La Turco e l'Istat di R. Sii.

La Turco e l'Istat La Turco e l'Istat «La povertà cresce Anzi, no» ROMA I dati arrivano nel primo pomeriggio, e non sono confortanti: oltre 7 milioni di italiani vivono in una condizione di povertà: l'I 1,8% dell'intera popolazione. L'indice di diffusione della povertà è passato dal 6,3% del '93 al 7,5% del '98. A comunicarli è il ministero della Solidarietà Sociale, mentre presenta le sue iniziative di aiuto alle persone in difficoltà. Ma in serata, il ministero rettifica: «Non c'è nessuna novità sull'andamento della povertà in Italia - dice Livia Turco -. Gli ultimi dati numerici sul fenomeno sono quelli forniti dall'Istat nel luglio scorso e sottolineano che la povertà per la prima volta è in leggero calo». La povertà prima aumenta e poi diminuisce, che succede, ministro? «Un nostro errore materiale nel compilare la documentazione - spiega la Turco - purtroppo capita. Sono stati affiancati dati non omogenei: il dato relativo al 1998 (7,5%) non è comparabile a quello del 1993 (6,3%) perché sono stati elaborati tenendo conto di differenti metodologie statistiche». Bisogna tenere poi conto di una differenza tra povertà assoluta e relativa: «I dati Istat - ricorda - riguardano la povertà relativa, calcolata in base ai consumi mensili delle famiglie composte da due persone. La povertà relativa è sostanzialmente stabile, era il 12% nel 1997, l'I 1,8% nel 1998». Per quanto riguarda la povertà assoluta, «gli anni peggiori sono stati gli 80. Nei 90 la situazione è sostanzialmente stabile». L'infortunio del ministero fa sorridere l'ex ministro ed economista del Polo Giulio Tremonti: «Hanno trattato i dati Istat come il dossier Mitrokhin - scherza - con il bianchetto. La verità è che in Italia la povertà cresce, eccome, che poi si parli del luglio '99 o del novembre '98 poco cambia. Cresce anche la forbice tra ricchi e poveri. Basta guardare i dati Ocse, da cui il nostro Paese non esce troppo bene. Anche se questo in realtà è un fenomeno mondiale: si sta avverando la profezia di Luttwak sul "Fantasma della povertà"irUxlavoro non è più merce pregiata, i salari sono trattenu ti verso il basso sul parametro dei Paesi orientali, ma i consumi restano ai livelli alti dell'Occidente». E' anche un problema di aspettative, sottolinea l'economista Sergio Ricossa:k<Cento anni fa il nostro livello di vita sarebbe parso lussuoso a chiunque, oggi vi sono molti bisogni imposti. Bisogna però anche dire che il Paese è stato duramente provato dai sacrifici fatti per entrare in Eurolandia, e che comunque tutti i periodi di grandi cambiamenti tecnologici creano diseguaglianza. A parziale consolazione va detto che è una situazione temporanea, si risolverà prima o poi». Meglio prima che poi, pensano certamente tutte le persone coinvolte, inconsapevolmente d'accordo con John Maynard Keynes quando ammoniva che «nel lungo periodo siamo tutti morti». In questo senso il ministero degli Affari Sociali ha messo in atto una macchina davvero imponente di iniziative contro l'esclusione sociale e incoraggiano i risultati «ottimi», della sperimentazione del reddito minimo di inserimento. Circa 24 mila famiglie (il 90,1 % del Sud) ricevono l'assegno mensile del Rmi e presto il sistema potrebbe andare a regime. Si attendono dati recenti. [r. sii.]

Persone citate: Giulio Tremonti, John Maynard Keynes, Livia Turco, Luttwak, Mitrokhin, Sergio Ricossa

Luoghi citati: Italia, Roma