Bologna, il Duemila sotto il segno dell'arte di Fiorella Minervino

Bologna, il Duemila sotto il segno dell'arte A gennaio si apre la Fiera internazionale Bologna, il Duemila sotto il segno dell'arte Quattro giorni dedicati ai musei alle gallerie e alle nuove tendenze Fiorella Minervino MILANO Quello che negli Anni Settanta pareva un problema spinoso o quanto meno un sogno impossibile, cioè l'integrazione fra pubblico e privato, museo e mercato, oggi prende vita e fiato in «Arte Fiera 2000». Un appuntamento che vuol imporsi come nuovo e ai massimi livelli europei. La manifestazione, che aprirà i battenti il 27 gennaio a Bologna, ospiterà per quattro giorni 200 gallerie italiane e straniere, case editrici, musei. L'ambizione, come ha spiegato in un'affollata conferenza stampa ieri mattina, al Palazzo Marino alla Scala di Milano, il presidente di Bolognafiere Luca di Montezemolo, è proporre una sorta di museo aperto, aggiornato alle tendenze ultime, capace di coniugare le 20 gallorie selezionate con La Galleria d'Arte Moderna di Bologna. È questo uno dei musei più vivaci in Italia che, per l'occasione, allestirà una mostra curata dai direttore Danilo Eccher, presente a Milano, e da Achille Bonito Oliva. Si intitolerà «Appearence» - maschera e mutazione - e presenterà sei artisti "giovani": Mariko Mori, Yasunasa Morimura, Tony Oursier, Andres Serrano e il nostro Ontani. La rassegna emigrerà poi a New York con tutto il suo carico di trasgressione. Altra novità: l'intera sede della Fiera è ripensata e ridisegnata da un architetto di primo piano come Pier Luigi Cerri, che ha avviato il lavoro proprio per Arte Fiera. Ventimila metri quadri, distribuiti in diversi padiglioni, ristudiati e suddivisi in una zona per le gallerie, in un'area dedicata ai dipinti di vaste dimensioni e in uno spazio per la scultura, velando le strutture e offrendo un'atmosfera lieve, aerea, quasi "Zen"; seguirà inoltre uno spazio buio per la scultura di luce. All'esterno, la violenza dei colori dei padiglioni sarà attenuata, mentre all'interno un filo rosso condurrà e dirigerà i visitatori, e una nuova toponomastica semplice ed efficiente, indicherà vie, strade, piazze. Infine il «Melting point», punto di incontro e di raccolta di stampe, multipli, riviste ed edizioni d'arte, nonché rappresentanze di istituzioni museali europee, «la Fiera - spiega Cerri - è un modello che deve comunicare un evento diverso nella città, e che quindi necessita di un progetto flessibile e sistematico, come quello c^he abbiamo cercato di realizzare». Sono previste anche altre iniziative, tra cui un interessante dibattito, curato da Anna Detheridge, dal titolo «I centri della arti contemporanee dal globale al locale», per riunire le istituzioni più importanti e discutere i problemi dell'arte e dei suoi spazi. Vi parteciperanno direttori di grandi musei, di centri che stanno nascendo, come quelli non profit o dedicati allinterdisciplinarietà di arte e media. Si affronterà la questione dei nuovi musei, come la New Tate Gallery e il Guggenheim di Bilbao, in previsione del Centro delle Arti Contempoeanee che nascerà a Roma. Verrà inoltre consegnato, il 28 gennaio, il Premio Targetti Art Light: un nuovo riconoscimento, destinato a tre giovani sotto i 35 anni che lavorano a «quadri di luce». In una città come Bologna, che diventa sempre più importante e che nel 2000 sarà una delle 9 capitali europee della cultura, le premesse per ottimi risultati ci sono tutte.