Cofferati; verifica solo nel 2001 di Roberto Ippolito
Cofferati; verifica solo nel 2001 «La riforma sta stabilizzando la spesa previdenziale, ma a breve non potremmo fare una reale valutazione» Cofferati; verifica solo nel 2001 Pensioni, «no» del leader Cgil a D'Alema Roberto Ippolito ROMA Di nuovo. Il presidente del consiglio Massimo D'Alema dice una cosa. E il segretario della Cgil Sergio Cofferati ne dice un'altra. Con calma, ma con determinazione: questa volta Cofferati fa passare 32 ore per segnalare il suo dissenso. Però non si tira indietro dal contestare le idee, manifestate al vertice mondiale dei riformisti a Firenze, del capo del governo sulla necessità di intervenire per le pensioni. Concede un'intervista al Tgl delle 20 e sin dalla prima frase c'è un «no» secco a D'Alema: «Io credo sia sbagliato - dichiara - immaginare un anticipo della verifica che dobbiamo fare nel 200) ». Insomma Cofferati non è d'accordo con il presidente del Consiglio che ritiene indispensabile rendere «più vicine» le scadenze della riforma delle pensioni varata dal governo Dini nel 1995 e che, sottolinea D'Alema, «entrerà in vigore dal 2020». La verifica nel 2001 di cui parla il leader del maggior sindacato italiano è stata prevista con il varo della riforma. Riesplode così lo scontro che covava sotto le ceneri. Del resto già il 23 luglio, in un teso faccia a faccia che si era tenuto alla festa romana del- l'Unità nel mattatoio Testacelo, la divaricazione non veniva nascosta. D'Alema si chiedeva se «sia stato saggio stabilire la data del 2001 per la verifica dei conti, anno in cui ci saranno le elezioni». E Cofferati obiettava che «la scelta del 2001 non è statua casuale» perché una «verifica in tempi brevi sarebbe priva di reali elementi di valutazione». Ma risalendo indietro nel tempo si trovano molte tracce della scarsa sintonia fra i due. L'episodio più clamoroso risale al 18 dicembre dell'anno scorso, in un momento caldo delle trattative per il patto per il lavoro: Cofferati abbandonò platealmente i lavori lamentandosi di non aver trovato un posto a sedere fra i rappresentanti di trentadue organizzazioni sindacali e imprenditoriali. E andando a prendere un caffè aveva rivelato la propria contrarietà all'impostazione di D'Alema. Adesso ci risiamo. E su un tema scottante per la sinistra come quello delle pensioni. Il leader della Cgil non accetta di discutere subito dei conti previdenziali. Non ne vede proprio il bisogno: «La riforma del '95, corretta nel '97, sta dando risultati positivi sostiene Cofferati - perché sta stabilizzando la spesa previ¬ denziale». Che la distanza con le tesi dalemiane sia enorme è evidente: il- premier non ha dubbi che le misure finora varate non abbiano «risolto il problema» dei conti delle pensioni. Per Cofferati, invece, oggi non ci sono difficoltà: «Sappiamo tutti che esiste in prospettiva un problema - spiega che è stato chiamato la "gobba previdenziale", una distorsione della spesa che inciderà sull'andamento dopo il 2005. Bisognerà intervenire per correggerla e credo sia giusto farlo alla scadenza naturale». Ovvero fino all'anno 2001 saracinesca abbassata: non se ne discute. Tuttavia Cofferati non sta fermo. Avverte che «invece» di preoccuparsi di toccare la riforma bisogna «completare» la sua attuazione: «dalla previdenza complementare che ancora non vale per tutti e non ha efficacia adeguata, fino ai lavori usuranti che vanno identificati». Poi il segretario della Cgil torna alla carica sulla sua proposta (condivisa dal segretario dei democratici di sinistra Walter Veltroni) di estendere l'applicazione del sistema contributivo (il calcolo della pensione sulla base dei versamenti effettuati e non del reddito finale). Dal 1995 il contributivo vale solo per i lavoratori con meno di 18 anni di versamenti. Cofferati pensa che per «correggere la "gobba" sia necessario, una volta che la verifica si farà» arrivare alla «uniformità nel calcolo» delle pensioni. E' a"nche pronto a discute¬ re «con Cisl e Uil di soluzioni diverse che abbiano uguale efficacia e uguale equità». Ma, sia chiaro, solo nel 2001. Prima deve decollare la previdenza integrativa «per compensare gli effetti» della riforma.del 1995. Il segretario della Cgil Sergio Cofferati ha sempre sostenuto che «la scelta del 2001 non è stata casuale»
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