Bologna, scende in piazza Di Pietro di Fabio Martini

Bologna, scende in piazza Di Pietro A due giorni dalle suppletive l'ex pm distribuisce volantini, poi si scontra col presidente dei commercianti Bologna, scende in piazza Di Pietro D'Alema: il voto, un esame per il governo Fabio Martini inviato a BOLOGNA Ben allineato sul tavolo ci sono le cresccntine calde, il vino novello e la mortadella tagliata a fette grosse. Da «Tamburini», la salsamenteria più famosa di Bologna, c'è l'atmosfera giusta per festeggiare Arturo Parisi e il suo sponsor di giornata, il senatore Antonio Di Pietro. lì invece, pochi attimi prima di lanciarsi sulle cibarie, scoppia l'incidente. Leonardo Centonze, presidente dei commercianti del centro di Bologna, sta spiegando quanto sia grave il problema degli sfratti per i commercianti della città, sostiene che «la sinistra ha dimostrato poca sensibilità su questo problema», ma confida nell'iniziativa di Arturo Parisi. 1-a parola è al professore. Con la penuria di voti che c'e in gira, l'arisi sa che ora non deve sbagliare una parola. Ma non appena inizia a parlare, alle sue spalle si sente la voce tonitruante di Di Pietro: «Ma questa e demagogia!», dice 'fonino rivolto al presidente dei commercianti. Che replica subito: «Senatore, non si permetta!». E Parisi, nel gelo della salsamenteria : «Ma certo, quello degli sfratti è un problema serissimo...». Con un po' di pazienza, con la medizione dell'ex sindaco Walter Vitali, la tensione si abbassa e alla fine Centonze alza il calice assieme a Parisi. Certo, un infortunio veniale. Ma Antonio Di Pietro era venuto a Bologna con l'intenzione di dare una mano a Parisi e alla fine l'incidente da «Tamburini» ha un po' attenuato l'effetto-spot, garantito dalla passeggiata del senatore per le strade del centro di Bologna. Dopo quei dieci minuti da «Tamburini» erano lutti neri: Di Pietro, convinto che era stata sbagliata la «regia» della sua perfomance bolognese, ma anche Parisi, un po' contrariato per come erano anelale le cose. Il professore lo sa: in una competizione incerta come quella per il collegio 12, basta poco per giocarsi l'intera posta. Che va al di là della stessa attribuzione del seggio. Lo ha sottolineato lo stesso D'Alema in un'inlevista all'Unità: «Dal voto di domenica - ha detto il premier - la maggioranza può uscire rafforzata. Non c'è dubbio che alla prova del voto c'è anche la strategia del centro sinistra. (Ili elettori sanno che se votano per i candidati dell'opposizione indeboliscono il governo, mentre se votano per i candidati che si impegnano a sostenere il governogli danno forza». Ma Parisi e Di Pietro non hanno certo litigato: personaggi agli antipodi, già da tempo i due hanno finito per trovare un feeling, come talvolta accade tra diversissimi. Parisi chiama Di Pietro «Toni» e l'altro gli si rivolge sempre con un certo rispetto. Come quando i due si sono incontrati in Piazza Maggiore: Parisi ha proteso la mano destra, Di Pietro si è messo scherzosamente sull'attenti. E tra i due c'è una confidenza che li porta a punzecchiarsi con battutine, come quella con la (male Parisi ha accolto Di Pietro, arrivato in ritardo in piazza: «Era tre giorni che Di Pietro viaggiava. Lui ogni volta che sbaglia, torna a Montenero e ricomincia il viaggio...». Di Pietro «abbozza»: «Ma no, Bologna è il centro del mondo». Poi inizia il porta a porta. Parisi, che nei giorni scorsi si era vietato di entrare nei negozi, varca la porta di una frutteria e dice: «Posso presentarmi?». Ma Di Pietro non lo accompagna e Parisi più tardi lo «riprende»: «Toni ti devi fermare...». Ma Di Pietro fa il suo lavoro con la solita generosità. Distribuendo volantini, si rivolge ai passanti con battute di tutti i tipi: «Io sono l'addetto alla distribuzione al minuto», «le dò un consiglio che non sbaglia mai: voti Parisi, che è una persona seria», «non si faccia frega'». Non mancano i bolognesi che rincorrono Tonino, gli chiedono autografi e una signora arriva a dirgli: «Senatore Di Pietro, la facevo più piccolo...». Si inserisce Parisi, che a dispetto delle apparenze è un gran battutista: «Il piccolo sono io! Il mio avversario Tura si faceva passare per Davide contro Golia. Ma Golia è lui: c'ha due centimetri più di mei». Poi si infilano tutti da «Tamburini». L'incipit di Di Pietro è gioioso: quando vede salumi e vino, grida : «Chi mangia da solo si stroz- za!». L'ex sindaco Vitali cerca di creare il clima giusto, ma il rappresentante dei commercianti è molto deciso, vuole impegni concreti per quegli sfratti che incombono sui commercianti del «quadrilatero» bolognese, rimprovera i consiglieri comunali della sinistra bolognese. Di Pietro sente aria di «trappola» e comincia a protestare: «Ma Parisi che c'entra? Lei sta mischiando le carte...». Il clima si scalda e scoppia l'incidente. Ma questo giovedì 25 novembre ha finito per trasformarsi in una specie di venerdì 17 per i due candidati: mentre Parisi e Di Pietro erano impegnati in salsamenteria, il candidato del centrodestra, il settantenne Sante Tura, era andato a far visita alla squadra del Bologna allo stadio Dall'Ara. E qui dopo aver consigliato al suo avversario Parisi di ({raddrizzare il tiro», Tura ha dato due calci al pallone. E dopo qualche palleggio in stile incerto, il professore è scivolato per terra. Il senatore ferma la gente in piazza «Le do un consiglio: non si faccia frega', e voti per una persona seria» II senatore Antonio Di Pietro e il candidato dell'Ulivo al collegio 12 per le suppletive di domenica prossima Arturo Parisi ieri a Bologna Roberto Benigni sta per abbracciare il sindaco Guazzaloca all'Università di Bologna, dove ha tenuto una «lettura» su Dante

Luoghi citati: Bologna, Montenero