Terremoto, le mani dei clan sui lavori di ricostruzione
Terremoto, le mani dei clan sui lavori di ricostruzione Foligno, scoperta una truffa da 5 miliardi Terremoto, le mani dei clan sui lavori di ricostruzione Arrestati i responsabili di quattro società Incassavano gli anticipi, poi sparivano PERUGIA La malavita ha allungato le mani anche sui lavori di ricostruzione del terremoto in Umbria. Un'associazione per delinquere che avrebbe compiuto truffe per oltre cinque miliardi è stata scoperta dai carabinieri di Foligno, che hanno arrestato quattro persone e ne hanno denunciate altre sei nell'ambito di un'operazione denominata «Zeus». Secondo gli investigatori, l'organizzazione era «ben strutturata» e aveva creato una società fantasma con sede a Cremona, intestata a un operaio alcolizzato, manovrato - secondo l'accusa - dagli arrestati. Società satellite erano state costituite a Trevi (due) e a Foggia, titolare la figlia di uno dei denunciati, un pregiudicato pugliese giunto in Umbria a regime di sorveglianza speciale. 1 carabinieri hanno accertato che la ditta madre aveva aperto in Lombardia conti correnti dai quali traeva assegni postdatati di 90 giorni e scoperti per pagare i fornitori non solo di materiale edile per la ricostruzione, ma anche informatico e di altro genere. 1 carabinieri hanno raccolto oltre 50 denunce da parte di altrettanti fornitori truffati e rintracciato circa 200 assegni protestati. Nel frattempo le ditte edili che operavano nel Folignate erano riuscite a farsi assegnare, tramite un fittizio ingegnere denunciato, una serie di appalti per la ricostruzione di abitazioni private. 1 primi lavori sarebbero stati portati a termine per accreditarsi con i clienti. Molti appalti, invece, sarebbero stati abbandonato dopo aver ricevuto gli anticipi per la ricostruzione. Gli operai, molti dei quali provenienti da Puglia e Sicilia, non sarebbero stati mai pagati. A capo dell'organizzazione (i carabinieri hanno rivelato soltanto le iniziali) ci sarebbe stato A. C. P,, originario del Nord Italia, ma per molto tempo residente in Puglia. Gli altri arrestati, alcuni dei quali sospettati di essere vicini agli ambienti della criminalità organizzata pugliese, sono N. A. D., di Foggia, W. M., lombardo, e B. R., anch'egli foggiano. Fra i denunciati, sempre per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, anche due umbri. 1 militari della compagnia di Foligno in collaborazione con quelli delle stazioni di Spello e Scanzano, hanno recuperato gran parte del materiale truffato, tra cui 200 letti, computer portatili, materiale edile, telefoni cellulari, per un valore di circa due miliardi e mezzo. L'organizzazione - secondo gli investigatori - avrebbe cominciato a operare in Umbria nel gennaio scorso. E sempre in Umbria sarebbe stato ricettato gran parte del materiale sequestrato dai militari. [r. cri.)
Persone citate: Scanzano
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