«Giù le mani dalla moda di Milano»

«Giù le mani dalla moda di Milano» La capitale delle sfilate replica alla Bbc: un attacco pilotato e privo di fondamento «Giù le mani dalla moda di Milano» «Sesso e droga? Una follia» Maria Giulia Mlnetti MILANO Toma il fantasma di Terry Broome? Torna io spettro della giovane modella frustrata e sfruttata, cocainata e vilipesa che all'inizio degli anni Ottanta sparò al play boy milanese che la «usava»? Terry aveva 28 anni, all'epoca del delitto, ma adesso l'età delle sbandate cala. Sono ragazze tredicenni, quattordicenni a finire nelle mani di dipendenti di agenzie che le seducono, le espongono alla droga e le portano «come bestiame» nei locali notturni dandole in pasto a ricchi uomini d'affari in cerca di facili conquiste, fi «j'accuse» arriva da Usa Brinkworth, 32 anni, reporter della Bbc, che ha passato sei mesi da «infiltrata» nel giro delle modelle e delle agenzie di Milano. Munita di microcamera, seguita da una troupe ben mimetizzata, l'audace britannica ha montato un documentario «esplosivo», anticipato dai giornali inglesi, che ha scatenato un putiferio a Milano. Circola il sospetto del sabotaggio, della sparata antitaliana, «potrebbe essere un attacco pilotato alla Milano della moda» ha replicato furióso Beppe Modenese, patron di «Milano Collezioni», un signore di solito molto british nelle esternazioni. Dello stesso parere, «al cento per cento», Elio Fiorucci, che rincara: «Io penso che sono pazzi. Se c'è una città di professionisti, anche noiosi, diciamocelo, quella è Milano». Be', d'accordo, ma in margine al professionismo potrebbe pur crescere una professio- nalità manigolda, di pescecani che annusano la carne fresca, non crede? «Massi - Fiorucci è infastidito - non escludo che ci possa pure essere qualcosa di scandaloso. E' così dappertutto. A New York è così, a Londra, a Parigi, a Berlino... Se uno cerca il torbido, s'accomodi. Ma un conto è mestare genericamente nel torbido, un conto puntare il dito su una città. Sembra che qui ci sia chissà quale follia, quale corruzione! Sodoma e Gomorra e il sistema della moda a braccetto, proprio a Milano. Via, c'è una tale cattiva fede». «Che con le ragazze carine ci sia sempre stato quel problema, che ci girino intomo degù- sfruttatori, è una storia vecchia», alza le spalle Oliviero Toscani. «Il mondo della moda è particolarmente esposto, che scoperta. Le modelle sono esposte in tutti i sensi, si sa. E ultimamente sono sempre piùgiovani, facili da abbindolare». Ha ragione la Bbc, allora? «Guardi, lei sta parlando con uno che non utilizza più le agenzie. Mi trovo da me ragazzi e ragazze, li fotografo una volta e tanti saluti. Finito. Detto questo, ci sono fior di agenzie serissime. E ce ne sono di meno serie, come ci sono giornalisti seri e giornalisti pallonari e peggio, avvocati, medici eccetera. E perdirla tutta sulla serietà, a me non impòrta un fico della Bbc, nessuna venerazione. Anche loro fanno comunicazione commerciale, anche loro montano i loro scoop. Io odio la televisione, ma quelli che fanno la televisione e fingono di essere seri li odio anche di più».E' questo che irrita in modo particolare i milanesi della moda, e non solo i milanesi: il pompaggio della notizia, ogni erba fatta su in un fascio. «Inutile negarlo, nella moda girano droga e proposte "indecenti", le vittime sono spesso le ragazzine straniere, spaesate, vulnerabili», ammette sincera Anna Peggion, titolare della sezione italiana della John Casablanca^ una delle maggiori agenzie di modelle del mondo. «Ma l'impressione è che qui si sia voluto costruire un colpo gjor- nalistico a tavolino, fare sensazione». E' triste constatarlo, ma se perfino le ragazzine reclutate di recente da Don Mazzi per la sua agenda benefica hanno dichiarato quasi in massa di sognare la carriera di modella, il terreno peri profittatori è fertile. «C'è gente che va in giro con nostri biglietti da visita falsi per cercare di raccogliere ragazze per strada», ha detto Franca Sozzani, direttore di «Vogue Italia». «In certi casi i genitori ci hanno avvisato e noi abbiamo fatto le opportune diffide, ma non escludo che di altri non abbiamo saputo niente, nè potremo mai sapere come sono finite le ragazze». Ma anche Franca Sozzani ribatte il chiodo di Modenese: «Perché proprio adesso, e proprio su Milano e non, per esempio, su New York, dove di modelle ce n'è ben di più?» Già, perché adesso? «Sotto il vestito niente», best-seller di moda, sesso e rock and roll diceva le stesse cose quasi vent'anni fa, al tempo di Terry Broome, appunto. Milano, però, nel frattempo è cresciuta, ha tutti i fari della moda puntati addosso. Niente di meglio per fare passare come nuovo un vecchio scoop. Fiorucci: «Lo scandalo? C'è dappertutto Ma questa è una campagna fatta con cattiva fede» Una sfilata di moda

Persone citate: Anna Peggion, Beppe Modenese, Elio Fiorucci, Franca Sozzani, Maria Giulia, Modenese, Oliviero Toscani, Terry Broome