Altri sequestri-lampo prima di Antonio

Altri sequestri-lampo prima di Antonio A Cerignola la gente ha paura e non denuncia. I pm: «Il giovane ucciso da 4 non professionisti» Altri sequestri-lampo prima di Antonio Foggia, scoperti nuovi episodi dopo la morte del ragazzo Sandro Tarantino BARI Una banda di «almeno quattro persone» ha rapito è ucciso Antonio Perrucci Ciannamea. Lo studente sedicenne sequestrato e gettato in un pozzo alla periferia di Cerignola (Foggia) è stato vittima di rapitori «non professionisti». Sebbene non vi sia ancora una svolta nelle indagini, i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Bari stanno pian piano mettendo a fuoco i contorni di un sequestro di persona concluso con la morte della vittima nonostante la sua famiglia avesse pagato i richiesti cento milioni di riscatto. Dopo avere riunito i suoi sostituti a palazzo di giustizia, il procuratore di Bari, Riccardo Dibitonto, ha aggiunto ieri una preoccupante lettura del fenomeno: ci sarebbero stati altri sequestri non denunciati perchè gli abitanti di Cerignola hanno paura. Ipotesi, però, niente di più di questo. Tuttavia, spiega il procuratore, «le modalità di pagamento del riscatto fanno pensare che i rapitori fossero in grado di intimidire i genitori del ragazzo per ottenere i cento milioni di lire richiesti». «Non professionisti dei sequestri - aggiunge - e per questo si sono sbarazzati subito del ragazzo». Una banda di «almeno quattro persone» secondo Michele Emiliano, il sostituto procuratore della Dda che sta seguendo il caso. Spiega che un sequestro simile non poteva essere commesso da una sola persona: serviva un informatore, un sequestratore, un telefonista e un esattore. Scomparso la sera del 7 novembre, Antonio Perrucci Ciannamea fu visto per l'ultima volta con Angelo Caputo, pregiudicato di 43 anni, un malavitoso già condannato per traffico di droga. Antonio sali sulla sua Mercedes. Ora Caputo è ricercato, ma sarà difficile prenderlo. E' a Santo Domingo. Nonostante vi fosse sulla sua testa un provvedimento di fermo, il 12 no¬ vembre, all'aeroporto di Fiumicino, s'è imbarcato per Madrid e di qui ha raggiunto Santo Domingo, Il figlio Leonardo, 20 anni, è indagato (ma non ricercato). Amico della vittima, potrebbe avere fornito al padre - questo sospettano gli inquirenti - indicazioni su Antonio e sulle capacità finanziarie della famiglia, proprietaria di un laboratorio per la lavorazione del marmo. E chi sono il telefonista e l'esattore? L'uomo che telefonò per cinque volte alla famiglia Perrucci Ciannamea annunciando il rapimento e chiedendo il riscatto aveva un accento siciliano. «Non era Caputo» ha spiegato al magistrato il papà del ragazzo ucciso, Gerardo, che Caputo lo conosce bene. Nessuna traccia neppure dell'esattore: della persona, cioè, che il 9, due giorni dopo il sequestro, raccolse la busta con i soldi lasciati dalla famiglia alla periferia del paese. 11 padre di Antonio accettò di pagare nonostante non avesse avuto la certezza che il figlio fosse ancora vivo. «Bisogna fidarsi» disse il telefonista. Non vedendolo ritornare a casa, Gerardo Perrucci Ciannamea denunciò ai carabinieri la scomparsa del figlio, ritrovato poi, domenica sera, in un pozzo profondo dieci metri. Come sia morto Antonio (se è annegato, se è stato ucciso prima di essere gettato nel pozzo o se è stato soffocato dal nastro adesivo che gli copriva la bocca) lo stabilirà l'autopsia che sarà eseguita oggi. Il luogo del ritrovamento

Luoghi citati: Bari, Cerignola, Foggia, Madrid, Santo Domingo