Putin: schiacceremo i terroristi ceceni

Putin: schiacceremo i terroristi ceceni e anche Solzenicyn dice: «Finché vi sarà pericolo non si potranno deporre le armi» i hi i i i Putin: schiacceremo i terroristi ceceni Grozny quasi accerchiata MOSCA In barba agli appelli lanciati dai leader occidentali al vertici Osce di Istanbul, le truppe russi continuano massicciamente k operazioni in Cecenia e il comando delle forze federali ha anzi annunciato ieri di avere quasi completato l'accerchiamento di Grozny, la capitale della repubblica ribelle. Le avanguardie russe sono attestate a pochi chilometri dalla città (dai due ai cinque, a seconda delle fonti), ormai circondata all'80 per cento. E per cercare di chiudere la morsa, l'esercito continua ad avanzare dal fronte occidentale, muovendosi dai settori di Urus Martan ed Achkoj Martan. Secondo il comando russo, a Grozny si trovano dai cinque ai scimila guerriglieri islamici, pronti a resistere ad un eventuale assalto finale, ma molti miliziani hanno già iniziato a ritirarsi verso le montagne del Sud, dove si trovano le basi più sicure della guerriglia. E' proprio li che si sono concentrati ieri gli attacchi dell'aviazione russa. Dopo una breve pausa dovuta al maltempo, i bombardamenti sono ripresi intensi: i cacciabombardieri hanno effettualo oltre 50 missioni, martellando le roccheforti meridionali di Bamut, Argun e Urus Martan. Altri 32 attacchi sono stati compiuti dagli elicotteri da combattimento, che come l'arti- glieria hanno colpito soprattutto le postazioni cecene più a ridosso del fronte. Per chi nutrisse ancora dubbi sulla determinazione di Mosca, il premier Vladimir Putin ha chiarito che «non ci saranno pause. Proseguiremo il cammino iniziato. L'obiettivo finale è eliminare tutte le basi dei terroristi, e le condizioni per una ripresa delle loro attività in futuro, sull'intero territorio della Federazione Russa, di cui la Cecenia fa parte». In Russia, del resto, l'offensiva è popolarissima, tanto che ieri, in una rara intervista televisiva, anche lo scrittore Aleksandr Solzenicyn ha sostenuto che «non si possono depor¬ re le armi finché non sarà scomparso il pericolo» islamico, pur sostenendo la necessità di negoziare con i consigli degli anziani ceceni, poiché «una completa vittoria militare è impensabile». Mosca intanto tenta di normalizzare i territori «liberati». Ieri le truppe del ministero degli Interni hanno «ripulito» i villaggi di Samashki, Nadterechnaja, Suvorov-Jurt, Verkhnij SuvorovJurt e Bezymjannyj, scoprendo depositi di armi e munizioni ed effettuando diversi arresti. E si cerca di far tornare i civili: nelle ultime ore, secondo l'agenzia Interfax, ne sono rientrati 21 mila, e il numero dei rifugiati è sceso a «solo» 196 mila. [f. sq. ] è ] Una pattuglia di soldati russi in perlustrazione su una strada presso Grozny

Persone citate: Aleksandr Solzenicyn, Putin, Solzenicyn, Suvorov, Vladimir Putin

Luoghi citati: Cecenia, Grozny, Istanbul, Mosca, Russia