« Soldi solo a chi dà lavoro» di Ugo Magri

« Soldi solo a chi dà lavoro» IL MINISTRO ANTICIPA LE RICETTE tONTRO LA DISOCCUPAZIONE « Soldi solo a chi dà lavoro» Salvi: voglio rivedere gli incentivi intervista Ugo Magri N industria i ciiiuo il che avall¬ ivi.I.A grande 'occupazione igambero; inveì li, va indici in Come mai, ministro Salvi? «I.o spiego con (lue tendenze di tondo. La prima e che i posti di lavorìi si creano sempre più nella piccola e media impresa, in quella grande si perdono». Eppure la grande industria e la spina dorsale dell'economia.,, ■dira cosi una volta, adesso non pm. li ciò si lincile sull'occupazione. Tant'è vero che una recente stima di Unioncamere prevede nel prossimo anni) 205 mila occupati in più, al nello di un calo nelle imprese con oltre 250 dipendenti». L'altra tendenza quale sarebbe? «La nuova occupazione si concentra al Centro-Nord e lascia fuori il Mezzogiorno, come giustamente denuncia lo Svimez». Il governo che intende fare? «Garantire innanzi!ullo legalità, infrastrutture, senza le quali nel Sud niente può crescere. Ma l'impegno del governo non basta. Serve un atteggiamento diverso dell'Europa, Non e possibile che l'Ue continui a considerare gli aiuti al Mezzogiorno comi! distorsivi della concorrenza». Ne parli con Prodi. «Infatti lo vedrò lunedi prossimo. Nel ira! tempo, ho già incontralo i colleglli della Commissione. Che credo abbia tutti gli elementi per riconsiderare la questione». Torniamo a quello che farà il governo. «L'occupazione dovrà essere la grande priorità nell'ultimo scorcio della legislatura». In che senso? «Nel senso che gli impegni del Patto di Natale (incentivazioni, riduzioni del costo del lavoro e del carico fiscale per le famiglie) sono ormai praticamente tutti attuati. E ciò ci permette di fare un bilancio, per misurare quali effetti concreti queste politiche hanno avuto, e sviluppare interventi più mirati». A cosa si riferisce? «Soprattutto agli incentivi per la nuova occupazione». Vuole rimetterli in discussione? «No, razionalizzarli. In questi anni abbiamo messo all'oliera un certo numero di strumenti per creare lavoro. Si va dalla legge 488 ai credili d'imposta, dagli sgravi per le assunzioni in sovrannumero nel Sud agli incentivi per l'occupazione giovanile, dalla Dit alla super-bit... E' il momento di tirare le somme. Di valutare quanta nuova occupazione ciascuno di questi strumenti ha prodotto». li dopo il monitoraggio? «Ci vorrà una riforma che concentri le risorse pubbliche sugli incentivi più efficaci. Perché in Italia si e diffusa un'idea molte sbagliata. Quella secondo cui lo Slato avrebbe il dovere di incentivare qualsivoglia attività economica». E invece? «L'interesse generale giustifica l'incentivazione se essa prodùce un risultato sociale». Cioè nuova occupazione. «Esattamente». Faccia un esempio. «L'Irap. A fronte di un notevole incremento dei profitti per le grandi imprese, i risultati sull'occupazione non sono certo esaltanti». E allora? «D'ora in poi, con la riforma sugli incentivi all'occupazione per la quale c'è una delega del Parlamento al governo, i finanziamenti pubblici andranno concentrati là dove l'esperienza dimostra che questo strumento è efficace». Soldi a chi dà lavoro. E' questa la novità? «E' questa. Altro esempio: intendo incentivare il ricorso al parttime, perché crea occupazione .soprattutto nelle l'asce deboli. Ma vorrei incentivarlo in chiave europea, non rumena o albanese». Vale a dire? «Senza discriminazioni di alcun genere, senza mascherare forme di lavoro precario, con una grandi; attenzione alla qualità delle condizioni di lavoro che negli ultimi anni sono peggiorate. Per riuscirci, ci sono 600 miliardi in tre anni, che corrispondono a 100 mila nuovi posti entro il primo semestre del 2000». Però di posti D'Alema ne ha promessi un milione. Li vedremo col binocolo? «Il traguardo mi sembra perfettamente realizzabile. A patto che ci siano le condizioni politiche e sociali. Di (incile politiche si sa, avremo un chiarimento a gennaio... Quelle sociali dipendono dagli attori della concertazione, dal loro sforzo solidali!. Purtroppo, proprio sugli incentivi al part-time avverto un'interlocuzione difficile con Confindustria». Come mai? «Me lo domando anch'io. Finora ho avuto obiezioni del tipo: il metodo della concertazione non è stato pienamente rispettalo... Le faccio una confidenza». Prego. «Mi sarei aspettato, da parte del mondo industriale, un'accoglienza più attenta alla sostanza e meno alle controversie procedurali, lo mi adopererò per superarle. Ma non vorrei che dietro ci fosso l'idea di cui sopra, secondo cui gli incentivi debbono essere dati "a prescindere". Invece, insisto, debbono servire a creare lavoro di qualità. In questo modo faremmo un passo avanti anche sul tema pensioni». Che c'entrano le pensioni, ministro? «Quanta più occupazione riusciremo a creare, tanto più bilanceremo il rapporto tra spesa previdenziale e Pil. Quanto più faremo emergere il lavoro sommerso, tanti più contributi avremo per pagare le pensioni future. Come sempre, tutto si tiene». «Puntiamo sul parttime ma non in chiave romena Evitiamo di mascherare posti precario fare discriminazioni. Abbiamo 600 miliardi per creare centomila nuovi occupati»

Persone citate: D'alema, Prodi

Luoghi citati: Europa, Italia