Algeri, assassinato il capo del partito islamico di Domenico Quirico

Algeri, assassinato il capo del partito islamico Appoggiava la politica di riconciliazione del presidente Bouteflika, un duro colpo alle speranze di pace Algeri, assassinato il capo del partito islamico Abdelkader Hachani era l'unico leader dell'exFis in libertà Domenico Quirico Abdelkader Hachani stava aspettando pazientemente il suo turno nello studio di un dentista, nel quartiere di Bah el Oued. E' in questa zona popolare di Algeri che il partito islamico è nato, alla fine degli Anni Ottanta, quando il regime, esausto, aveva allentato la morsa sulla società. Tra questi palazzi dove la piccola borghesia coloniale cercava di annegare la nostalgie parigine, Abassi Madani, il politico, Ali Belhadij, il giovane predicatore con la furia di un Savonarola islamico, e questo ingegnere minerario avevano costruito la scalata al potere, poi stroncata dal golpe dei militari, I suoi due compagni di strada sono ancora agli arresti; era lui, ora, che gestiva i mille fili segreti di un partito ufficialmente fuori legge ma in realtà saldamente impegnato, da protagonista, nella svolta politica impressa con slancio bersaglieresco dal presidente Bouteflika. L'inventore del Grande Perdono per chiudere gli anni di Caino della guerra civile contava sulla sapiente abilità di questo mediatore. Il killer, calmo, quasi impudente nella sua sicurezza, è entrato nello studio e gli ha sparato tre colpi. Questo è un marchio, una firma: i terroristi dei Già, gli squadroni della morte islamici, uccidono sempre sparando un numero di colpi dispari come vuole la tradizione musulmana: quando il Profeta mangiava i datteri ne mangiava sempre uno o tre, mai due. Poi se n'è andato con calma, come un cliente soddisfatto. Hachani è morto poco dopo in ospedale. E adesso l'Algeria raccoglie i cocci delle sue speranze di pace e sfoglia il macabro ventaglio delle ipotesi sugli assassini. In questo Paese con centomila morti alle spalle, ogni delitto purtroppo è perfetto; troppi sono i mandanti possibili per trovare mai quelli veri. Hachani era un uomo chiave per Bouteflika. Lui, che nel '92 era finito in galera per un appello alla diserzione e alla disobbedienza lanciato ai militari, era il leader dell'ala politica del partito religioso, quella che in questi anni, nel furore della reciproca strage, ha sempre cercato le vie del ritorno al dialogo e fronteggiato i «fidai», gli assassini. Era tornato in libertà nel '97, quando il presidente di allora, Zeroual, aveva lanciato la prima offensiva di pace verso il Fis, sperando di isolare gli emiri del Già e dì trovare consensi personali tra i moderati. Hachani aveva gestito da protagonista il delicato negoziato per far deporre le armi all'Ais, che del partito era stato il braccio armato. I pentiti che hanno accettato il patto di riconciliazione proposto da Bouteflika sono la conseguenza di quel negoziato. La tragica storia di questi dieci anni si apre e si chiude, significativamente, con due delitti eccellenti. Boudiaf era il cincinnato della guerra di liberazione, uno scomodo eroe che aveva rifiutato gli agi e le bassezze del potere e che, diventato Presidente, voleva fare luce su scandali e ruberie. Lo uccise un militare della scorta, nel '92, durante un comizio: un fondamentalista infiltrato, secon¬ do la fragile versione ufficiale a cui non crede nessuno. Ad armare quel mitra furono uomini senza volto, ma che tutti conoscono, quelli che ad Algeri sempre meno sottovoce chiamano «quelli che decidono»: la cupola formata da un pugno di affaristi e generali che hanno le chiavi della pace e della guerra, della ricchezza petrolifera e del malaffare. Chi ha armato la pistola dell'assassino di Bab el Oued, chi ha escogitato questo assassinio così simbolico nella topografia storica della guerra algerina e così pesante dal punto di vista politico? Certo: la prima tesi è quella di una operazione ben pianificata degli emiri del Già, gli irriducibili che sulle momtagna cercano di tenere a freno i loro seguaci tentati dall'amnistia. Gli stessi che hanno firmato i massacri degli ultimi giorni, destinati a aumentare via via che la data del tredici gennaio fissata dalla legge del perdono si avvicina. Ma non sono i soli a desiderare che attorno a Bouteflika si allarghi il vuoto. E' stato lo stesso Presidente, in uno scatto di rabbia, a ricordare che «i nemici della pace sono più numerosi dei terroristi islamici, che si nascondono nei luoghi più impen sabili». E' la criminale alleanza di chi vuole che la guerra continui: per chéè porta con sé l'omertà, l'economia degli affari sporchi, tiene i dossier ben chiusi negli archivi. Anche Boudiaf era un uomo solo. Abdelkader Hachani, leader del Fis

Luoghi citati: Algeri, Algeria