« La Santa Sede accusa a torto» di Marco Tosatti

« La Santa Sede accusa a torto» « La Santa Sede accusa a torto» La replica di Gerusalemme «Rispettiamo la libertà di culto» Marco Tosatti CITTA DEL VATICANO Sale bruscamente la temperatura nei rapporti fra la Santa Sede e Tel Aviv a causa della decisione del governo israeliano di autorizzare la costruzione della moschea davanti alla Basilica dell'Annunciazione ' a Nazareth. Mentre le chiese cristiane restavano chiuse in tutta la Terrasanta, dal Vaticano il direttore della Sala Stampa, Joaquin Navarro Valls, ha sferrato un pesante attacco. L'iniziativa di Gerusalemme «sembra porre le basi per futuri contrasti e tensioni tra le due comunità religiose, cristiana e islamica», ha detto Navarro, aggiungendo di ritenere che «l'autorità politica in questo caso abbia una grande responsabilità, perché, anziché favorire l'unità, crea le basi per fomentare divisione». Il portavoce osserva inollre che «il Consiglio superiore islamico di Gerusalemme già domenica scorsa ha divulgato un comunicato nel quale dichiara di opporsi alla costruzione» della moschea. Con questa presa di posizione il Consiglio superiore islamico di Gerusalemme «ha manifestato la sua solidarietà all' Autorità ecclesiastica cristiana di Terra Santa». E si lascia intuire che, se anche il Consiglio Islamico ha preso posizione contro, non si capisce tanto inusuale desiderio di venire incontro ai fondamentalisti, verso i quali in altre occasioni Israele non ha certo usato simile delicatezza. Poche ore dopo, è arrivata la replica del ministero degli Esteri di Gerusalemme, altrettanto dura: «Il governo israeliano respinge nettamente le accuse espresse dal portavoce della Santa Sede secondo cui c'è nella deci¬ sione sulla questione della controversia a Nazareth un intento di fomentare divisioni tra cristiani e musulmani... Questa formulazione ricorda con nostro rammarico una vecchia abitudine di puntare il dito accusatore sulla parte sbagliata... L'assenso... è stato dato alla luce della sensibilità del governo ai sentimenti dei suoi cittadini e nel rispetto della necessità di assicurare la libertà di culto». La serrata delle chiese non ha fermato i musulmani, che hanno proceduto come previsto alla cerimonia di posa della prima pietra del luogo di preghiera islamico. I lavori sono stati autorizzati da Israele, nel cui territorio si trova Nazareth, dopo una controversia durata due anni. Il ministro israeliano della Pubblica Sicurezza, Shlomo Ben-Ami, autore della soluzione di compromesso (un terzo dello spazio agli integralisti) ha dichiarato oggi di essere «scioccato dalla determinazione con cui i dirigenli delle Chiese si sono spinti al di là del ragionevole». Gli ha risposto il patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, massima autorità cattolica in Terrasanta: «Abbiamo.chiuso le chiese perché il mondo ci ascoltasse, e ci ha ascoltato». Per capire sia pure minimamente il contesto psicologico in cui si situa questa vicenda, bisogna ricordare che nella grande maggioranza dei Paesi musulmani è proibita la costruzione di nuove chiese. Nel quadro delle relazioni fra cristiani ed ebrei ieri è stato dato l'annuncio della nomina dei sei studiosi - tre per parte-, che dovranno esaminare i documenti del Vaticano relativi alla Seconda Guerra Mondiale e all'atleggiamenlo tenuto da Papa Pio XII verso gli ebrei.

Persone citate: Joaquin Navarro Valls, Michel Sabbah, Navarro, Nazareth, Pio Xii, Shlomo Ben-ami

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Tel Aviv