «L'imputato Silvio Berlusconi può dire quello che vuole. Ma Berlusconi, nel suo ruolo istituzionale, non può permettersi toni oltraggiosi del tutto ingiustificati come quelli usati. Bisogna sempre ricordare che la nonna costituzionale dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla leggo». E per quanto riguarda la decisione del leader di Forza Italia di denunciare à Brescia il giudice Rossato, Castelli aggiunge: «La prassi poi di denunciare i giudici che hanno deciso sfavorevolmente all'imputato è estremamente grave e si commenta da sola». Evita d'intervenire il presidente dell'Anni, Mario Cicala: «Non mi pare opportuno dice - aggiungere ulteriori valutazioni riguardo le iniziative assunte da un soggetto che in questo specifico ambito assume la veste di imputato». V Cicala quindi ricorda che, proprio l'altro ieri, un documento prodotto dalla giunta Anni, affermava tra l'altro che «non è accettabile che le decisioni dei giudici, quando non siano gradite a imputati eccellenti, formino oggetto non di critiche che, per quanto aspre, sono un fondamentale mezzo di verifica dell'operato della magistratura da parte dell'opinione pubblica, ma di insulto o di dileggio». Furibondo invece per la decisione di Berlusconi di denunciare il gup Rossato, è Ciro Riviczzo. segretario generalo del Movimento per la Giustizia: «Le strumentalizzazioni dei provvedimenti e delle sentenze dei giudici, lodati o attaccati a seconda della convenienza personale o politica, vanno decisamente respinte, a prescindere da che parte provengano. Si chiede ai magistrati di tenere il dovuto riserbo sulla loro attività e di evitare polemiche dannose per l'immagine di imparzialità della magistratura, sennonché magistrati spesso sconosciuti, che non hanno aperto bocca ma hanno solo svolto la loro doverosa attività, per questo sono stati oggetto d'insulti e dietrologie». Per Riviezzo è necessario che «gli organi preposti a garantire l'autonomia della magistratura si adoperino per stigmatizzare attacchi che, per toni e contenuti, rischiano non solo di offendere l'onore e la dignità dei singoli, ma di condizionare l'operato degli organi giudiziari». |p. col.] Castelli: come imputato può dire ciò che vuole Mail ruolo istituzionale gli impone altri toni ...

Luoghi citati: Brescia, Milano