«Ulivisti» e «ribelli», divisi verso il congresso di Guido TibergaGiorgio Ruffolo

«Ulivisti» e «ribelli», divisi verso il congresso Due mozioni per le due anime dei Ds che si preparano all'appuntamento nazionale a Torino «Ulivisti» e «ribelli», divisi verso il congresso Mussi: con la sinistra torneremmo a essere all'opposizione Guido Tiberga ROMA «La mozione della sinistra si basa su un'idea politica che ci condannerebbe inevitabilmente all'opposizione». Fabio Mussi, a conclusione del convegno che i veltroniani romani hanno celebrato ieri sera in un albergo del centro, lancia così il suo attacco alla minoranza del partito: «Quello è un film che abbiamo già visto troppe volte...», taglia corto il presidente dei deputati diessini. L'uscita di Mussi accende le polveri del dibattito che porterà i diessini - piuttosto allarmati dalle esternazioni pensionistiche di D'Alema - al congresso del Lingotto. All'apertura della tre giorni torinese, fissata per il 13 gennaio, mancano meno di quaranta giorni: la macchina congressuale, fatta di assemblee territoriali prima e regionali poi, è partita da un pezzo: e il quadro di quelli che saranno i delegati a Torino sta prendendo forma. Senza grandi sorprese. I fedelissimi del segretario, che si riconoscono nella mozione che Veltroni ha intitolato «Una grande Sinistra, un grande Ulivo, per un Italia di tutti». I «ribelli» della sinistra interna - Gloria Buffo, Anna Finocchiaro, Alfiero Grandi, Giorgio Mele, Aldo Tortorella, Vincenzo Vita, Ersilia Salvato e una cinquantina d'altri - hanno sottoscritto un documento alternativo che pensa più alla Quercia e meno all'Ulivo. Il titolo: «Per un partito di Sinistra, per una coalizione riformatrice, per rinnovare i valori del socialismo europeo». Il rapporto tra le due anime dei ds, così come sta emergendo dai «corigressini» locali, è più o meno quello che una vignetta di ElieKappa riassumeva ieri sul sito Internet di Botteghe Oscure. «Ottanta iscritti su cento sono con il segretario», dice un personaggio. «E dove li abbiamo trovati cento iscritti al partito?», risponde irridente il secondo... Di voglia di scherzare, però, nel partito ce n'è poca. Anche se ieri, nel'ambiente un po' ovattato dell'Hotel Massimo D'Azeglio, qualche battuta Mussi se la regala. Ma di fronte ai militanti che avvisano di «stare attenti a quel che si dice sulle pensioni, perché agli iscritti non si può raccontare quant'è beilo il processo riformatore se poi nella vita di tutti i giorni trovano solo brutte sorprese», il capogruppo si augura che dal congresso di Torino «esca una maggioranza larghissima. Anche perché dice - nella seconda mozione ci sono molte cose che io trovo del tutto sbagliate». La sinistra accusa Veltroni di voler «sciogliere» il partito dentro l'Ulivo? «Compagni, lasciate perdere: discutiamo di cose vere. Non si può ragionare attraverso le caricature...», dice Mussi. Eppure la differenza è tutta lì, paura dello scioglimento a parte: alla fede ulivista dei primi si contrappone lo scetticismo dei secondi: che saranno pochi ma si fanno sentire, esprimendo la loro delusione per il segretario nel «forum telematico» messo su dai ds. «La funzione del nostro partito si esalta in una coalizione forte e coesa - spiega -. Nel centrodestra c'è gente da mettersi le mani nei capelli, ma hanno un'identità, sono davvero un polo. E dalla questa parte? Noi schieriamo dodici bandiere: all'inizio della legislatura per fare i vertici di maggioranza bastava una stanza, ora ci vuole lo stadio Olimpico... La seconda mozione parla di una nuova aggregazione a sinistra. Che cosa vuol dure? Che dovremmo di nuovo metterci con Rifondazione? Ma qualcuno ha capito che cosa vuole Bertinotti, oltre a farsi intervistare da Bruno Vespa? No grazie, sappiamo già come andremmo a finire...». L'attacco di Mussi non finisce qui. «La mozione due è reticente sulla vicenda storica - aggiunge prima di lasciare la sala - E se si è reticenti, il cambio di passo della sinistra europea, così come si è evidenziato all'Internazionale di Parigi e ancor più nei giorni scorsi a Firenze, non sarebbe possibile. Siamo chiari: una posizione del genere avrebbe una sola conseguenza. Torneremmo ad essere, forse per sempre, una forza buona solo per l'opposizione». I «ribelli» della sinistra interna: «E' ora di pensare un po' di più alla Quercia» I fedelissimi del segretario: «Siamo pronti a discutere di cose vere non di caricature» Fabio Mussi capogruppo dei Ds alla Camera e Gloria Buffo esponente della sinistra della Quercia L'economista Giorgio Ruffolo

Luoghi citati: Firenze, Italia, Parigi, Roma, Torino