«Mai più di 1500 pazienti per medico»
«Mai più di 1500 pazienti per medico» Allo studio del ministero l'ipotesi di una polizza contro gli errori nelle diagnosi «Mai più di 1500 pazienti per medico» La Bindi: stop alle deroghe ROMA Un medico, 1500 pazienti al massimo c un'assicurazione per medici incerti sono le novità della sanità allo studio. Mai più i medici di famiglia potranno superare il letto previsto dalle convenzioni stipulate tra associazioni di medici di medicina generale e servizio sanitario nazionale. La novità sarà inserita nella nuova convenzione per la quale le parti stanno trattando, lo ha annunciato ieri mattina il ministro della Sanità Rosy Hindi alla trasmissione di Raiuno «Radio anch'io». Anche per i medici di famiglia varrà l'incompatibilità già introdotta per i medici ospedalieri e universitari che regolamenterà l'attività privata al di fuori degli studi di medicina generale, cancellando le deroghe che finora hanno permesso di superare i limiti. La decisione ha scatenalo le immediate proteste dei medici di famiglia, ma soltanto sulla possibilità che si profili un'incompatibilità. «Non siamo medici dipendenti ma liberi professionisti - ha precisato Mario Falconi, segretario generale della Firn mg - ma riteniamo giusto porre delle regole anche per noi». Nessun problema, invece, sullo stop alle deroghe al tetto: «Il massimale è di 1500 pazienti, un medico ne assiste circa 800-900 - ha spiegato Falconi - Le deroghe riguardano solo la possibilità di inserire nel- l'elenco degli assistiti i parenti stretti di chi è già inserito in lista, permettendo di unificare il gruppo familiare». Falconi ha concluso che sono gli stessi medici di famiglia a non desiderare un numero eccessivo di assistiti: «Siamo talmente in buona fede che noi stessi abbiamo proposto per il rinnovo della convenzione di limitare le deroghe per il 5-10% dei massimali». In realtà sono all'incirca 5 mila i medici di famiglia con più di 1500 assistiti. Oliasi tutti hanno iniziato a lavorare prima della riforma del 1978 che ha introdotto il tetlo. In alcuni casi riescono a raggiungere anche un guadagno di 13 milioni netti al mese (contro i quasi 5 dei medici che rispettano il tetto) ma difficilmente possono dedicare a ciascuno degli assistiti molto tempo se un medico con una media di 40 ore di lavoro settimanali e 1500 pazienti ha a disposizione per ciascuno di loro 1,6 minuti a settimana, calcola la Cgil, Il ministro ha poi parlato dell'introduzione di un'assicurazione per i medici pubblici che, per l>aura di sbagliare, prescrivono troppe analisi. Si tratla di un'idea a cui sta lavorando insieme con l'Ordine dei medici. La tutela si estenderebbe ai pazienti che subiscono il danno, ai medici che si sentono più protetti e alle strutture pubbliche che vedrebbero ridursi la richiesta di esami e le spese. La soluzione però è difficile da trovare, ha precisato il presidente dell'Ordine dei medici Aldo Pagni: le assicurazioni non considerano interessante lo sviluppo di questo mercato. L'unica strada percorribile, dunque, un'organizzazione del lavoro che riduca i rischi. Nessun «centralismo statalista», ha infine ribattuto il ministro Hindi alle accuse rivolte alla riforma sanitaria che entrerà in vigore il primo gennaio del 2000 dall'economista Mario Baldassarre La legge sarà applicata gradualmente, le regioni avranno un ruolo da protagonista e l'intervento centrale è necessario perchè nella sanità «la tutela non può essere lasciata al libero gioco del mercato». Nelle mani del mercato resteranno, comunque, non poche risorse secondo il ministro. «Il 50% dei 117 miliardi del fondo nazionale sarà utilizzato in un mercato privato fatto di edilizia, aziende, operatori». Parole che non hanno convinto Baldassarre «Il decreto serve solo a rafforzare le corporazioni interne». [r.r.] Il ministro della Sanità, Rosy Bindi con un gruppo di medici
Persone citate: Aldo Pagni, Bindi, Falconi, Mario Baldassarre, Mario Falconi, Rosy Bindi, Sanità Rosy
Luoghi citati: Roma
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