«Mi candido e vado a vivere a New York» di Franco Pantarelli
«Mi candido e vado a vivere a New York» La First Lady conferma che correrà contro Giuliani per il seggio al Senato nonostante le perplessità emerse nello stesso partito democratico «Mi candido e vado a vivere a New York» Hillary: lascerò in anticipo la Casa Bianca Franco Pantarelli NEW YORK La candidatura di Hillary Clinton al Senato è diventata ufficiale e quanto prima la Casa Bianca resterà senza first lady. Lo «sblocco» è avvenuto ieri, durante una riunione con il sindacato degli insegnanti di New York. Nell'introdurla, il responsabile di quel sindacato le ha chiesto: «Insomma, è un sì o un no?», senza bisogno di specificare a cosa si riferisse, e lei ha sorriso, ha ammiccato alla platea e ha risposto: «La risposta è sì», scatenando un applauso subito trasformatosi in una «standing ovation». Poi Hillary ha aggiunto che l'annuncio formale, lo farà solo dopo la fine del 1999. Dall'altra parte il sindaco di New York Rudolph Giuliani, sebbene ancora riluttante a un «sì» pubblico come quello di Hillary, ha comunque detto che le probabilità che lui si candidi si fanno «ogni giorno più forti». Insomma la battaglia fra questi due personaggi è ormai sicura e sono in tanti a pregustare il loro scontro all'ultimo voto e i dibattiti sicuramente «entertaining» in cui si impegneranno. «Cose scegliereste in tv - diceva tempo fa un commentatore - un dibattito fra Hillary e Rudy o uno fra Albert Gore e George Bush?». Ma la decisione di annunciare pubblicamente la sua candidatura Hillary non l'ha presa a causa della domanda brutale rivoltale dal capo del sindacato insegnanti, che per la cronaca si chiama Randi Weingarten, bensì per parare la possibilità di «defezioni» nel campo democratico. Questo almeno è ciò che è filtrato dai suoi tanti consiglieri, preoccupati del contraccolpo provocato dal viaggio della first lady in Palestina, con tanto di abbraccio alla moglie di Yasser Arafat. Cari Kruker, un membro del Senato di New York eletto in un distretto di Brooklyn abitato praticamente solo da ebrei, si è detto «oltraggiato e scioccato» dalla visione di quell'abbraccio in tv. Tutti si aspettano da un momento all'altro che lui appoggi pubblicamente Giuliani e in seguito a questo gli uomini del sindaco di New York avevano cominciato a diffondere la voce che Hillary stava meditando di «ritirarsi» dalla corsa, approfittando del fatto che tanto non l'aveva ancora annunciata ufficialmente. Il suo «sì» di ieri in risposta al sindacalista, dunque, è stato considerato un passo necessa¬ rio per rassicurare i potenziali elettori sconcertati da quelle voci e anche per rilanciare il «patriottismo di partito» fra i democratici, ora che il loro candidato è uscito ufficialmente allo scoperto. Non a caso a insistete su Hillary perché facesse l'annuncio erano stati proprio Judith Hope, presidente del Partito democratico di New York, e Andrew Cuoino, figlio dell'ex governatore Mario (nonché marito di una Kennedyl e personaggio eminente fra i democratici newyorkesi. Una volta ottenuto l'annuncio, questi stessi personaggi ora prevedono che Hillary si traferirà presto nella casa che i Clinton hanno acquistato poco fuori New York, non appena i lavori da loro ordinati saranno ultimati, praticamente «abbandonando la Casa Bianca». Oltre tutto, la scena dell'abbraccio fra Hillary e la moglie di Arafat sta per diventare uno spot per Giuliani (lunedì comincerà a invadere le trasmissioni televisive) e chi lo ha visto dice che ò molto «cattivo». Hillary Clinton: la sfida con Rudolph Giuliani per il seggio a New York è ormai certa
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