In Borsa piace la svolta Colaninno di Ugo Bertone

In Borsa piace la svolta Colaninno La guerra delle Opa investe le piazze europee. Telecom rinvia l'incontro con il sindacato. Allo studio nuovi piani In Borsa piace la svolta Colaninno Mannesmann perde colpi. Bell aumenta il capitale Ugo Bertone MILANO Il rialzo corre sul filo. La ritirata di Colaninno ha scatenato lo sprint dei titoli telefonici in Piazza Affari, nonostante le mezze smentite seminate in questi giorni. S'impenna il valore delle Telecom, in ascesa dell' 1,83%, dopo il boom di fine settimana (+10%), dopo un giro di scambi superiore all'I % del capitale. Analogo il rigiro dei titoli Tecnost, oltre 1' 1 % del capitale ordinario ( + 4,55% il rialzo altermine della giornata). Pure l'Olivetti, su cui grava, al di là delle smentite di circostanza, la prospettiva dell'aumento di 4 mila necessario per assorbire Tecnost, ha messo a segno una crescita, seppur contenuta (+0,47%), Infine, sull'onda della battaglia dei telefonini in giro per l'Europa, cresce in maniera robusta Tim (+3,65%). Tanta euforia dimostra, ad abbondanza, che le difficoltà sui listini incontrate dalle telecomunic,azioni «made in Italy» dell'era Colaninno nascevano proprio dalla politica finanziaria del numero uno del colosso ex di Stato. Ma adesso? In attesa del piano industriale del gruppo, che sarà illustrato solo nei prossimi giorni (tra le proteste dei sindacati che hanno assistito con disappunto alla cancellazione dell'appuntamento odierno), la squadra di Colaninno ha rafforzato le fondamenta difensive del gruppo. Proprio ieri, infatti, infatti, la lussemburghese Bell ha approvato il previsto aumento di 1.075 miliardi di lire, finalizzata a raggiungere (dall'attuale 14%) il 20% del capitale Olivetti. Dentro la società, sintesi della compagine bresciana dei «Colaninno's boys» e della finanza «made in D'alema», irrompono il Monte Paschi (summa della finanza ds) e i tre fratelli Lonati (purissima razza imprenditoriale di Nord Est), a consolidare una complicata piramide al cui verlice resta, con il 50,07%, l'Hopa-Fingruppo di mister Gnutti e amici. Questa notizia, pur nota da tempo, ha del resto riacceso più dubbi che certezze sul futuro del gruppo, dalle fondamenta finanziarie troppo fragili per recitare un ruolo da protagonista a livello europeo. In questi giorni, osservano gli analisti, l'Europa è attraversata da confronti a tutto campo sul fronte della telefonia fissa e, soprattutto, mobile. La battaglia tra VodafoneAir Touch, la più consistente offerta pubblica di acquisto della storia finanziaria, è entrata solo ieri nel vivo. E, con grande sorpresa di chi pensava che Klaus Esser si sarebbe trincerato dietro l'ostilità nei confronti dei meccanismi del mercato di stampo anglosassone, la prima mossa di Mannesmann è stata quella di dichia- Roberto Coe (sottKlaus E aninno o) ser rarsi disponibile ad un'eventuale fusione nel caso Vodafone (o qualcun altro) sia in grado di rilanciare con un'offerta ritenuta accettabile per i soci di minoranza. A Duesseldorf, insomma, hanno imparato presto i segreti del mercato dell'Opa. Brian Haiward, gestore dei fondi americani Invesco (protagonista non trascurabile, visto che amministra poco meno di un milione di azioni Vodafone e 400 mila Manensmann) ha espresso bene ieri l'atmosfera che si respira tra i gestori. «Non è facile - ha detto stabilire che cosa sia bene fare. Loro, quelli della Vodafone, sostengono che l'offerta non potrà essere ritoccata. Io mi domando se dicano la verità...». Il risultato, in Borsa, è stato quello di ricacciare le quotazioni di Mannesmann al ribasso (2,17%) rispetto alla vigilia e, soprattutto, all'offerta avanzata dall'attaccante di Londra. Il tutto mentre sui mass media tedeschi è iniziata l'offensiva dei due contendenti, a suon di ammiccamenti. «Assieme scrive la pubblicità Vodafone in Germania - creeremo un leader mondiale a maggioranza tedesca». «Negli ultimi cinque anni - replica lo slogan radiofonico di Mannesmann - abbiamo messo a segno un rialzo pari all'800%». Ma, mentre si litiga in pubblico, continuano i contatti privati. Negli ultimi due giorni mister Chris Gent, patron di Vodafoine, si è ripetutamente incontarto con i grandi azionisti pubblici di Mannesmann, a partiore dal ministro-presidente della Nord Renania Vestfalia, Wolfgang Clement. La barriera tra il capitalismo renano e quello anglosassone, insomma, potrebbe rivelarsi meno dura del previsto, mentre altri protagonisti del settore, a partire da Cable & Wireless, stanno guadagnando posizioni sull'onda della febbre che sta investendo il settore. Ieri, a Londra, il titolo C& W è salito del 4% sull'onda delle indiscrezioni di un possibile interessamento di Deutsche Telekom, dopo la decisione da parte del gruppo britannico di uscire dalla Hkt, l'ex Hong Kong Telecom, assai meno appetibile dopo l'accordo tra Cina e Stati Uniti sulla possibilità per i gruppi occidentali di acquistare il 50% delle compagnie telefoniche sul mobile del Drago cinese. Ma quali prospettive può avere, in un mercato globale cosi aggressivo e rapido, l'ex monopolista italiano? Tutto dipende dai prossimi mesi. Cola ninno si deve adeguare, suggeriscono gli analisti, ai tempi rapidissimi della concorrenza, accelerando i tempi della ristrutturazione industriale. E sarà altrettanto necessario costruire le fondamenta finanziarie di un gruppo che, così com'è congegnato, fatica a far arrivare i profitti di Tim e Telecom ai piani alti della piramide. Ma per questo ci vogliono quattrini.Che il mosaico Bel stenta a iniettare. Roberto Colaninno e (sotto) Klaus Esser L'ALTALENA DI CO LAN INNO 11,3004- Prezzi ufficiali in Euro | (lEuro=1936,27lire) 6,458 nfmmmM^mm DIC. GEN. FEB. MAR. APR. MAG. GIÙ. LUG. AGO. SET. 0TT. N0V.