« Servitori di uno Stato che ci delude »
« Servitori di uno Stato che ci delude » IO SFOGO Di UN APPUNTATO^ « Servitori di uno Stato che ci delude » II sindacalista: stipendi bassi e carriera bloccata intervista ROMA H O sedici anni di servizio | sulle spalle, il mio grado è appuntato scelto, lavoro alla polizia giudiziaria di Torino. Guadagno due milioni 200 mila lire. Non c'è da scialare». Giuseppe Ferrauto è un appuntato dell'Arma. Accetta di parlare di un argomento che viola clamorosamente la sua privacy perché in questo momento è anche un delegato dei Cocer e tutela gli interessi di tutti gli appuntati d'Italia. Appuntato Ferrauto, lei ha famiglia? «No, per fortuna. Perché lei capisce che, con uno stipendio di due milioni e rotti, e pagati l'affitto dell'appartamento e le bollette, mi resta ben poco. Vedo certi colleghi con i figli che sono costretti a fare i salti mortali per arrivare a fine mese. Io mi permetto anche qualche lusso come il cellulare». Ma l'Arma non vi dà tutto, dalla casa al vitto all'abbigliamento? «Magari. La casa, come ho detto, me la pago. E per fortuna che vivo a Torino e lì si trovano affitti abbastanza bassi. A Roma la situazione è grottesca, i carabinieri sono stati espulsi dal mercato: una casa costa almeno 1 milione e duecentomila lire. Chi se la può permettere? Così fanno tutti i pendolari. D'altra parte per regolamento il carabiniere deve lavorare lontano dalla sua città. Cioè niente casa di famiglia. E niente nonni a cui lasciare i bambini. Sono tutti costi. E' anche per questo che chiediamo la famosa specificità». E il resto, i pranzi e i vestiti? «Mangio alla mensa, ma solo il pranzo e non la cena. Lo Stato mi passa poi la divisa. Ma siccome io lavoro in abiti borghesi, allora ogni due anni l'Arma ci fornisce un vestito. E' una distribuzione un po' ridicola. Quando arriva un certo avviso, una volta si corre a Asti, un'altra a Cuneo. Dipende da quale ditta ha vinto l'appalto. Tutti noi carabinieri in borghese a un certo punto ci mettiamo in macchina, attraversiamo mezza regione e portiamo via il famoso abito. Quasi sempre una delusione: tralasciamo il giudizio sulla qualità e sul taglio. Finisce ovviamente che uso il mio, di vestiario. Ah, dimenticavo, le scarpe in tanti anni non le hanno mai date». Certo che per voi carabinieri lo Stato non prevede una dolce vita. «Direi proprio di no. Non sto a raccontare poi i pericoli. O anche solo il freddo di chi passa l'intera notte in strada a piantonare un palazzo o un qualsiasi obiettivo. Comunque quello è il nostro lavoro e lo facciamo. Però non si può negare che ci sia una certa demotivazione in giro. Prendiamo la carriera». Ci dica il suo caso. «Io, a 32 anni, sono ormai arrivato all'apice della mia categoria. Sono appuntato scelto e tale resterò per i prossimi trenta anni a meno di non vincere un concorso interno. Il passo successivo, lo chiamerei "passetto", di diventare vicebrigadiere non è facile. E così se ne vanno anche motivazione e voglia. Da vicebrigadiere, e poi per diventare maresciallo sarebbe un altro concorso, quantomeno sarei ufficiale di polizia giudiziaria, farei un corso di qualificazione, avrei un ruolo più ampio. Insomma, avrei una prospettiva di carriera». Quando Fini vi ha ricevuto, e ha fatto quella battuta su voi «servi dello Stato più che servitori», lei che cos'ha pensato? «Ma che domande mi fa? Vuole farmi passare un guaio con i miei superiori? No, di politica meglio non parlare. Diciamo che è chiaro che toccava corde molto sensibili. Non è un mistero che chiediamo riconoscimenti. Dico, siamo l'istituzione più amata degli italiani! Però quando accade un incidente stradale, per noi militari scatta come prima cosa il procedimento disciplinare. A differenza di qualsiasi altro dipendente privato o dello Stato, noi finiamo davanti al tribunale militare. Poi si vede chi ha torto o ragione». Vi sentite bistrattati, lo ammetta. «I giudizi dateli voi. Io dico che l'appuntato Ferrauto lavora da contratto 37 ore a settimana, tutti i giorni dalle 8 alle 16. E che di straordinario ci vengono riconosciute la bellezza di 7 ore al mese. Il resto, che c'è, perché nessuno di noi smette la divisa e se ne va al cinema, è tutto regalo allo Stato». Quando vi hanno spiegato che l'aumento non è di 18 mila lire, ma di 40 mila, che cosa ha pensato? «Ti viene di pensare: io questo lavoro lo faccio perché ci credo, la sicurezza ai cittadini la garantisco e non sto a guardare l'orario, però, per la miseria, a motivarci non ci pensano proprio», (fra. gri.] «Guadagno 2 milioni e 200 mila: se avessi famiglia non saprei come mantenerla dopo aver pagato affitto e bollette» «Ci passano un abito ogni 2 anni ma ci tocca fare oltre 100 chilometri per ritirarlo. E la casa dobbiamo pagarcela» I SINDACATI DELLA POLIZIA SIULP (Sindacato Unitario lavoratori Polizia) - Con 32.400 Iscritti è il più grande. E' l'emanazione del coordinamento poliziotti democratici, un gruppo che dal 74 si riuniva clandestinamente per spingere verso la riformo. Vicino oli area del centrosinistro, contiene le tre anime dei sindacati confederali. SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) - Conto 13 mila iscritti ed è noto nel 1981. E' stato l'unico o non voler firmare il controtto chiuso olla fine del '98. LISI PO (Libero Sindacato di Polizia) - Nato nel 1982,6 mila iscritti. LISP (Unione Sindacale di Polizia) - Seimila iscritti, nolo nel '90 come scissione dal SAP Ha smentilo di essere vicino ad An. C0ISP (Coordinamento per l'Indipendenza Sindacole dello Polizia) - Iscritti 6000, frutto di una scissione dal SAP nel '90. E' l'unico sindacalo guidato da una donna, Rachele Schettini. SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) - Gli iscritti sono 8000. E' nato nel 1987, orgoglioso di essere «di base». COCER • E' il consiglio centrale di rappresentanza. Ne esiste uno per ogni arma (Esercito, Marina, Aeronautica, Gdf e CC) e uno Interforce. I delegali sono eletti dalla base attraverso un meccanismo ° |,'rum^e- " P'"ammo 0 " P'u o^ono in grodo diventa presidente, in alto il presidente del Consiglio Massimo D'Alema e il ministro dell'Interno Rosa Russo Jervolino all'incontro con i rappresentanti dei Cocer. Sopra una parata di carabinieri
Persone citate: D'alema, Ferrauto, Giuseppe Ferrauto, Libero Sindacato, Rachele Schettini, Rosa Russo Jervolino
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