Salta il riassetto Telecom-Tecnost di Ugo Bertone

Salta il riassetto Telecom-Tecnost Olivetti riparte da zero. Voci di un maxiaumento di capitale per un socio straniero. Confermato il piano industriale Salta il riassetto Telecom-Tecnost Colaninno ritira il piano, Tim resta al suo posto Ugo Bertone MILANO Non c'è stata nemmeno discussione. In un'ora o poco più i consigli di Tecnost e Olivetti hanno cancellato, su proposta dello stesso Roberto Colaninno, il progetto di conferimento di Tim in Tecnost, lanciato nello scorso settembre. Il consiglio di amministrazione Tecnost, si legge in una nota ufficiale, «ha infatti preso atto che, nonostante l'indubbio potenziale in termini di creazione di valore per tutti gli azionisti insito nel piano di riassetto, si è reso evidente come non sia possibile ottenere da tutte le parti interessate il consenso necessario alla sua positiva attuazione». In parole povere, i consigli hanno dovuto prendere atto che gli «advisor» hanno ritenuto troppo «avara» la proposta avanzata da Colaninno (1,65 Tecnost per una Telecom). Ma, se Olivetti e Tecnost avessero dato retta ai periti, che proponevano un rapporto tra 2,2-2,3 Tecnost per una Telecom, l'azionista di maggioranza Olivetti si sarebbe ritrovato con una quota di controllo su Telecom pari al solo 34%. Una bella punizione per i soci di Ivrea, soprattutto per la lussemburghese Bell (Gnutti e bresciani, ma anche Unipol, Gazzoni Frascara, Falck e il Monte Paschi) che proprio oggi si ritrova per aumentare il capitale di mille miliardi e innal- zare così al 20% la quota di primo azionista di Olivetti. La grande sistemazione, insomma, non si farà, con prevedibile giubilo dei grandi fondi di investimento, dei rappresentanti dei soci di minoranza e delle istituzioni finanziarie di mezzo mondo che non hanno lesinato le critiche a Colaninno per il tentativo di sfilare il controllo di Tim da Telecom a Tecnost. Ma adesso? Il piano industriale, sottolineano in Olivetti, «andrà avanti». «11 mercato delle telecomunicazioni - ha spiegato Colaninno - è in grande effervescenza e sono convinto che offrirà opportunità straordinarie, che Telecom Italia saprà puntualmente cogliere. Dobbiamo, quindi, concentrarci sullo sviluppo industriale del gruppo ancor più intensamente per fare emergere tutti i valori di Telecom ancora non espressi». In realtà, per la Telecom di Colaninno si torna da stamane all'«anno zero». L'azienda si avvia a chiudere la lunga trattativa con Cisco per dare un futuro a ciò che resta di Italtel dopo la cessione a Siemens. Verrà trovata una casa anche alla Sirti e, sull'onda di ciò che già ha fatto con successo Telefonica, tra un anno o poco meno verrà quotata Tin.lt, la divisione Internet. Ma gli operatori chiedono ora a Colaninno qualcosa di più, anche perchè il mondo dei telefoni senza fili corre. Lo stesso comunicato di Tecnost-Olivetti ammette che la rivoluzione in atto sul fronte dei telefonini ha reso impossibile il passaggio di Tim da Telecom a Tecnost. «La straordinaria vivacità del settore - si legge - ha reso progressivamente sempre più difficile valutarne in modo obiettivo gli asset». Negli ultimi quaranta giorni, infatti, ci sono state tre acquisizioni sul fronte dei telefonini (Deutsche Telekom-One to One, Manne- smann-Orange, France Telecom-E plus) più l'offerta di Vodafone su Mannesmann, offerte che hanno fatto impennare i titoli dei rivali di Tim e reso impossibile lo scambio pensato da Colaninno (che, anticipando i tempi, avrebbe fatto un grande affare...). Colaninno, sottolineano gli analisti, non può stare fermo, pena il rischio di diventare presto una preda. Lui un'idea precisa ce l'ha: un aumento di capitale (4 mila miliardi) por l'Olivetti, grazie anche all'arrivo di nuovi partners; poi la fusione tra Olivetti e Tecnost, e la distribuzio- ne di un dividendo straordinario di Tini e Telecom. Infine, la partecipazione, il 60%, di Tini potrebbe essere scorporata da Telecom; in questa «Telecom 2» dovrebbe essere accolto un partner internazionale con una quota di minoranza. E questa sarebbe l'occasione giusta per una grande intesa internazionale. Uh piano ambizioso, con qualche ostacolo: le perplessità dei soci Olivetti, innanzitutto, che già hanno profuso tanti quattrini al momento della scalata. Ma, soprattutto, è un piano che richiede tempo, liei il mercato, di questi tempi, ne concede poco... CHE €$SA PREVEDEVA IL PIANO l)SfIE La scissione parziale di Telecom Italia, con il trasferimento o Tecnost delie azioni ordinarie e di risparmiò Tim di Telecom, il 60% circa del capitolo, Il tutto sulla base di un concambio proposto dai consulenti Lehman Brothers e Mediobanca, unica per le azioni ordinarie e di risparmio, compreso nel range di 1,50 -1,65 azioni Tecnost ordinarie e di risparmio. Al termine del riassetto Olivetti avrebbe controllato cosi una quota fra il 41% e il 43% da! capitale ordinario di Tecnost, che a suo volta avrebbe avuto il 52% dei capitale ordinario di Telecom Italia e il 60% del capitole ordinario di Tim. Ad affiancare lo scorporo di Tim il Cdo Telecom aveva approvato i! progetto di un buy-bock sul 34% delle azioni di risparmio o 6 euro per titolo, confermato ieri. E ORA? Tim resta lì dove è stata finora, controllata da folec&m Italia. Per il momento non viene annunciato alcun progetto di riserva, mentre circolano le indiscrezioni su un possibile futuro aumento di capitale di Olivetti per 4.000 miliardi, azionario o obbligazionario, una fusione OlivettiTecnost (tramite Offerta o portando le minoranze Tecnost in Olivetti, diluendo le attuali quote degli azionisti di Ivrea) o altre manovre come dividendi straordinari o la cessione del 10% di Tim eccedente la quota di maggioranza. Ipotesi comunque sema conferme PIAH6 INDUSTRIALE. ]Wef$m confermo il piano che prevede investimenti superiori ai 30:000 miliardi per t prossimi tre anni, una riduzione dei costi del 40%, un esubero di 13 mila unità (9000 per mancato effetto del turnover) e lo cessione di attività non strategiche. N.8. Cifre in milioni I TELEFONINI D'EUROPA <;rriFTA' Clie.ili europsl Clionli europai SWWI:,A agiugno'ft pravlsti n«l 2001 TIM (llo/io) Gruppo Telecom Italia 16,04 21,10 OMNITEL (Hath) a*«A Gruppo Mannesmannn 7,90 |3,V(9 MANNESMANN '1:'T2 .... (Germonio) 7,30 12,85 1 T»MQB!L (Gernionio) _ _ „ _ _ Givppo Deututag^poi, 7,1 Jt,. ..12,44 J FRANCE TELECOM ^M (franco) 7,02 12,24 ! TELEFONICA . M ' i (Spagna) 6,73 11,40 VODAFONE _ _ _ (Gron fire tag n a) 6,16 10,72 SFR (Franeia) _ Parlccipota Vodafone 9,11 IB ORANGE (Gron BretoanoJ ; ^ In acquisitions da parte di Mannesmonn 2,96 6,71 i due contendenti O vodafone (Gron Brolagna) Cesa fai Telecomunicazioni 5,26 miliardi di euro 3.000 miliardi di lire 20 milioni rOlpendentl: 8000 1 (nella sola Gran Bretagna) PQuartler generale: ; Newbury (GB) (Germcnia) | Cesa fa; ì Telefoni e ingegneria ifoHuraiat \ 19 miliardi di euro ___ _ '2.500 miliardi di lire Clienti telefonini: 8 milioni Dipendenti: Ti 6.247 (14.081 nelle tic) l'Q'wartier generale: \ Dusseldorf (Ger.) Roberto Colaninno cambia strada su Tim e cancella la fusione tra Telecom c Tecnost