SGARBI CURIALI di Leonardo Zega

SGARBI CURIALI BETTAZZI ESCLUSO DAL SINODO SGARBI CURIALI Leonardo Zega MONSIGNOR Luigi Bettazzi, puntualmente pensionato allo scoccare elei 75 anni da vescovo di Ivrea, ha fatto sentire ugualmente la sua voce per denunciare uno sgarlxi, se non un abuso, subito alla vigilia del recente Sinodo per l'Europa da parte della Curia romana. Con la franchezza che gli è consueta, ha scritto una lettera ai «venerati e cari Confratelli» in cui si dice in dovere di comunicar loro il suo stupore per essere stato, prima eletto membro della delegazione italiana al Sinodo, «dopo aver accertato the si potevano votare anche vescovi emeriti», e poi esonerato dalla Segreteria del Sinodo perché appunto era ormai un «vescovo emerito». Forse a Roma, commenta con bonaria ironia, qualcuno «ha dubbi sulla mia... ortodossia, e quindi timori su quanto avrei potuto dire». Per rispetto, la lettera l'ha recapitata solo a Sinodo concluso e ora l'Adina la pubblica integralmente, precisando che non lo fa «per decisione dell'autore, ma per volontà di alcuni dei circa 250 vescovi destinatari». Ma che cosa sarebbe andato a dire Monsignor Bettazzi a quella importante assemblea? Due o tre cose piuttosto ovvie, ma cheespresse ad alta voce e in quella sede, [xitcvano suonare esplosive. Anzitutto, che tante aperture e attese del Vaticano II appaiono mortificate da certi atteggiamenti postconciliati romani. Ed esemplifica: invece di dedicarsi alla rivalorizzazione della Parola di Dio, di assecondare la riforma della liturgia stimolando la partecipazione viva dei fedeli, di promuovere una Chiesa-comunione «non più contrapposta ma inserita come lievito nel mondo» (tutte cose the avrebbero costituito «davvero l'inizio e la forza di una nuova evangelizzazione»), si sono moltiplicati documenti dottrinali e normativi, «rivendicando il ruolo predominante delle gerarchie sul laicato e delle iniziative ecclesiali su quelle umane ed anche ecumeniche, scoraggiando chi si impegnava per una evangelizzazione veramente nuova, in particolare i giovani». Giudizio severo, che diventa ancor più duro nei passi successivi, ove si lamenta il soffocamento delle Chiese locali e si chiede la formazione di un organismo più collegiale per il governo della Chiesa «the sia ovviamente sotto il Papa ma sopra la Curia romana». Li lettera di Bettazzi sarà sicuramente oggetto di attenzione e le reazioni andranno da prevedibili e imbarazzati «silenzi» ad esagerate illazioni, tome sempre accade. Meglio sarebbe perciò che la lettera venisse latta conoscere nella sua integrità dalle stesse autorità ecclesiastiche tui è indirizzata. Ma si arriverà a tanto:1 Perché, tutto sommato, è il potere, e l'arbitrio talvolta, delle Curieche è chiamato in causa, quello stesso potere che dovrebbe invece fomentare, tome già chiedeva Paolo VI nella Communio et progressio, il formarsi di una «pubblica opinione» nella Chiesa. E uscito tli recente un libro stimolante delle Edizioni Paoline, turato da Pier Michele Girola e Gian Luca Mazzini, the raccoglie il parere di dodici illustri intellettuali cattolici, preti e laici, ed è intitolato Sopravviverà la Chiesa nel 'Terzo Millennio? Li Chiesa, certo che sopravviverà, perché ha dalla sua la promessa formale di Cristo e l'assistenza dello Spirito Santo; ma non c'è nulla the spinga ad augurarsi il sopravvivere di certi metodi curiali; c'è anzi da sperare il contrario.

Persone citate: Bettazzi, Cristo, Gian Luca Mazzini, Luigi Bettazzi, Paolo Vi, Pier Michele Girola

Luoghi citati: Europa, Ivrea, Roma