I GENITORI E L'ECSTASY
I GENITORI E L'ECSTASY DIALOGO, NON FACILI COLPEVOLI I GENITORI E L'ECSTASY Vittorio Agnoletto l'.l.l.l. iiliiiiie- settimane abbiamo ascoltato molte interviste rilusi iure dalle famiglie colpite direttamente dai tragici fatti di questi giorni. Abbiamo udito dalla sorella di Jannick, il ragazzo di Brescia morto per un pastina di ecstasy, parole pacate, il rifiuto di individuare facili quanto inutili colpevoli, abbiamo anzi assistito ad uri sentimento di vera e propria pietas verso Alessandro, I'.inumi he aveva passato a Jannick la pasticca. I.a stessa in eri a dentro e attorno a se stesso emergeva dalle parole pi inuiii iati- dal papa di Alessandro: un'assunzione eli responsabilità, ina ani he una restituzione di responsabilità e dignità ai propri figli. Nelle partile di ambedue vi era un domandarsi se il dialogo tra genitori i figli, tra fratelli, era stato sufficiente; un invito a non trattare i figli ci ime bambini ini «paci di compiere le proprie scelte. Al'Inaino invece udito altri genitori indicare immediatamente/ iiilfinvli, i responsabili delle morti dei loro figli. A loro tutto sembra • luuro; non , e necessità eli porsi alcuna domanda! La responsabilità sarebbe della /.//./ perché, quando non riesce a convincere questi ragazzi ad abbandonare l'uso dell'ecstasy, distribuisce loro un opusi olii < he i eri a di spiegare < onic ridurre almeno i rischi e i danni, per evitare conseguenze gravi per la loro salute. Uno strumento -.alvaviia, < In se tosse stato diffuso piu ampiamente, avrebbe potuto evitare qualche tragedia e che lorse ha già evitato qualche decesso 'ina i morti mancali» non fanno notizia e non hanno diritto alla ribaltatili visiva) I.a responsabilità sarebbe del ministero della Sanità peri he non ha aggiornato le tabelle delle sostanze illegali, come sciale' atto (per altro assolutamente necessario) avesse (lottilo automatii aniente fermare l'acquisto delle pasticcile da parte dei loro figli. Nessuno nega le gravi responsabilità elei nostro sistema politico, ma ciò non fornisce alcuna risposta a domande importanti. Perché questi ragazzi, come altre decine eli migliaia, hanno assunto le pasticche': ( aitne mai i genitori non si erano accorti di nulla? Sono domande ineludibili se si vuole provare a ridurre l'enorme distanza che oggi separa il mondo degli adulti da quello dei giovani. Evitare d'interrogarsi attorno a questi temi può forse aiutare momentaneamente qualche genitore ad affrontare la propria sofferenza ma non aiuta certo a capire, ad evitare altri lutti. La pretesa di parlare e di indicare i colpevoli a nome della propria figlia, ancora ricoverata in rianimazione, significa negare a questi giovani la loro responsabilità, rifiutare di prendere atto che ci troviamo di fronte a scelte, che non condividiamo, ma che come tali devono essere riconosciute se desideriamo contestarle e proporne di alternative. Altrimenti risulterà molto difficile costruire coi giovani raparti adulti e fondati sul reciproco rispetto, senza i quali ho l'impressione sia impossibile aiutarli a trovare le loro risposte sul senso della vita e sul bisogno/diritto al divertimento. In tal caso cante saranno le «droghe» che continueranno ad essere usate per cercare di riempire tale vuoto. Presidente Lila, Lega italiana per la lotta contro l'Aids
Persone citate: Vittorio Agnoletto
Luoghi citati: Brescia
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