«Al mare e tra i vigneti dei Castelli smetto di pensare al denaro»

«Al mare e tra i vigneti dei Castelli smetto di pensare al denaro» Il presidente della ? Banca di Roma, Geronzi: amo incontrare i miei ex compagni viticoltori «Al mare e tra i vigneti dei Castelli smetto di pensare al denaro» CESARE Geronzi, lei è il presidente della Banca di Roma. Che cosa implica questa carica? «Essere presidente di une banca in un periodo coinè quello che stiamo attraversando significa guidarla alla ricerca di un'autonomia in un contesto di grande rinnovamento». In che senso? '■Il sistema bancario, per tanti anni i aratt.erizzatn da una grande frammentazione, avverte oggi l'esigenza di una diversa sua umanizzazione. Necessita della competiti /ita e della ricerca dell'efficienza e del controllo del mercato». Italica di Roma e una sola banca. «Si, e il frullo della prima grande aggregazione bancaria realizzala in Italia Nasce dalla fusione di tre hai» he: Cassa di risparmio di Itoma, Italica di Santo Spirilo, Manco di Koina. (imi orgoglio, in questa casa, si ritiene che la fusione di tre banche sia stato il primo passo verso "il il ^sboscamento delia foresta pietrificata", come definì il sistema bancario il ministro del Tesoro Giuliano Amato», Di recente avete anche acquisito il Mediocredito centrale? «Si e questo significa anche il Manco di Sicilia. Quest'ulti ino però manterrà Li sua indipendenza operativa naturalmente in un contesto di strategia comune della banca di Roma» Che effetto le fa avere conquistato un nome cosi prestigioso come il Banco di Sicilia? «l'or un verso mi la piacere perche mi riporta agli anni di gioventù, quando feci il militare a l'alenilo, e poi sono soddisfati'; di dare un coni libi:!'' professionale e organizzativo allo sviluppo delle attivila pioilutl ive in un nostro territorio fervido nella cultura, nel sociale e in sicura ripresa economica». Voi siete la quarta banca italiana: verrete riassorbiti da altre banche? "Molti, di questi tempi, individuano nella propria banca una capacita di aggregazioni l,a Banca di Roma ha una dimensione di tutto rispetto e ha ulteriori ambizioni di crescita. Assieme agli azionisti verranno definite le migliori e piiì opportune aggregazioni». Chi sono gli azionisti? «Lo fondazione Cassa di risparmio, Ahn Anno, 'l'oro Assicurazioni...». E lo Stato? "Non c'è. Siamo una banca privata». Lei, presidente, come svolge la sua attività? «Lavoro con impegno e soddisfazione (lodici oro al giorno l'onso esclusivamente alla banca, al contesto nella quale opera, perseguendo gli obi. Itivi strategici dei propri azionisti. ( hiosti obietl ivi sono stati prima il consolidamento, uni l'espansione a livello nazionale e, in un futuro mollo prossimo, una crescita internazionale. La mia e un'attività non operativa vigilo sulla Struttura esecutiva') Clio rapporti ha con i grandi clienti della banca? «Valuto le loro strategie. Non spetta al presidente valutare il merito del credito. E' normali! che un cliente importante prima di avviare un progetto però ne parli con il proprio banchiere». QuaU sono le qualità necessarie per dare consigb ai propri clienti? «Ricondurre a sintesi progetti complessi r In qualche circostanza mettere ordine a progetti confusi». Il tutto naturalmente nel massimo segreto? «Si, la riservatezza è il primo dovere di un banchiere». Cuccia è il suo maestro in questo? «L'ho conosciuto nel 195)2 e lo considero di certo un maestro. Prima di lui insegnamenti mi sono venuti in particolare da Guido Cani e Rinaldo Ossola». Che cosa le hanno msegnato? «Per dire ciò che mi hanno insegnato Carli e fissola dovrei dire che cosa mi ha insegnato la Banca d'Italia». Celo dica. «La visione istituzionali! della mia funzione. La giusta percezione che la banca e società di diritto privato sui generis che deve guardare al mercato, ma che non deve mai dimenticare che lo strumento più importante della sua attività produttiva è il pubblico risparmio». Suggerirebbe ai giovani di intraprendere la sua carriera? «Non so se questo è l'obiettivo dei giovani di oggi. Devo dire che io ho impiegato 22 anni per assumere le funzioni di direttore generale di una piccola Cassa di risparmio. Ne ho impiegati altri 17 per arrivare a quello che faccio oggi. I giovani di quest'epoca hanno ambizioni molto più frenetiche». Le istituzioni però restano istituzioni. «Questo è vero. La speranza è che i giovani abbiano l'umiltà di apprendere la professione e la costanza per costruirsi l'esperienza e - perché no? - la voglia di assumersi responsabilità oggi molto più pesanti che nel passato». Lei gestisce circa 400 mila mi- bardi. Sono cambiati gli investimenti? «E' in corso una profonda trasformazione operativa delle aziende di credito. Assistiamo ogni giorno di più alla finanziarizzazione delle loro attività. Fino a poco tempo fa il compito era raccogliere risparmio e finanziare attività produttive. Il inargine tra i due tassi di interesse, quello passivo pagato ai risparmiatori e quello attivo che si riceveva dall'impresa o dall'individuo cui il denaro veniva prestato. Il cosiddetto "margine di interesse" copriva i costi e generava il reddito dell'im¬ presa bancaria. Oggi la concorrenza, d sempre maggior ricorso delle imprese al mercato primario (cioè alla Borsa) per finanziare i propri investimenti tende a ridurre questa attività, che pur tuttavia resta la principale per una barca. Si riduce sempre di più il margine di interesse e si costringe la banca a rivolgere la propria attenzione al mercato finanziario, cioè alla vendita di prodotti finanziari che anziché generare "interessi" generano le cosiddette "commissioni da servizi finanziari"!!. Che rapporto ha oggi d risparmiatore con la Borsa? «E' molto attento alla gestione del proprio risparmio. Conosce meglio che in passato l'attività borsistica e in questa fase caratterizzata da inflazione contenuta e da tassi di interesse bassi mostra propensione verso una maggior rischiosità nei propri investimenti». Attraverso fondi di investimento? «Attraverso strumenti finanziari abbastanza protetti cornei fondi di invi!-. _____ stimento, ma anche verso strumenti finanziari che recano por la loro costruzione qualche rischio che quattro o cinque anni fa nessuno avrebbe preso in considerazione. Allora c'erano titoli dello Stato con alti rendimenti... ma questa è un'altra storia». Quando si riposa che fa? «Cerco di non pensare alla banca. Vado in campagna. Questo è il tempo della raccolta delle olive, delle letture. Gioco a carte con mia moglie». Ha ancora casa a Marino? «Certo». Che rapporti ha con la sua città e con i vecchi amici? «E' un rapporto del tutto particolare, che mi fa trascorrere i miei weekend e le vacanze con i vecchi compagni delle elementari impegnati nel sostenere la presenza di Marino nella viticoltura». Com'è il vino dei CasteUi? «Buonissimo, naturalmente!». Che mestiere fanno questi suoi amici d'infanzia? «Spesso sono proprietari di vigneti, agricoltori...». Che cosa fate insieme durante i weekend? «Soprattutto lunghe passeggiate nei boschi». Le sue figlie la accompagnano? «No, mi accompagna il mio cane, un beagle molto esigente e anche divertente, che si chiama Tango». E le sue figUe? «Lavorano e ormai sono grandi per stare sempre con mia moglie e con me». La sua passione però resta il mare? «Si, ma adesso si avvicina l'inverno e ci vorrebbero tempo e lunghi viaggi, cose che non mi sono consentite». Che cosa la preoccupa di più? «L'instabilità politica». Perché? «Stabilità significa affidabilità, riconoscimento da parte del mondo internazionale, autorevolezza del governo». Se facesse il banchiere oggi in un altro Paese europeo, si troverebbe meglio? «Noi dobbiamo sentire l'orgoglio di appartenere a questo Paese anche nel settore bancario. Non siamo i primi in Europa, ma ciò che abbiamo fatto negli ultimi tre anni è assolutamente straordinario. Non mi pare che altrove sia stato fatto altrettanto». I banchieri sono anche tradizionalmente dei mecenati. Lei è orgoglioso di alcune iniziative culturali finanziate dalla Banca di Roma? «Oggi non esiste più la figura del banchiere mecenate. Molto più modestamente il banchiere si affida alla sua sensibilità sociale e questa sensibilità la Banca di Roma la esprime attraverso la fondazione per il volontariato. Il 14 di questo mese a Tei Aviv è stato inaugurato "Il sentiero di Enzo Cucchi', una scultura ambientale progettata dall'artista di circa 100 metri quadrati che collega due reparti del Tel Aviv Museum of Art, mi rappresenta simbolicamente un ponte tra la cultura italiana e queda israeliana». E' orgoglioso di aver finanziato il progetto? «Queste sono le cose che mol*o spesso danno im senso alla nostra arida attività quotidiana». Si rende con to dei bisogni della gente e di quello che la gente cerca da una banca? «E' discorso così complesso che richiederebbe un'altra intervista. Abbiamo voluto che la banca fosse un'impresa e questo ha allontanato "lo spirito sociale" che gli istituti di credito, specie le Casse di risparmio, avevano in passato». Ha nostalgia di questo passato? «No, ogni tempo ha le sue esigenze. Oggi la banca è un'impresa e il suo obiettivo è, come per ogni altro tipo di impresa, il profitto dei propri azionisti». «E'il mio cane l'unico compagno £di passeggiate» {P Cognome .*H?Hwni : Nome .flBPH :Nato..«SraBaWO..?3S ia.mm.mm. •(iitodinonza.nSHSSS residenze •WiSW. sialo (ivile.&WHWft [ WWfWU.. (professione. .PWSPflHS. ìhobb/..H..i^.'.'r."...'... «E'il mio cane ( l'unico compagno £ \ di passeggiate» {P: mg^«Al mare e smetto A sinistra, il presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi. A fianco, la zona dei Castelli Romani, dove il banchiere è nato e ama trascorrere i fine settimana

Persone citate: Carli, Castelli, Cesare Geronzi, Cuccia, Enzo Cucchi', Geronzi, Giuliano Amato, Guido Cani, Rinaldo Ossola

Luoghi citati: Europa, Italia, Marino, Roma, Sicilia, Tei Aviv