«Farò il governo della Lombardia»

«Farò il governo della Lombardia» Alle regionali del 2000, cori «una vera coalizione, non una somma di sigle. E la lista non si chiamerà Ulivo» «Farò il governo della Lombardia» Martinazzolipresenta la sua candidatura Giovanni Cerniti MILANO «Non una giunta della Lombardia, ma un governo:..», dice a bassa voce. Non gii assessori, ma i ministri. Non più un consiglio regionale, ma un Parlamento dove si discutono le leggi, si vota, si decide e magari si litiga con Roma. Sarebbe una rivoluzione o quasi. L'avesse annunciata Umberto Bossi, un paio d'anni fa, l'avrebbero preso per matto. Ma al settimo piano di un albergo che sta proprio accanto al Pirellone la voce è quella di Mino M artinazzo li. Si sta presentando ai giornalisti che seguiranno le elezioni regionali della primavera 2000. E sta elencando altre intenzioni rivoluzionarie. Una lista unica, ad esempio. «Non una somma di sigle e sottomarchi, una vera coalizione». Non ci sarà Rifondazione Comunista, non si chiamerà Ulivo. «Non che non mi piaccia, la pianta. E' che credo si possa inventare qualcosa di più nostro, di più lombardo». Al voto mancano più di quattro mesi. Non è presto per muoversi? «E perché? - risponde lui -. Quando arriverà il momento della, campagna elettorale avremo semplificazioni e propaganda, e con quel che succede nei mezzi e nella comunicazione politica ci sarà poco da confrontarsi. Meglio muoverci ora, per non farci travolgere...». Contro Martinazzoli il Polo conferma Roberto Formigoni, il presidente uscente. A domanda, Martinazzoli non risponde. Solo una volta ha ricordato a Formigoni che la Lombardia non è e non dev'essere Arcore. «Nel senso che non è solo Arcore», precisa. Ma nulla di più sul ciellino passato con il Cavalier Berlusconi, sull'ex De che sgomitava per mettere lo zucchero nel caffè di Martinazzoli segretario del partito. «Non farò una campagna contro, io». Come dire che da 'litri se l'aspetta e l'ha già messa in conto. Se~si muove Martinazzoli, se uno come l'ex segretario dell'ultima De e del primo Partito popolare decide di candidarsi, queste regionali nella Lombardia dì Bossi e Berlusconi saranno una bella sfida. «So che sarà difficile». Ma «l'ambizione» è proprio quella di battere Berlusconi (più che Bossi) dove si sente più forte. «Per favore, non cominciamo con le domande su chi sarà nel governo della Lombardia. Ci sto lavorando, credo di essere a buon punto, ma non posso dire nulla». Saranno questa squadra e questi «ministri lombardi» il biglietto da visita di Martinazzoli. Sarà la sua capacità (abilità?) nel mettere assieme una lista unica. «Se vinciamo, vinciamo tutti». I Ds della Lombardia, quasi a voler smentire voci romane di malumori dale- miani, sono nel salone al settimo piano con Pierangelo Ferrari, il segretario regionale, ' bresciano come Martinazzoli. E' cronaca di un anno fa, ai tempi delle prime grane per D'Alema premier. La presidenza della Lombardia alla Lega, in questo caso a Roberto Maroni, in cambio di un appoggio al governo D'Alema? Nei giorni delle consultazioni D'Alema l'aveva proposto a Bossi. Ora, con le avvisaglie di crisi, quell'ipotesi stava per riprendere quota. E' per questo che la candidatura Martinazzoli par¬ te con tanto anticipo? «Assolutamente no», risponde lui. «Sono tutte storie», chiude Ferrari. Piuttosto, mentre comincia quest'avventura, le domande sono sul simbolo, su cosa sarà questa «coalizione lombarda». Un modello, la via martinazzoliana al cen¬ trosinistra? «Non si chiamerà Ulivo perché vedo che anche loro non sanno più come chiamarsi, se Ulivo Uno o Due o cosa. Vedremo, no?». Più che reticente, volutamente misterioso: «E' ancora presto». Quattro mesi in salita. C'è Berlusconi con i media e Formigoni con i ciellini. C'è anche Bossi con una Lega non più florida. «Hanno lanciato la loro Opa, chi firma per il referendum sul Parlamento del Nord avrà l'appoggio della Lega. Mi sembra eccessivo, non parteciperemo». Ma per la Lega c'è già una porta aperta. Questa è la Lombardia del tripola- rismo, centrosinistra-Lega-Polo: «Ora che le regioni possono stabilire la loro legge elettorale questa realtà non verrà annullata». Se la Lega in Lombardia candida Bossi, dice Martinazzoli, «sarei contento». Ma se riuscisse a conquistare voti leghisti lo sarebbe di più. Per questo il governo, i ministri, il Parlamento della Lombardia. Martinazzoli federalista? «L'utilizzo di questa parola è sempre stato ambiguo e furbo». Regionalista e gran lombardo sì. «E come tutti sanno a Roma non ho amici...». «Bossi ha lanciato l'Opa Chi firma il referendum sul Parlamento del Nord avrà l'appoggio leghista Mi sembra eccessivo e non parteciperemo» «Voglio inventare una squadra lombarda Io federalista? L'uso del termine è stato furbo Ma come tutti sanno a Roma non ho amici» 9 Demento 28 novembre ti vota gr 0»r te elezioni suppletive per @ quattro seggi do deputato e s do senatore A seggi «reno 1 occupati do esponenti del Wimstra «letti nel "96, poi adufi per ragioni varie. It mfrosinatro mette in campo -'-) squadro squisitamente lieo, il centrodestra pesca ■ netta società civile. I CINQUI DUELLR DB DOMENICA PROSSIMA AL PARLAMENTO Centrosinistra Enrico MtCKEU ministra dei lavori Pubblici iMSlASECCME (vkesmdaco | 0 funzionario di Bankitaita Centrosinistra Arturo PARISI braccio destro di Romana Prodi : leader dei democratici Centrodestra Sante TURA ematologo di fema consigliere del sindaco Guazzaioca nessuna tessera Centrosinistra LUONGO segretario regionale Ds Centrodestra Francesco SISftiNI per ventanni direttore generale dal ministero dei Seni Culturali mam Centrosinistra Michele VENTURA assessore regionale Ds alle attività produttive Centrodestra Enrico QOSI giornalista pesaro URBINO (Senato) Centrosinistra jgj|p>sì|jìj|: Giuseppe MASCIONI assessore regionale Ds Centrodestra Claudio CICOU ginecologo e segretario ragionato di Forza Italia li leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e Francesco Storace di Alleanza nazionale Mino Martinazzoli, candidato alla presidenza della Giunta della Lombardia