L'Unione Petrolifera Informa

L'Unione Petrolifera Informa L'Unione Petrolifera Informa La situazione della rete in Europa ed in Italia In Europa la rete distributiva carburanti è del tutto liberalizzata e altamente competitiva Perché? Numero ridotto di impianti (Germania 16.600, Francia 17.000, Gran Bretagna 13.600) ad alto erogato medio. Ampia flessibilità di orari turni (14 ore per 365 giorni). e Oltre il 70 per cento di impianti self-service. Offerta completa di merci non petrolifere. Pluralità di forme contrattuali per la regolamentazione del rapporto tra compagnie e gestori e durata flessibile. In Italia questi elementi mancano del tutto nella rete distributiva. Perché? Alto numero di Impianti (25.000) con conseguente basso erogato e qon margine al gestore di 85 lire/litro sulla benzina contro le 45 In Europa. Orari e turni rigidamente regolamentati (10 ore per 280 giorni). Impianti self-service non superiori al 15 per cento. Forti limiti all'offerta di merci non petrolifere. Limiti alla libertà contrattuale nel rapporto tra gestori e compagnie e durata minima 6 anni. Tali differenze determinano maggiori costi di distribuzione nel nostro Paese e riducono la concorrenzialità sul mercato. Sviluppi intervenuti Per recuperare tale forte divario strutturale, Governo, gestori e compagnie avevano concordato un percorso che aveva prodotto: - Chiusura volontaristica di oltre 2.000 punti di vendita nel 1998, a cui avrebbero fatto seguito altri 5.000 punti di vendita. - Costituzione, a carico delle compagnie, di un Fondo, oggi pari a 100 miliardi, per i gestori in uscita, al fine di agevolarne l'esodo. - Sviluppo di iniziative concorrenziali con conseguenti prezzi allineati a quelli europei negli impianti self-service. Evoluzione in corso Questo equilibrio è stato alterato dai decreto-legge e dall'accordo unilaterale intervenuto tra Governo e gestori basato su una regolamentazione dirigistica del rapporto tra compagnie petrolifere e gestori degli impianti. Con tale regolamentazione: - si impone soltanto una forma contrattuale - la fornitura - vietando tutte le altre previste nel codice civile e normalmente adottate in Europa; - non si ridurranno i punti vendita essendo venuti meno gli Incentivi a chiudere; non si svilupperà il non-oil per mancanza di investimenti e si limiteranno le iniziative promozionali; Sarà più difficile conseguire riduzioni dei prezzi dei carburanti oggi fissati liberamente dal gestore e determinanti ai fini dell'indice generale dell'Inflazione. È stata infatti vietata presso i punti di vendita l'esposizione del prezzo consigliato dalle compagnie, che permetteva di percepire le variazioni praticate dai gestori. È stato fatto divieto di ogni altro contratto che permetta alle compagnie di fissare direttamente i prezzi, come avviene nel resto d'Europa. Con questi divieti, fortemente voluti dai gestori, si impedisce all'utente un raffronto di prezzo ed alle compagnie di trasferire al consumatore gli effetti della loro azione concorrenziale. A questo punto sono d'obbligo alcuni interrogativi 1. È ACCETTABILE CHE IL GOVERNO TRATTI, COME HA FATTO, SOLTANTO CON UNA PARTE (GESTORI), MODIFICANDO ACCORDI GIÀ STIPU¬ LATI TRA LE COMPAGNIE E I GESTORI, CON LA MEDIAZIONE DELLO STESSO GOVERNO? È COSTITUZIONALE CHE UN DECRETO-LEGGE IMPEDISCA AGLI IMPRENDITORI IL RICORSO A DIVERSI CONTRATTI PREVISTI DAL CODICE CIVILE E NORMALMENTE UTILIZZATI NEI PRINCIPALI PAESI D'EUROPA? È CORRETTO CHE SU UNA MATERIA COSÌ DELICATA, CHE INCIDE PROFONDAMENTE SULLA RETE CARBURANTI, SI DEBBA FAR USO DI UN DECRETO-LEGGE? È PENSABILE CHE, IN QUESTE CONDIZIONI, LE AZIENDE ABBIANO LA CONVENIENZA A FARE NUOVI INVESTIMENTI? PROPOSTA L'industria petrolifera chiede al Governo ed al Parlamento una regolamentazione normativa in linea con quella europea al fine di poter operare in un mercato completamente libero, fortemente concorrenziale e trasparente per l'utente.