Stop alle inchieste con gli 007 di Giovanni Bianconi

Stop alle inchieste con gli 007 Ribadita dal Comitato parlamentare sui servizi la «linea totale di separatezza» tra Procure, Sisde e Sismi Stop alle inchieste con gli 007 Vietato aipm chiedere aiuto ad agenti segreti Giovanni Bianconi ROMA E' successo nell'inchiesta sull'omicidio di Marta Russo, ma non solo. E' successo col giudice milanese Salvini, ma non solo. In tanto altre occasioni - troppe, dicono ora i ('controllori» dogli 007 - i magistrati hanno utilizzato uomini e mezzi dei Servizi segreti nelle loro indagini, e questo ò «illegittimo». Perché è vieta lo dalla legge e perché questa «prassi»diventa una mina vagante all'interno delle stesse inchieste e dei processi. D'ora in poi non dovrà più succedere, I/allarme e lo stop arrivano dal comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti (Cis), che in una relazione di 53 pagine ha analizzato a fondo un problema apparentemente solo tecnico e poco comprensibile ai non addetti ai lavori, ma in realtà gravido di implicazioni e conseguenze molto concrete. Come, appunto, il caso del processo Marta Russo. Ricordate il famoso videochoc con Gabriella Alletto che in lacrime giurava sui suoi figli di non aver mai visto nessuno nell'aula 6 di Filosofia del diritto? Quell'intercettazione filmata fu realizzata con apparecchiature' prese in prestito dal Sisde, su richiesta e autorizzazione della Procura di Roma, ma dall'indagine condotta dal Cis ò venuto fuori che anche qualche 007 fu chiamato per assistere i poliziotti, in caso di necessita, nell'uso di quelle sofisticate attrezzature. Ebbene, se i giudici della Corte d'assise di Roma avessero voluto anelare a fondo in quella vicenda, avrebbero potuto chiedere i nomi di quegli agenti, e il Sisde avrebbe potuto opporre resistenza per non "bruciare" i propri uomini; in teoria sarebbe potuto intervenire il governo, ponendo nientemeno che il segreto di Stato. Tutto questo, spiega il presidente del Cis Franco Frattini, equivale a una "bomba atomica" che dev'essere disinnescata al più presto; nel caso specifico, «dotando delle apparecchiature necessarie le competenti strutture di polizia giudiziaria», senza costringerle a ricorrere ai servizi segreti, e più in generale non superando mai il confine imposto dalla legge in virtù della «piena e perdurante validità del principio istituzionale per cui tra autorità giudiziaria penale e servizi di informazione e sicurezza non possono intercorrere relazioni dirette di alcun genere». Il giudice milanese Guido Salvini, invece, fini sotto inchiesta disciplinare «per essersi avvalso di un operatore del Sismi per l'espletamento di atti d'indagine» mentre stava lavorando sulla strage di piazza Fontana; il Csm lo ha assolto, ministro e pg della Cassazione- hanno presentato ricorso, ma per il Cis il proble¬ ma rimane: l'«incomunicabilità» tra il mondo giudiziario e quello degli 007 dev'essere talmente rigida che anche di fronte a precise richieste di un magistrato i servizi segreti devono rispondere no. «E' difficile sostenere si legge nella relazione - che non abbiano il dovere di mantenere la linea di separatezza totale che li divide dall'autorità giudiziaria, eventualmente sottraendosi a richieste o sollecitazioni di quest'ultima che, sia pure per ragioni di giustizia, quella linea tendessero a forzare». Tra il '97 e il '98 il Sisde «ha prestato complessivamente 337 interventi» a favore dei magistrati; di questi, 292 riguardavano inchieste sulla criminalità organizzata, 16 il terrorismo e l'eversione, 29 «minacce diversificate». Nel 1999 gli interventi sono già stati 102, tutti per fatti riguardanti il crimine organizzato e l'eversione. C'è insomma una «prassi consistente» di collaborazione degli agenti segreti nelle inchieste giudiziarie, dovuta anche al fatto che mancano «specifici riferimenti normativi» in mate¬ ria, ma questo non significa che sia consentita o legittima: «Il comitato ritiene privi di base legale tanto la richiesta di supporto tecnico, quanto l'utilizzazione di personale dei servizi per accertamenti». E in attesa che il Parlamento recepisca il lavoro del comitato e trovi delle soluzioni attraverso nuove leggi, il presidente del Cis Frattini avverte: «Da oggi le Procure e le polizie giudiziarie dovranno attrezzarsi, perché se in futuro si verificheranno altre azioni di questo tipo saranno definite violazioni». Franco Frattini presidente del Cis «Salvato il principio adesso bisognerà dotare di strumenti tecnologici adatti chi si occupa delle indagini» Il presidente del Comitato di controllo sui Servizi Franco Frattini

Persone citate: Franco Frattini, Frattini, Gabriella Alletto, Guido Salvini, Marta Russo, Salvini

Luoghi citati: Cis, Roma