IL MEDIC0 CHE NON VISITO' LA SUORA di Fabrizio Rondolino

IL MEDIC0 CHE NON VISITO' LA SUORA IL MEDIC0 CHE NON VISITO' LA SUORA Fabrizio Rondolino Q UESTA è una storia vera. Sabato 20 novembre Lina suora di settantaquattro anni arriva in ambulanza al Policlinico Umberto 1 di Roma. Sono le sci e mezzo del pomeriggio: è già buio, fa freddo. Suor D. ha una crisi respiratoria, si sospetta un empiema polmonare. L'accompagna la sorella, Rachele Filippetto. Scesa dall'ambulanza la suora viene fatta accomodare (se cosi si può dire) nell'anticamera del pronto soccorso. E uno stanzone poco riscaldato, sporco, il pavimento cosparso di cicche di sigaretta e le pareri di scritte e disegni, che s'affaccia su un corridoio rumoroso e gelido. Dopo un'ora abbondante ili attesa, forse più, la signora Rachele chiede che sua sorella sia almeno spostata nel corridoio che porta alle stanze dove avvengono le visite mediche: lì c'è il riscaldamento, l'attesa è meno faticosa. Intorno alle nove di sera la signora Rachele decide di varcare la soglia di una stanza rimasta aperta. Suor D. fatica molto a respirare, e la signora Rachele non sa che tare. Nella stanza ci sono tre o quattro medici e un paio d'infermiere (la signora Rachele non ricorda il numero esatto) che chiacchierano amabilmente fra di loro. Apparentemente non stanno lavorando. Forse sono in pausa, Fatto sta che la signora Rachele chiede cortesemente che si proceda alla visita della sorella. In fondo, son quasi tre ore che aspetta. E non sta per niente bene. Uno dei medici chiede: «Sta parlando della suora?». Poi ride e aggiunge: «Io non li visito i cattolici^'. Indica col dito un collega seduto al tavolo e gli dice: "Visitala tu questa suora, che sei cattolici)". Il medico seduto non si lascia sfuggire la battuta, e rivolto agli altri esclama: «Io le suore le visito soltanto se indossano il perizoma». Tutti ridono in modo volgare La signora Rachele comprensibilmente non sa come reagire. Si limita ad osservare che -d'ironia sembra un po' fuori luogo» dopodiché se ne esce. Intorno alle dieci di sera, quattro ore dopo il suo arrivo, suor D. viene finalmente visitata. Le applicanti Lina maschera con l'ossigeno, le prelevano il sangue per le analisi, le fanno un elettroencefalogramma e una lastra al tora- er avere i risultati ( Ielle ce. F analisi bisogna pero aspettare ancora. Soltanto all'una di notte un portantino in bicicletta - proprio così: in bicicletta per i corridoi del pronto soccorso - porta ai medici il referto. Si decide per il ricovero. Suor D. viene dunque trasportata in un reparto del Policlinico, ma poco dopo è rispedita al pronto soccorso: non ci sono infatti letti disponibili, ma nessuno s'era preso la briga di verificarlo prima di spostare la paziente. E notte tonda. Suor D. s'addormenta infine in un corridoio del pronto soccorso, dove rimarrà tino al mezzogiorno della domenica.

Persone citate: Fatto, Rachele Filippetto, Scesa

Luoghi citati: Roma