Non basta la traduzione Ai giochi serve la riedizione di Maurizio Maggiani

Non basta la traduzione Ai giochi serve la riedizione VIDEOGAME- Non basta la traduzione Ai giochi serve la riedizione LOCALIZZAZIONI 2. Intanto, perché le localizzazioni si chiamano localizzazioni e min banalmente traduzioni? Me lo lui spiegato il giovine Francesco, che è un ragazzo-pezzo grosso del ramo, operativo nella mecca delle multinazionali del software, a Dublino. E cioè, mi liti detto, |jor i giochi non bastano delle «semplici» traduzioni - insomma, non come si fa con romanzi o roba del genere - ma una ben più sofisticata operazione di riedizione. Il linguaggio va localizzato, appunto, nella psicologia, nei costumi, nella sensibilità specifica della lingua e dei parlanti del Paese in cui sarà venduto. Si traduce il .senso del parlato adattandolo all'animo del parlante; si localizzano tristezza ed allegriti, guerra e pace, vita e morte, non noccioline. Trovo che sia unti faccenda molto affascinante tutto questo lavorare di lingua per degli stupidi giochi, quando gli alti spiriti della cultura languono. Del resto il bissniss è li e non là, e poi un buon manuale e meglio di tanti romanzi che passano per le mani oggidì. Per questo lavoro, dice Francesco, c'e bisogno di linguisti che amino i giochi che traducono e che siano essi stessi consumerà dei prodotti che lavorano. Non ce ne sono molti di cosi bravi e guadagnano bene. E le Case spendono molto, [rifatti, quando possono, evitano. Possono, naturalmente, quando il mercato non vale la candela. Ora come ora in Italia le cose sono messe maluccio. Si localizzano, veramente, solo un dieci per cento dei titoli. Un'altra parte si sottotitola alla bell'e meglio e un'altra ancora si manda nei negozi con le sole istruzioni tradotte, solitamente da cani, da qualche aziendina del suburbio. Ma quando le Case spendono, allora tanto di cappello. Chi si trastulla con il calcio di «Fifa 2000» viene linguisticamente servito meglio che dalla televisione di Stato. Chi gioca all'avventura con «DiscWorld Noir» o «Keeper» ha per le mani letteratura per niente male. Per i giochi evento poi - mi viene in mente «Il retaggio del tempo» - si assume il fiore dei doppiatori cinematografici. Per la grande maggioranza dei giochi vale l'invito della presidenza del Consiglio: imparate l'inglese che se no il mondo va avanti senza di voi. Il primo a invitare gli italiani a imparare le lingue fu De Gasperi, e pensava alle miniere del Belgio, alle industrie chimiche di Basel e a quelle meccaniche di Stuttgard. Allora la brava gente moriva di fame; adesso di noia. Va studiato un linguaggio coerente con la psicologia e la sensibilità specifica dei possibili acquirenti distribuiti in tutto il mondo distribuiti in tutto il mondo Maurizio Maggiani

Persone citate: Basel, De Gasperi, Stuttgard

Luoghi citati: Belgio, Dublino, Italia