«Ingresso Enei nella tv? Cose da Medioevo»

«Ingresso Enei nella tv? Cose da Medioevo» Il presidente di Rcs polemizza con gli investimenti del colosso elettrico nel settore televisivo «Ingresso Enei nella tv? Cose da Medioevo» Romiti denuncia il rischio di degrado della competitività italiana ROMA Gli investimenti dell'Enel nella televisione non piacciono affatto al presidente della Rcs, Cesare Romiti: «11 problema è che questa decisione, diciamo del principe, è stata presa da un'azienda pubblica che non può fare l'operatore privato». Una dura presa di posizione fatta ieri, intervenendo a un convegno liberal sulle telecomunicazioni, con un chiaro riferimento all'ingresso del colosso elettrico in Tele +. «Che un'azienda privata voglia entrare nella tv e paghi por questo importi di notevole rilevanza, e rischi in questo settore, è un problema di azienda. Ma che un operatore pubblico possa permettersi questo non è possibi¬ le e tutto ciò non è accaduto 10 anni fa, ma ora, quando cioè tutti si riempiono la bocca su quanto è bello privatizzare. Non è poi da sottovalutare il fatto ha proseguito il presidente di Rcs - che T'annuncio dell'interesse per il business televisivo è avvenuto quasi in contemporanea con la decisione di entrare nel settore dell'acqua con l'acquisizione dell'Acquedotto Pugliese. Mentre parliamo di grandi novità tecnologiche e di "e-conimerce" avvengono queste cose da Medioevo». A proposito di commercio elettronico, poi, secondo Romiti, nelle condizioni attuali dell'Italia, rischia di non decollare mai. Ed ha criticato anche l'entità delle risorse destinate al settore dalla Finanziaria: «Ma quale commercio elettronico - ha commentato - in Italia non funzionano le infrastrutture, e questo è un problema di cui si deve occupare lo Stato, non certo i privati». I soldi destinati dalla Finanziaria al settore (intorno ai 150 miliardi) «servono solo a creare una vetrina per le merci italiane all'estero. In queste condizioni l'e-commerce non si farà mai». Ma non è tutto. Commentando con i giornalisti, a margine del convegno, i dati che mettono l'Italia ultima in Europa per l'andamento della crescita, Romiti ha sostenuto che si profila il rischio di un «gravissimo degrado» della competitività del nostro paese. «Molto importante il documento della Confindustria presentato da Fossa - ha sottolineato - perché vi sono elencati tutti i punti di confronto tra la situazione italiana e quella degli altri paesi. È una lettura che lascia un po' angosciati. Sono condizioni che devono essere superate perché la competitività italiana sta degradando, non in modo traumatico se considerato di giorno in giorno, ma certamente traumatico se si valuta la situazione di sei mesi in sei mesi, e questo è gravissimo». Il presidente di Rcs non è comunque pessimista, a certe condizioni: «Si può certamente invertire la tendenza: è un problema di volontà del paese e di quanti nel paese operano. E poi c'è naturalmente - ha concluso - il problema fiscale», [fra. bui.1

Persone citate: Cesare Romiti

Luoghi citati: Europa, Italia, Medioevo, Roma