Unico indizio un paio di scarpe insanguinate di Paolo Colonnello

 Unico indizio un paio di scarpe insanguinate Giallo sull'omicidio di una pensionata nel Milanese Unico indizio un paio di scarpe insanguinate Paolo Colonnello MILANO «Saran state lo otto meno un quarto. Ho visto la porta ancora socchiusa, così ho chiamato: Anna, Anna, sei in casa? Silenzio. Allora mi è venuto un presentimento, mi sono avvicinata, ho spinto la porta e l'ho vista a terra, in mezzo a tutto quel sangue. Ho urlato con tutto il fiato che avevo...». Nel cortile di via Libertà 48, un'antica cascina lombarda ristrutturata che si affaccia nel centro lindo di Concorezzo, paesino brianzolo alle porte di Milano,.la signora Antonina, 66 anni, oriunda siciliana trapiantala al nord, racconta tra le lacrime la macabra scoperta di ieri mattina. Anna Piana, 68 anni, pensionata da tre, ex titolare di una salumeria, giaceva riversa in fondo alle scale del suo piccolo appartamento con la gola squarciata da ima coltellata. A insospettire Antonina è stato quel particolare della porta socchiusa e delle luci accese, che aveva già notalo la sera precedente, martedì, intorno alle 19, senza però preoccuparsi più di tanto. ((Anna racconta Antonina - aveva un piccolo magazzino in fondo al cortile, e ogni tanto usciva lasciando la porta dì casa accostata per andare a prendere qualcosa, una bottiglia di vino, un salame, del formaggio. Così (Riandò l'altra sera ho visto che la porta era aperta ho pensalo che fosse in magazzino. Se fossi stala più curiosa, forse l'avrei irovala ancora viva». Lei, l'Edvige e l'Anna erano gran- di amiche. Tutte le mattine e i pomeriggi, si trovavano in casa dell'una o dell'altra per il rito del caffè e dei pettegolezzi. «E adesso l'Anna non c'è più» mormora l'Edvige. «Mio Dio, ci volevamo bene per davvero. Ma chi, chi può aver voluto uccidere la nostra Anna?». Già, chi? La donna, a detta dei vicini, non aveva nemici nè paure particolari. Rimasta vedova qualche anno fa, aveva avuto la soddisfazione di veder sistemati i tre figli, duo maschi e una femmina, con matrimonio e lavoro. Venduta la salumeria, Anna riempiva il tempo accudendo la nipotina che tutte le mattine sua Figlia le portava in casa prima di recarsi al lavoro. Vita modesta, insomma, da pensionata. Però, due mesi fa, Anna liana aveva ven¬ duto un appartamento che possedeva in paese. Qualche centinaio di milioni che forse, mormorano i vicini, l'assassino pensava fossero custoditi in casa. Dunque, ad ucciderla potrebbe essere stato qualcuno che la conosceva bene. Anche se qui, nel cortile d'altri tempi, sonogià tutti convinti: l'assassino, ogli assassini, avrebbero approfittato di questa abitudine dell'Anna di andare in magazzino verso sera lasciando la porta di casa aperta, per intrufolarsi nel suo appartamento, rapinarla e ucciderla. E c'è pure un sospetto: che ad agire sia stato qualcuno degli extracomunitari o degli zingari che tutti i giovedì pomeriggio si ritrovano davanti al portone del cortile per ricevere, dalle suore dell'oratorio adiacente, vestiti e viveri. Invece i carabinieri di Monza di scontato non danno un bel niente. Intanto non vogliono nemmeno dire se la vittima sia stata davvero rapinata. L'appartamento, su due piani, era effettivamente a soqquadro: ma alcuni oggetti di valore, argenteria e gioielli, sono rimasti al loro posto. Inolu-e, nonostante il disordine, nessuno ha sentito rumori o grida che avvalorerebbero l'idea di una collutazione. Dunque l'assassino cercava qualcosa di particolare che gli inquirenti non vogliono rivelare, il che significa che l'ipotesi di un omicidio per rapina ad opera di qualche balordo, viene a cadere. E sul letto della vittima c'era un paio di scarpe insanguinate, forse appartenute all'omicida. Le indagini sei delitto di Concorezzo

Persone citate: Anna Piana

Luoghi citati: Concorezzo, Milano, Monza