Un paese di Bengodi ferie e spietato

Un paese di Bengodi ferie e spietato VIAGGIO NEL CONTINENTE. CHE NON SI FERMA Un paese di Bengodi ferie e spietato La doppia e ottimistica vita dei nuovi ricchi a stelle e strisce analisi Augusto Minzolinl new york SU Park Avenue; ai confini con Downtown, dove cominciano i quartieri trendy di New York c'è Patria, un ristorante alla moda Nuevo Latino, dove risplende l'eleganza in doppio petto grigio del suo barman di colore, Lionel Carolus. Farebbe, però, un grave errore chi si sedesse al bancone pensando di avere davanti un barista qualsiasi, come a Milano o a Roma. Chi lo commettesse si vedrebbe sventolare ad una decina di centimetri dalla punta del naso un biglietto da visita che recita: CFG - Carolus Financial Group - Financial & Insurance Planning. Carolus in effetti ha -na doppia personalità lavorativa: di giorno fa il consulente finanziario, di sera versa bourbon ai clienti. Ad osservare il guardaroba che sfoggia ogni sera, il doppio lavoro tira. Connecticut, a due ore da New York. Altro cambio di vita modellato sull'esplosione dell'economia Usa. Angelica Morroni ha lavorato per anni per una multinazionale europea. Poi, ha deciso di seguire l'onda e insieme al marito e ad altri cinque amici, ha messo in piedi un fondo di investimento. Inutile dure che tutto gli gira per il verso giusto e la nostra non è affatto pentita di aver lasciato il vecchio posto. C'è però chi, invece di lasciare raddoppia, come quel tassista che con la sua storia due mesi fa ha fatto la festa dei giornali americani: il tipo si è installato un computer sulla macchina e mentre scarrozza i clienti per New York fa del "trade on line", investe in borsa. Per non parlare poi di chi addirittura triplica le proprie attività: John Chalmers era giardiniere a Boston, seguendo il torrente di denaro che negli ultimi anni si è riversato sulla società americana è diventato consulente per i green dei maggiori campi da golf; poi, grazie alla banche, si è comprato sedici pick-up per spalare la neve di inverno; non contento, ha utilizzato uno dei due piani della sua casa di Alari ch Street per fare soldi con una pensione per studenti. Madre e sorella hanno seguito il suo esempio in due edifici sulla stessa strada, poco più avanti. Gli Stati Uniti paese di Bengodi. L'economia va su, su, su. Da anni c'è chi prevede la picchiata, un venerdì nero a Wall Street con tanta gente per strada e suicidi di uomini d'affari rovinati che si gettano giù dai grattacieli come nella grande crisi del '29. Ma le Cassandre finora sono state smentite, messe a tacere, bandite in una società che non ammette non solo il pessimismo, ma neppure il dubbio che tutto ciò un giorno possa finire o, almeno arrestarsi, per un momento. Le cifre perora alimentano questo nuovo credo dell'ottimismo perpetuo. Proprio ieri il dipartimento per il commercio ha reso noto che nel terzo trimestre di quest'anno (luglio-settembre) il tasso di crescita dell'economia americana ha toccato il 5,5%. E' andato aldilà delie previsioni che parlavano di un 4,8%. Gli Usa sono tornati ai livelli da record del quarto trimestre del '98 quando raggiunsero il 5,9%. Roba da pazzi, un tasso di crescita rapido, una tabella che segnala un ritmo accelerato da paese in via di sviluppo, solo che avviene - questo è il punto - nella più forte potenza economica del mondo. E paradosso dei paradossi mentre in Italia si attendono con trepidazione gli effetti di una ripresa che forse non arriverà mai, da queste parti una crescita così vertiginosa preoccupa. La decisione del guru della Federai Reserve, Alan Greenspan, di rialzare per la terza volta in poco tempo il tasso di interesse portandolo al 5,5%, nasce proprio da qualche timore per questo sviluppo incontrollato. Il ragionamen- to è semplice: l'economia va troppo forte, le aziende per tenere testa a questi ritmi sono costrette ad aumentare la produzione con nuove assunzioni o superpagando i lavoratori; ergo aumenta il costo del lavoro. Non basta: la gente ha più soldi, c'è più domanda, i prezzi vanno alle stelle. Due fenomeni che possono contribuire a rialzare L'inflazione. Insomma, troppo sviluppo preoccupa ma neppure i maghi di Washington riescono a guidarlo. La ricchezza produce ricchezza, naturalmente. Basta farsi un giro per le strade della grande Mela: per trovare un posto m un ristorante c'è (hi diventare matti e lo stesso vale per i taxi nelle ore di punta. Ci 1 i americani viaggiano e le compagnie aeree di fronte alla domanda aumentano di continuo le tariffe (l'altro giorno la Delta e l'American Airlines hanno aggiùnto un altro 3%, è la terza volta quest'anno). Si; ]x>i si passeggia per la Madison o per la Fifth avenue, ogni tre negozi ce n'è imo che ha in bella vista in vetrina un cartello su cui c'è scritto «cercasi commessa». E già, il tasso di disoccupazione è al 4,2% se si pensa che gli economisti considerano il 5% il dato minimo di disocupazione in una società a capitalismo avanzato, - inserendo in questa cifra i malati, i vecchi, quelli che non hanno bisogno di un'occupazione o non la vogliono - è evidente che gli Usa hanno raschiato il fondo del barile della loro forza lavoro. Nel contempo scende anche il numero delle persone che vivono al di sotto della soglia minima di povertà (sotto i 30 milioni), ma in una società come questa che consuma tutto, chi finisce tra i miserabili sta davvero male. America ricca e spietata. Un paese in cui lo sviluppo sfrenato ha profondamente modificato i modelli sociali: solo il 26% degli americani, ad esempio, ha una famiglia normale con moglie e figli. Gli altri o hanno divorzi alle spalle, o non hanno figli o hanno scelto (sempre di più) la vita da single. Nessuno ha il tempo a disposizione per seguire i modelli tradizionali in una società fondata sul lavoro. Tutti hanno il desiderio di investire, di rischiare in proprio, per raggiungere in sogno - «to leave the rat race» - "di lasciare la corsa dei topi": cioè, puntano a non far più parte di quell'esercito di impiegati che hanno la loro giornata cadenzata da ritmi decisi da altri. Così si gettano sui nuovi lavori - i servizi su Internet,- facendogli scongiuri per non svegliarsi un giorno senza un becco di un quattrino per troppo sviluppo, come è successo altre volte in passato ai loro padri. BENZINA CARA, PRODUZIONE BASSA confronto economico fra stati uniti, italia ed unione europea 11,7 3-° 2,8 produzione 2000 industriale -, . ultimo dato annuale 19ss crescita economica in % inflazione in % DISOCCUPAZIONE % DELLA FORZA LAVORO ■"iinmwiini i « i i.» 1774 0—' un litro di benzina verde, in lire

Persone citate: Alan Greenspan, John Chalmers, Lionel Carolus, Morroni, Nuevo Latino